Archivio mensile:agosto 2009

per chi apprezza.

Era sul mio letto, secondo me stava sudando.
Poi l’ho accompagnata alla finestra su una mia maglietta, e lì l’ho sventolata.


Tra un paio di giorni sarò in montagna, poca connessione ed anche poco cellulare sino alla fine di agosto. Spero di fare una scorpacciata di fotografie, anche se non sono per niente una camminatrice.

Le formiche non sono poi fortissime.

Sul pavimento in cucina, controluce con la porta finestra aperta,  la Princess ed io osservavamo una briciola enorme semovente, mentre Baby Herman zompettava con una fantastica mazza di cricket.
Una mosca si è posata sopra, ma la briciola non ha rallentato.
Baby Herman ha cominciato a vacillare e plof, si è seduto sulla briciola.
Era troppo per la formica, che poi ha vagato per la cucina sbandando come fosse ubriaca.

delfini

Guardo pochissimo la televisione, ascolto più che altro le notizie mentre faccio altro. Però in queste sere estive mi capita spesso di soffermarmi a guardare, ad ascoltare, su Rai 1, il Gran Varietà, non sono sicura che l’aggettivo sia quello, però, gran.
L’archivio Rai, con Fabrizi, Totò, l’archivio in bianco e nero è uno scrigno pieno di meraviglie.
Una scenetta  ed un cantante italiano si intervallano.
Mi è capitato stasera di ascoltare, vedere, Modugno, che canta seduto, con il figlio Massimo. Il figlio Massimo lo guarda con un forte affetto che mi pare sincero.
Modugno appare vecchissimo, ma sono i postumi dell’ictus.
Forse si può dire che farlo cantare in quelle condizioni fosse una strumentalizzazione del suo stato, questo mi è venuto in mente. Ma poi no, la sua energia e la sua passione trasudavano. Non era indotto a cantare, voleva cantare, voleva la sua vita, e quella era l’ultima canzone che ha scritto.
Ho cercato in Internet  l’anno della sua morte, e del tutto casualmente, mi sono accorta che era il sei agosto 1994, oggi è il quindicesimo anniversario, e lo celebro io qua, che da vivo lo ho ascoltato distrattamente, non avevo gli anni giusti, e leggendo della sua vita su Wikipedia .. ecco, non mi ero resa conto che fosse un personaggio così.  Gli episodi, i fatti,  si sanno, ma a leggerli tutti in fila fanno un effetto diverso.

Anche andare in ufficio può essere pericoloso.

Sono rimasta chiusa in ascensore, una spanna oltre il quinto e ultimo piano. Per fortuna non ero sola, se no davo i numeri.  Così, in quattro, le battute si sprecavano. Gentile il collega responsabile della sicurezza del quinto piano (che poi magari mi legge qui). Gli ho ingiunto di mettersi l’elmetto per parlarci, voleva raccontarci una barzelletta e in coro gli abbiamo detto di no, rischiava, prima o poi saremmo usciti…

Hanno chiamato addirittura i vigili del fuoco, perchè il tecnico latitava. Volevo essere salvata con una scala, sarebbe stato romantico, invece ho sentito solo il rumore di una serratura, e la porta si è aperta, qualche collega superfluo presente, di quelli tipo pensionato che c’è un incidente e corre a vedere, di quelli che creano le code in autostrada.