Archivio mensile:novembre 2011

Ore 13, quasi.

Le bancarelle del mercato stanno smobilitando.
Il ragazzotto che vende la frutta secca spinge energicamente il suo carrello verso la piazza, tallonato da un furgoncino rosso che vorrebbe facesse più in fretta.
“Ciao Angela! Ciao amore!”, saluta la ragazza che vende pantaloni.
“Ma se stamattina non ti ricordavi neanche come mi chiamavo, Mary, mi hai detto!”
Il ragazzo ride, e continua a spingere, ed io quasi inciampo in una ragazzina che balla al ritmo della musica che esce dal finestrino del furgone.

C’è questo splendido sole al di là dal vetro.

Il vetro è perfino pulito.  Ho freddo alle mani, ho freddo ai piedi, ed ho dentro di me un sordo rimescolio, ansia,  disperazione, impotenza, stanchezza
Tutto sta cambiando,  e non riesco a starci dietro.
Non ho mai avuto paura del futuro, prima, ho sempre pensato che in qualche modo si fa sempre.
Come nella favola dei tre porcellini, la mia casa sembrava solida, ed invece era di paglia, e  si è alzato il vento, fuori girano lupi.
La mia casa era fatta di carte, e non posso cambiare il gioco.