Archivio mensile:gennaio 2007

Ero in autobus stamattina ed una signora parlava con un’altra… aveva in braccio un cagnolino che suo figlio aveva regalato alla sua ragazza e quando si erano lasciati lei glielo aveva reso.. ma certo lei, la signora, mica glielo avrebbe lasciato. E questo cagnolino aveva il paltocino, fa freddo sono i giorni della merla!

I giorni della merla… quanto tempo non ci pensavo…un’altra cosa familiare, un po’ magica che mi accompagaava nell’infanzia… un po’ come l’Estate di san Martino, o come le bandiere tricolori alle finestre nelle Cinque Giornate di Milano…adesso non si vedono quasi più… 18/22 marzo?  le case di adesso non le costruiscono più col portabandiera sopra i portoni, tanto si usano i balconi, poi le preferenze sono diverse, chi ci mette il Milan, chi l’Arcobaleno della Pace, chi la Ferrari… 

I giorni della merla:

Gli ultimi tre giorni di gennaio, il 29, 30 e 31, capitò a Milano un inverno molto rigido. La neve aveva steso un candido tappeto su tutte le strade e i tetti della città. I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla e i loro tre figlioletti…..

Erano venuti in città sul finire dell’estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato in Porta Nuova. Poi, per l’inverno, avevano trovato casa sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante.
Il gelo rendeva difficile trovare le provvigioni per sfamarsi; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i cortili e i balconi dei dintorni. La neve copriva ogni briciola. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore.
Tre giorni durò il freddo. E tre giorni stette via il merlo. Quando tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine.
Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un’eccezione di favola


CALZINI  SEMPRE  PIU’ PREPOTENTEMENTE ALLA RIBALTA…

Ecco qua.

Figuraccia… dai.
Però devono sapere i rischi cui vanno incontro i propugnatori di calzini. Senza, non sarebbe successo.
Con le mie strane associazioni di idee, quelle per cui forse dovrei cominciare a farmi curare, mi viene in mente l’Alitalia.
Ma ho un moto si sollievo vedendo che coi calzini non porta però i sandali.
Però mi fa venire in mente un nome indiano da barzelletta, Calzino Bucato. Ma a dire la verità nella barzelletta bucato non era il calzino. A meno di usi impropri.
E poi  mi fanno pensare a ieri sera,  una persona che adoro che mi ha fatto compagnia, era in trasferta presso una fabbrica di calzini…anche i calzini sono fatti a computer… e non devono venire coi buchi, devono andare a piedi all’estero…
 

Uscendo dall’ufficio, passo davanti a parecchi negozi e negozietti. Una luce a tutto a un euro, un paio di parrucchieri, un negozio di alimentari arabo, un’ottima panetteria tenuta da ex -extra comunitari e poi, vicino al semaforo, una piccola boutique. Già la parola boutique sembra troppo, per la via. Vende abbigliamento classico, e solo oggi, forse per la luce interna al negozio ed il buio esterno, ho notato le scaffalature in legno con i vestiti ordinatamente appesi.  Mi ha fatto un po’ pensare… certe volte sono i particolari più insignificanti che ti danno il la. Insomma le scaffalature mi hanno fatto pensare alla proprietaria, che certo ci ha investito del suo, certo da tempo.Vende abiti classici. In mezzo a macellerie arabe, pizzerie al trancio Rif, a due passi da un grande magazzino. Quando impianti un’attività, e gli anni passano… certo non vai a pensare che un giorno la popolazione del quartiere, che magari conosci da sempre, sarà così cambiata….

Non amo le poesie, e non ascolto neanche con attenzione le parole delle canzoni, ma ogni tanto mi colgono… momenti stati d’animo  sogni

E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non aver paura se non sarò come bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo….
Più, uuu uuu uuu uuu na na na na na
E senza fame e senza sete
e senza aria e senza rete voleremo via.
                                                  (lasciamo perdere uuu uuu uuu uuu na na na na)

Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai

Ci ho pensato un po’ per le canzoni di Tenco, di come "Un giorno dopo l’altro" sembri la mia vita

 

In ritardo di una manciata di minuti dopo la mezzanotte…

L’audio e’ stato cancellato dallo spazio su Splinder

Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare
il giorno
volevo qualcuno da incontrare
la notte
volevo qualcosa da sognare
Mi sono innamorato di te
perché
non potevo più stare solo
il giorno
volevo parlare dei miei sogni
la notte
parlare d’amore
Ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
ma non so più pensare
a nient’altro che a te
Mi sono innamorato di te
e adesso
non so neppure io cosa fare
il giorno
mi pento d’averti incontrato
la notte
ti vengo a cercare.

Una collega con lungo predicozzo mi ha rifilato l’immaginetta di Santa Teresina. La devo pregare. Ma io non prego. Lo devi fare  per i tuoi  figli, per ogni  passo che fanno. Ma veramente mi stanno preoccupando di più i miei, di passi.  Prega, ragione di più.

Prega… un concetto così lontano nel tempo. Dimenticato, irreale.  Penso, non prego. Assorbo dalla vita. Boh.

E adesso dove metto l’immaginetta? Già me ne aveva regalata una benedetta di Lourdes, che mi sembra mi portasse sfiga, e sono riuscita a perderla per casa. Una specie di superstizione, non riesco a buttarle via, e poi un po’ d’affetto, fa parte del mio bagaglio di ricordi dell’infanzia, della crescita. Mi sa che la rifilerò a F., come quella di papa Woityla. In fondo una volta che ero entrata con lui a visistare una chiesa continuava a segnarsi  e genuflettersi, che impressione mi aveva fatto. 

Intanto la tengo girata, ho l’anima nera io,  e mi fissa.

Non sono neanche sposata in chiesa, non ho voluto. A dire la verità quando il capofamiglia diceva di sposarci, all’inizio, gli avevo anche detto di no. Convivenza, se avremo figli ci sposeremo.

Oh, inverno! Sta cominciando a nevicare, stamattina il cielo aveva tutti i grigi…

Bella la neve…sì, sono romantici, danno un senso di pace gli insonorizzati paesaggi innevati…sarà… a me dopo un po’ però  viene un senso così di solitudine… 

La proprietà commutativa.
La colf, quando non stira  e "fa le pulizie", e non trovo più niente.
Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.
Almeno quando stira, le cose sono tutte lì e vedo che l’ho pagata per qualcosa.

SCENE DA UN MATRIMONIO
Stasera sentivo degli strani squilli, e poi il capofamiglia che gridava nella stanza di mio figlio, sembrava una conversazione telefonica.
 
Portandogli i calzini da piegare (pare che io non  lo sappia fare bene, non do il giusto valore agli elastici) ho visto che era in MSN con tanto di webcam, e il suo amico T che compariva inquadrato.. Dal salotto, dove staziono io, distinguevo anche  quello che  T. diceva. Credo che T sia il suo unico contatto, è un "amico di cane" del giardinetto sotto casa
Ideona… e se gli procuro qualche "contatta"? magari si innamorano,  e chiederebbe la separazione, e  cede su tutti i fronti, in preda ai sensi di colpa…Oddio, con la pubblicità che gli ho fatto di volontarie sarà difficile trovarne.
Però… UACK!  e se invece me  lo incontro su MSN? Io non gli ho dato il mio indirizzo nè tanto meno ho chiesto il suo.. nè lui ha chiesto il mio.  O se l’incontra qualcun altro e gli parla di Tiptop?
Beh tutt’al più chiederebbe la separazione.
E se ignari chattiamo e finalmente ci innamoriamo? Niente  vita nuova? cheppalle!

ECCO

> Il ciclo della "vita" secondo Woody Allen
>
> La cosa piu ingiusta della vita è come finisce.
> Voglio dire: la vita è dura e impiega la maggior parte del
> nostro tempo…
> Cosa ottieni alla fine? La morte.
> Che significa?!? Che cos’è la morte? Una specie di bonus per
> aver vissuto?
> Credo che il ciclo vitale dovrebbe essere del tutto rovesciato.
> Bisognerebbe iniziare morendo, cosi ci si leva il pensiero.
> Poi, in un ospizio dal quale si viene buttati fuori perche

> troppo giovani.
> Ti danno una gratifica e quindi cominci a lavorare
> per quarant’anni, fino a che sarai sufficientemente giovane per
> goderti la pensione.
> Seguono feste, alcool, erba e il liceo.
> Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi
> e non hai responsabilità, diventi un neonato, ritorni nel
> ventre di tua madre, passi i tuoi ultimi nove mesi galleggiando
> e finisci il tutto con un bell’orgasmo!

Ieri sera ristorante, compleanno della mamma…La festeggiata, tutta ringalluzzita, tanto che sembra che ci creda davvero, dal cameriere che l’ha annoverata tra le ragazze…ragazze che poi eravamo una mia cugina di quasi 70anni, mia figlia (l’unica avente diritto al titolo) ed io… Poi c’era mio fratello, il capofamiglia, e un ragazzo figlio di conoscenti che mio fratello ha alloggiato da mia madre, sta facendo uno stage in un ospedale come ricercatore.
Non ci riesco…è più forte di me, quando sto con i miei – miei intendo famiglia d’origine – mi viene sempre una grande tristezza. Mi sembra di vedere la decadenza… l’apparenza. Parlano, di grandezze proprie e altrui, e delle altrui miserie. Forse è il modo migliore per negarsi la realtà… mi chiedo se è un atteggiamento spontaneo o voluto. Istinto di conservazione o ipocrisia. Mi sento diversa, non riesco mai a dissociarmi  dal mio quotidiano, non riesco ad ignorare l’esistenza dei problemi, il fardello mi accompagna sempre, anche nei momenti di felicità, però non ho bisogno di nasconderlo, non  mi impedisce di vivere, sperare, sognare.
Piuttosto ieri in ospedale da mia sorella, curiosamente meno depressa del solito, forse perchè mio fratello faceva il buffone anche con l’altra degente, non ho potuto fare a meno di notare come il capofamiglia sia premuroso con mia sorella, e attento ad ascoltare e ridere delle cazzate che spara mio fratello… è proprio inserito bene in famiglia.. ormai le cose le guardo un po’ dal di fuori, e le vedo, non le nego. Io nella sua non mi sento inserita affatto, potendo evito di incontrarla. C’è da dire che la mia  famiglia non è serpentiforme come la sua. Non c’è malevolenza, dispetti e cose così,  si litiga si, ma le cose sono alla luce del sole, niente alle spalle.
Il problema è proprio solo della coppia,  anzi mio, lui di certe mancanze forse non se ne cruccia. Forse per un uomo è diverso. Forse è diverso per una donna. Per me, per il mio modo di sentire, amare, vivere, di sicuro. 

Cambio di programma. Domani pomeriggio i figli si riuniranno a spennare la mamma, non oggi.
Oggi la si lascia compiere serenamente gli anni, vado a prender mo fratello ed andiamo in ospedale da  nostra sorella. Magari dopo ci infilo la piscina. E alla sera si porta la mamma al ristorante.
Distinguendomi come al solito, sono reduce da Pren atal. Sono tornata in bicicletta che mi sembravo una pubblicità, neomamma mica tanto, neononna già di più.
Nel cestino davanti, la catena, il pane per  due giorni, il quotidiano e la mia borsona, nel manubrio destro il saccone verde Pren atal con il seggiolino da ristorante, nel portapacchi dietro on la molla il sacchettone verde col piumino da lettino…. Il seggiolino per auto per L. le verrà spedito a casa…ovviamente avevo annotato il suo indirizzo sul catalogo. Ovviamente ricordo benissimo di aver visto il catalogo uscendo ieri sera e ho pensato di lasciarlo in ufficio perchè non mi serviva. Ovviamente L. oggi non rispondeva al cellulare,  e ovviamente  neanche F. che magari conosceva l’indirizzo di L. Devo ricordarmi di telefonare lunedì cosi martedì lo consegnano già.
Mi dimenticherò, lo so. Lo dico, che mi dimentico, così mi ricordo.