stile

Questa è la libreria dove vengono tenute le lezioni del corso di scrittura avanzato, a me piace tanto, c’è tutta letteratura del terzo mondo… non ci ho comprato a dir la verità quasi nulla, ma mi piace l’aria che ci si respira, mi piacciono i colori e l’ambiente caldo.
Credo di essere l’aspirante scrittrice ( ma lo aspiro? ho già verificato che l’idea di pubblicare… insomma non me ne frega nulla. Scrivo perchè mi piace e basta.) che scrive e legge meno di tutti…. Comunque delle cose dal corso me le porto a casa… si impara a leggere in una maniera diversa, e poi sento che l’ambiente intellettualmente mi stimola. Sono contenta di essere uscita dal  gruppo in cui stavo… quello che poi si era ricostituito al corso sperimentale sul romanzo…. Di questo gruppo ho qualche amico vero, e quello me lo tengo.
La realtà è questa, io sono un cane sciolto. Ne avevo il sospetto da ragazza, ne ho avuto la conferma vivendo.
Quel gruppo, di persone che si sentivano molto brave e acculturate, cui ero stata ammessa per benevolenza di alcuni, secondo me, che pur ci stavo dentro, era un peso castrante per gli altri partecipanti , ed in effetti ieri, tornando a casa con una ragazza, ne ho avuto la conferma,  il gruppo era avvertito proprio così. Mi ha parlato giusto lei di come il corso "avanzato" alleggerito dei partecipanti  emigrati a quello sperimentale sul romanzo, e con l’acquisizione di nuovi adepti, si era amalgamato bene. Ma io stessa ritrovo fiato, ieri ho perfino fatto un piccolo intervento, che per me schivissima è il top.
Quando sono in gruppo finisce che non conosco più nessuno di nuovo, è una specie di condizionamento anche inconsapevole. E’ un po’ come quando vai a comprare qualcosa con qualcuno… si resta più dubbiosi dei propri gusti, o per lo meno, io sono un po’ così. Ma non è neanche quello…ho delle strane riservatezze. Per esempio mi dà fastidio frugare nelle bancarelle con qualcuno che mi aspetta e mi guarda. E’ che poi fanno domande. E io tante volte non ho voglia di rispondere. Non voglio dire perchè mi ha incuriosito una cosa più di un’altra, o giustificarmi se una mi piace e magari è strana… o assolutamente banale. In fondo ho un caratteraccio.
Comunque la lezione del corso, ieri col titolo Questione di stile, il caso di Celine e Joyce, si è svolta quasi tutta nel tentativo di dare una definizione di cos’è lo stile, che mi ha lasciato insodisfatta, non è l’indissolubilità del come e del cosa, del contenuto e della confezione…resto dell’idea che la mia definizione andava meglio…l’elaborazione personale con strumenti oggettivi di fatti oggettivi… O forse non ho colto le sottilizzazioni. In ogni caso lo scrittore rappresenta, non spiega. Modestamente, come dico io… che mi piace dipingere con le parole. E poi ha letto, mi pare l’incipit, di Celine,  Viaggio al termine della notte, facendo notare lo stile con frasi corte, sull’onda dei pensieri…e ho pensato, toh scrive come me certe volte, quando mi metto davanti al foglio bianco e mi ci  lascio andare…

5 pensieri su “stile

  1. Shoruel

    nemmeno io ho molta voglia di spiegare perché una cosa mi piace o meno, di solito quando mi chiedono perché qualcosa mi piace rispondo
    “e perché non dovrebbe paicermi?”
    è un trucco, uno strategemme per non rispondere a una non domanda
    io non devo rendere conto a nessuno dei miei gusti!
    Ecco, l’ho detto

    Comunque sono felice che il tuo corso di scrittura si svolga in quella libreria, è bella, mi piace, ha un’aria accogliente!

    Riguardo al fatto che tu scrivi e leggi poco, beh, ciò che conta è che quel che scrivi valga, tutto sommato Behetoven ha composto pochissimo rispetto ad altri, ma è indubbio che fosse un gran musicista (vieto a chiunque di sostenere il contrario, lo amo alla follia, chi non la pensa come me non può dirlo)

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