mi ritrovo sulla riva del lago a lanciare i pezzetti di pane secco alla fauna avicola.. Non è una cosa facile riuscire a farlo con equità!
Il cigno è prepotente, e cerca di allontanare gli altri, beccandoli sul dorso.
Le anatre vedono un po' di tafferuglio, ed arrivano anche da lontano, ma sono timorose del cigno.
I gabbiani, che d'estate si facevano i fatti loro in mezzo al lago, ora accorrono in picchiata, stridendo, e ancora le anatre si scansano, una furbissima ha nuotato fin sotto il pontile dell'imbarcadero, inseguita da un gabbiano.
I piccioni e i passerotti si affollano sulla riva.
Lo svasso continuava indifferente le sue immersioni, mentre lo svassino piccolo faceva prove di immersione vicino alla riva, ma ad un certo punto è scomparso.
Nel porticciolo, c'erano molte anatre, che però rubavano i pezzi di pane alla folaga solitaria: avendo un becco piccolo appuntito la poverina aveva difficoltà a trattenerli
Una barca galleggiava semi sommersa, ed un'anatra ci si è avventurata sopra, e poi è schizzata e se l'è data a gambe palmate nuotando: indovinate cos'era successo? Dalla barca è spuntato lo svassino, quello che già l'altra settimana si divertiva a punzonare le papere arrivando di nascosto sott'acqua. L'Oco starnazzava goloso nuotando, mentre le colleghe oche, quattro poi e non cinque, camminavano dondolando come le oche degli Aristogatti, e si sono fermate a mangiare i pezzetti di pane che ho tirato loro, ma non tutti, perchè proprio da oche alcuni non li hanno visti, camminandoci sopra.
Archivio mensile:ottobre 2010
oggi piove, e le papere.
Ora sì che c'è silenzio assoluto. Ho spento il fuoco sotto la pentola, le patate che avevo messo a bollire sono pronte. Per me milanese, la cosa fantastica di questa casina a Pallanza che mi sono trovata, è il silenzio. E' situata tra i vicoli di acciottolato del centro storico, a ridosso del lungolago. Macchine poche, solo quelle dei residenti. Il silenzio è ancora più totale, perchè piove, e non c'è nessuno in giro. Credo che oggi sarà una giornata pigra, avevo intenzione di fare un giro in bicicletta, ma non sono così determinata da affrontare la pioggia. Certo uscirò quando smetterà, per portare il pane secco ai miei amici paperi.
Ieri sera quando sono arrivata, ho fatto un giretto veloce sul lungolago, per vedere come stavano… nonostante fossero già quasi le dieci, si vedeva sull'acqua il petto bianco di uno svasso, a quanto pare sempre attivissimo. Forse, se è ancora qui a metà ottobre, non migrerà. Sui moletti si vedevano le sagome delle papere addormentate, e su uno di quelli, in loro compagnia, un cigno bianco allungava il collo e si acconciava le piume del dorso, si sprimacciava per dormire, poi avrebbe adagiato il collo lì.
Strano, però, un cigno solo, "dispari", e strana la postazione. Forse, perchè finita l'estate, il lungolago è tornato molto tranquillo. Qui a Pallanza c'è di solito una coppia, quella che ho fotografato spesso con i quattro cignetti, che sono però spariti. Ora dovrebbero essere grandi quanto un adulto, ma ancora con piume marroncine, e dovrebbero essere ancora con i genitori, penso. Almeno, l'altro week end erano qui in visita i cigni di Intra, una coppia ed un figlio, e stavano ancora tutti insieme, adulti e giovane. Le famiglie dei cigni sono molto unite, e credo anche le coppie di svassi; hanno anche l'identica abitudine, nuotando, di portare i piccoli sul dorso: arrivati alla meta, vedi le ali sollevarsi leggermente ed i piccolini scivolare giù, pluff, nell'acqua.
Le oche nel porticciolo dormivano, spiate da un gatto, tre tutte vicine, e due staccate, una a sinistra ed una a destra del gruppo di tre. Data l'oscurità non ho potuto riconoscerle. Quando sono arrivata a Pallanza erano sette, poi erano diventate cinque. L'ultimo week end che ho passato qui sembravano inesorabilmente diventate quattro, più Oco.
Quello che io chiamo Oco è arrivato un giorno di luglio, in realtà non ho idea se sia maschio o femmina. Spero sia di sesso diverso da quello del resto del gruppo, così magari si daranno da fare, non mi pare le oche si siano date alla riproduzione, non ho visto ochini galleggianti, in primavera e nell'estate.
In ogni caso, Oco è un "diverso": ha becco e zampe più arancioni delle altre oche (che sia un fattore dipendente dall'età?) Non ho mai visto le oche, contro ogni leggenda sempre silenziosissime, uscire dal porticciolo, e raramente le ho viste nuotare; al pomeriggio vanno a dormicchiare in una aiuola erbosa, e forse è qui che sono facile preda di cuochi malintenzionati. Oco no, nuota starnazzando anche nel lago aperto, l'ho trovato un giorno anche sul tratto di lungolago più "turistico", si mescolava tra le papere ed i cigni, pareva si allungasse cercando di sembrare un cigno.
Soprattutto, Oco e le oche non stanno mai insieme, non hanno fatto branco. Così ieri sera ero curiosa, vedendone cinque. Che fosse tornata l'oca dispersa? Oppure Oco, avvicinandosi il freddo, si sta integrando con il branco, o il branco ora lo accetta? Il moletto di fronte, dove di solito staziona solitario Oco, non era illuminato e non arrivavo nell'oscurità a distinguere la sua sagoma bianca.
Beh, prima o poi vincerò la pigrizia ed uscirò.
w i minatori cileni!
Devo premettere che non sempre sono una lettrice attenta della carta stampata, o webbica che sia. Capita a volte che sia inutile la lettura approfondita, perchè alcune notizie si respirano.
Per esempio la storia dei minatori cileni. Non ho letto articoli, ho ascoltato qualcosa in televisione. E poi qualche aggiornamento.
La sensazione che mi arriva è di compostezza, di ordine. Questi 33 poveretti (soffro di claustrofobia, impazzirei se capitasse a me) erano rassegnati anche a stare sotto terra 4 mesi, pregavano Dio, non davano in escandescenze e non maledicevano nessuno. Sono stati fatti studi e tentativi per tirarli fuori, poi hanno trovato la strada e ci hanno messo meno del previsto. La sensazione è che tutti lavorassero con un obiettivo comune.
In Italia, penso,ci sarebbe stata la solita sceneggiata, accuse reciproche e recriminazioni, per scoprire che alla fine qualcuno mangia sulla fornitura delle trivelle dei soccorsi.
Adesso che stanno uscendo, dopo questo lungo parto cesareo dal ventre della terra, spero non ci sia l’assalto dei giornalisti, per rimestare nel torbido, per sapere se là sotto sono sempre andati d’accordo, e cose così. Perchè si può anche lasciare che qualche cosa sia bello, abbia un lieto fine, e vissero tutti felici e contenti. Tra tassisti massacrati per un cane, e infermiere per un biglietto d’autobus, e lo zio, e le squadracce di tifosi, per dirne solo qualcuna,le ultime, chè altre ce ne saranno.
bus
Ho i piedi gelati, ed anche un po' le dita,adesso che ho allontanato la micia, che mi faceva da manicotto, ma volevo avere i polsi liberi, per scrivere. La finestra è aperta, e si sente il rumore di pioggia, goccione pesanti che cadono. Pensavo, annoiandomi un po' su FB, che una volta non c'era evento o pensiero che mi toccasse, che non finisse su queste pagine.
E così pensavo di scrivere oggi sul bus che mi portava verso casa, con uno sbuffo d'aria gelida sulla testa, anche all'andata, a dire la verità: l'aria condizionata, ora funziona, si vede, anzi, si sente.Quando sono sugli autobus più nuovi, li studio, devono essere innovativi, penso, li studio perchè, in genere,li odio. Probabilmente, se mi piacessero, non ci penserei tanto su.
Odio per esempio i melobruchi, il filobus a lombrico verde.
Su alcuni bus c'è un sedile matrimoniale, unico, e molto largo.
Ci sono un tot di posti riservati ai diversi abili, spesso sono gli ultimi a essere occupati. Non so se per senso civico, o per non essere magari subito costretti ad alzarsi.
Ci sono gli spazi riservati alle carrozzine, ma una persona in carrozzella sull'autobus l'ho vista solo a Torino. Milano è una città molto attenta, ora una gran quantità di marciapiedi hanno lo scivolo, solo che spesso hanno comunque un piccolo dislivello, superabile, credo. Però in giornate piovose tipo questa, diventano una specie di Aquafan, alla fine di ogni scivolo c'è il laghetto.
In ogni caso, le mamme con passeggini li usano,e sono comodi, io me lo sognavo, quando avevo i bimbi piccoli.
Ma tornando agli autobus di modello recente, un altro difetto secondo me è che hanno incollato i sedili alla parete, senza la minima tolleranza per chiappette sporgenti. Quando mi capita di dovermi sedere lì, cerco di darmi un tono.
Un altro problema sono i posti a salotto.
Ah no, prima devo dire dei due posti in fondo, strettissimi, se sorridi lo schienale di fronte ti carezza i denti, e dalla parte dei piedi sboffa fuori un'aria caldissima. Davanti a questi, si stendono i posti a salotto, due di fronte a due, senza tavolino in mezzo.. Una prova di equilibrismo arrivare ai posti contro i finestrini quando quelli verso corridoio sono occupati, magari da persone con l'ombrello, e non è che ci sono tanti punti per attaccarsi. Alcuni passeggeri si conoscono tra di loro, e chiacchierano disinvoltamente, gli altri, estranei, assistono, con le mani sulle ginocchia, maledicendo di avere le scarpe n. 40, che non si riesce a non toccare i piedi di quello davanti. Poi, per finire il monoblocco da otto posti, ci sono anche i due posti con lo schienale contro i posti a salotto: di questi, il posto accanto al finestrino è abbastanza stabile, l'altro assolutamente no, occorre puntellare i piedi in curvaNon è che ho mai voglia di tanta promiscuità, ovvio che mi adeguo, se no userei il taxi o la macchina, ma gli autobus vecchi, ed anche molti tram, rispettavano di più questa esigenza, non è che tutti hanno voglia di ricevere gli aliti, o il braccio sudaticcio contro.
Con i posti in fila di profilo, lungo i finestrini, rimaneva più spazio per le persone in piedi, ed anche per andare alla porta: ora ci sono, dentro ad un bus, piazze d'armi e strozzature. Nelle piazze d'armi, per stare attaccato bene, devi essere altissimo: stamattina ho provato un po' a stare attaccata alla maniglia penzolante, non mi sentivo niente stabile, penzolavo anch'io, dietro al movimento della maniglia. Avrei voluto afferrarne anche un'altra, ma mi vergognavo. Per fortuna una ragazza, appoggiata al vetro, riordinava scontrini, ogni tanto uno le cadeva e lei lo raccoglieva, è scesa, e mi sono affrettata a sgusciare lì, al suo posto in piedi.
assaggio d'autunno
Ieri era una giornata nuvolosa, al mattino ha piovuto, nel pomeriggio il sole a tratti si faceva strada. Il tramonto è stato così… stanco.
Vedendo tre cigni, di cui uno beige screziato di bianco, ho pensato che fossero quelli che avevo visto nel porticciolo di Intra a metà settembre. E avevo ragione… usciti dal porticciolo, hanno virato a sinistra e velocemente sono scomparsi alla vista.
Una siepe dal fiore giallo, a Villa Gulia, non so come si chiami. Lo stavo fotografando e due signore si sono fermate, osservando le gocce di pioggia sui petali… per un attimo mi sono sentita utile.
Le oche dopo la passeggiata ai giardinetti tornano nel porticciolo. Sono un po' preoccupata per loro.
Quando ho preso la casa a Pallanza erano sette, poco dopo erano diventate cinque. Non ho visto nidiate, ed ora sono quattro. In luglio è arrivato un intruso, che io chiamo Oco, ha le zampe ed il becco più arancione,è più vivace di queste, non si unisce al gruppo, e nuota, anche oltre il porticciolo: le oche si vedono poco in acqua, e mai le ho viste fuori, nel lago aperto. Forse Oco vorrebbe essere un cigno.
Il cigno giovane sta facendo esercitazione, credo.
A questa foto tengo moltissimo, ho avuto come si dice culo nel riuscire a riprendere lo svasso sott'acqua. E' lo svassino, che si diverte a pinzare il sederino delle anatre arrivando sott'acqua: ieri glielo ho visto fare più volte, ed una l'ho cuccato. Ingrandendo la foto, magari direttamente da Flickr, si vedono bene anche le zampotte, ed il collo allungato, il becco e l'occhietto aperto!
Non mi ricordavo che avevo lasciato l'opzione del colore con seppia… vabbè.
Comunque, buttando pezzi di pane gli uccelli si scatenano ed arrivano da ogni parte.
Si vede che è cominiciato l'autunno… i gabbiani sono tornati a riva, in giugno luglio e agosto se ne tenevano lontani., e sono tutti più affamati, forse anche perchè ci sono meno turisti.
Io mi diverto come una bambina… che c'è di male?