c’è sempre una prima volta… (dubito ci sarà la seconda, gasp!)
Archivio mensile:aprile 2015
Un paese sperduto
Lorenzo mi aveva scritto in sms, è un paese sperduto, di quattro o cinque case, una è caduta quest’inverno.
Era vero. Uscita dall’autostrada ad Arquata, giri a destra e praticamente vai sempre dritto costeggiando lo Scrivia, che non ricordo di aver mai visto con più acqua che il rivolo che scorre anche oggi in quel letto ampio. Eppure, vedo anche un cartello, Pesca Sportiva.
Vai sempre dritto, costeggi lo Scrivia, e il mondo sparisce, si diradano le case, le macchine, si corre tra le montagne ancora brulle, un leggero accenno di verde, le immagino verdissime tra un paio di settimane. Dobbiamo arrivare a un tale ristorante, fare uno squillo all’anfitrione, che ci verrà incontro sulla strada. Così facciamo, ristorante, sosta, squillo, si riparte.
Terrore, per me… strada in salita – che dopo sarà in discesa – ripidissima strettissima, con curve a gomito, sgarrupata, che sembra di fare la curva e non trovare magari l’asfalto sotto la ruota anteriore a valle… Il mio supplizio è durato per un po’ di curve, fino a quando non abbiamo visto Lorenzo e le due bimbe che ci aspettavano. Ho anche ringraziato il cielo di aver costretto il capofamiglia ai soli fini anagrafici a far benzina, non lo sapevamo ancora , ma eravamo all’ultimo distributore sulla strada che dovevamo fare, e quasi in riserva.
Ci siamo avviati, noi cinque ospiti e il cane Boris, dietro Lorenzo… la casa in rovina, era in vendita per ben cinquemila euro, prima di accasciarsi. Andiamo ancora poco oltre, ecco, la casa di Lorenzo, acquistata da suo padre poco tempo prima di morire.
Forse ho un po’ perso lo spirito da pioniere… non so perchè una persona di una certa età si vada a cacciare in un posto così… il negozio di alimentari più vicino è a mezz’ora di macchina- compresa la strada tutta a curve di cui dicevo prima – non andiamo a pensare a medici, farmacie, o addirittura a un mercato. Non è che neanche puoi dire, in cinque minuti sono al mare, che in linea d’aria non sarebbe lontanissimo.
Ora non voglio parlare del piacevolissimo pranzo di Pasqua, del piacere degli affetti familiari, dei tre cuginetti affiatatissimi o del cane Boris che si rotolava nell’erba ed ha potuto passare una giornata senza guinzaglio, ma del silenzio e della solitudine.
Le famiglie delle altre case non c’erano, non abita nessuno lì. C’erano, nella casa più in alto, Renato e Laura, Renato abita a Novi Ligure e viene nel fine settimana a lavorare la sua terra.
Tra queste case, tu esci e per non perderle lasci le chiavi nella serratura, tanto non c’è nessuno, quando torni dalla passeggiata.
Fuori è tutto silenzio. Puoi vedere i daini, nelle ore giuste, e quando fai la diabolica strada, devi fermarti perchè la famiglia di cinghialini sta attraversando la strada. Di lupi, diceva Lorenzo, qualcuno ce ne è, ma lontano da lì.
Si è talmente soli, che anche i vicini, d’estate, quando ci sono, sono simpaticissimi, dice la moglie di Lorenzo, e magari se tu li conoscessi in un contesto affollato, non lo sarebbero. Non puoi scegliere, quindi scavi il meglio dalle presenze che ci sono, e ci si aiuta tutti.
Forse, la sera, qualche puntino di altre case illuminate, sparse lontano nella valle, lo si vede.
Il Renato tiene uno spaventapasseri elegantissimo, forse più una presenza, che uno spaventapasseri, di primo acchito, mi aveva spaventato un po’.