LIBRI
Non sono una gran lettrice…non perchè non sono golosa di libri, ma perchè sono diventata lentissima.
Comunque un bloggger che ogni tanto mi legge, e spero che mi corregga se scrivo cavolate, mi ha segnalato un sito, direi figlio di yahoo, per appassionati di lettura.
Sarebbe http://www.anobii.com/anobi/anobii_home.php ; il mio indirizzo specifico lì dentro è questo
In parole povere, ci si registra, se si vuole si mette l’indirizzo del blog, se vuoi un avatar, inserisci i libri della tua libreria, quelli che stai leggendo, quelli che vuoi leggere, che hai finito, puoi commentarli, ti segnala chi ha librerie simili alle tue, ti commentano, leggono il blog, altrettanto puoi fare tu, insomma un’altro mezzo di comunicazione con qualcuno che condivide la tua passione per il libri.
Al momento ho inserito due libri, non è che ho mica capito ancora bene tecnicamente come funziona il tutto, non sono andata a vedere nessuno, ma mi sembra una buona cosa… pian piano mi ci muoverò come nel blog, immagino. Anche qui non sapevo fare nulla! adesso poco di più di nulla, vabbè, non sottilizziamo.
Ne scrivo perchè per me è una cosa nuova, se poi lo conoscete già tutti, abbiate pazienza.
Archivio mensile:luglio 2007
SON PARTITA, SONO TORNATA




ALBERGO
Dove sono è un albergo a due stelle, due stelle e Milano le guarderei con sospetto. Qui conduttori sono simpatici, giovani, si capisce lontano un miglio che ci hanno investito la loro vita e si stanno facendo come si dice un culo così. Completano l’equipaggio una bimba, i genitori di lei, mi pare, ed una cagnolona labrador essenzialmente sdraiata.
Mi piace venire qui perchè ha le comodità della città ed è sul mare, che è pulito, e adoro questo albergo perchè è alla fine del lungomare, dove la città non si sente più.
Lo adoro perchè dormo con le finestre aperte ed il rumore del mare, e c’è sempre la luna sorridente che manda i suoi riflessi sulle increspature sino alla mia finestra, mi dice guarda come sono bella, sogna, e c’è sempre quando apro gli occhi nel mio sonno interrotto, e c’è ancora al mattino presto, impallidita, salutata dai due o tre gabbiani che saltellano sulla spiaggia finchè non arriva gente.
Luna di tre quarti, non farò in tempo a vedere quando infuocata ti appoggi sull’orizzonte, a cercare refrigerio nell’acqua ormai scura.
E’ la terza volta che torno qui, l’anno scorso una settimana ed un week end lungo, quest’anno otto giorni.
Ieri mi piaceva la mia serata solitaria, in possesso finalmente della mia copia di chiavi me la sono presa comoda, col gelatino serale sono andata in città a fare il bancomat, e sono tornata lungo il lungo mare, fermandomi a guardare quelli che pescavano, che non pescavano nulla. La gente che fa il bagno di notte è aumentata, un po’ come i ravioli, che una volta erano un piatto della domenica oggi la grande distribuzione te li tira dietro come piatto veloce, cottura 1 minuto. Ora le spiaggia, di ciottoli, è tanta, il mare si è un po’ ritirato all’interno dei frangiflutti, e i tratti di spiaggia libera sul lungomare sono affollati. Un po’ dispiace…chissà gli anfrattini di un tempo forse sono ancora poco frequentati, un po’ lontani dal passaggio, dove c’era chi portava la chitarra chi cantava e chi limonava.
E’ nella sala ristorante dove avviene il confronto col tempo, dove ti accorgi che il tempo passa e non passa mai. Cose e persone restano immutati, e mutano.
Nell’angolo in fondo a destra non c’è più la signora Dina, una ottantenne riservata e senza parenti, che viveva in albergo: qualcuno per lei aveva fatto i conti che le conveniva piuttosto che abitare da sola in un appartamento tra affitto bollette cucina e pulizie. Come nei romanzi di un tempo.
Non c’è più Alessia, la cameriera che sfrecciava tra i tavoli sempre allegra, e che ruzzolò giù dai gradini spaventandoci tutti. C’è Christian più grandicello, che però fa ancora “bu!” dal seggiolone alla Princess. E ora son partiti altri nonniu entusiasti del loro nipotino, da sembrarmi incontinenti… Io sono seduta vicino allo specchio che corre lungo la parete, e controllo tutto… Giorni fa entrambi avevano fatto dei cappuccetti con la carta dei grissini e se li erano messi sul naso, e muovevano le teste per farlo ridere, ed un altro giorno si passavano un girandolone giallo e nero.
C’è ancora il vecchio alligatore, una signora anziana con la bocca larga che non è mai contenta di niente, e chiede a tutti da che città vengono. Appassionata quindi di geografia o di affari altrui, non sa però dov’è Abbiategrasso. Ogni tanto ha ospite una donnona che se la vedi da dietro sembra un uomo, e se la vedi nello specchio come la vedo io mangia senza dentiera ed è impressionante la bocca piatta che sparisce.
Una anziana coppia che non avevo mai visto prima, lui faceva le solite battute sul tiramisù che gli avevano appena servito, ho pensato chissà lei quante volte le avrà sentite in secoli di matrimonio…
La sala ristorante mi sembra un po’ come i gironi danteschi.
In fondo c’è la riga dei vecchi
In mezzo la fascia di famiglie con bambini.
Io sono nella prima fascia , forse la riga adolescenti, grazie alla Princess. La nostra vicina è un’universitaria piacentina, e io di fronte alla Princess, gli altri tavoli sono vuoti. Se fossi venuta da sola, dove mi avrebbero messo?
Se prenoto un’altra volta, bisogna che mi ricordi, camera sul mare col balcone, e una riga giovanile per favore.
26 luglio SMS
Finito “Amore, ma quanti siamo?” vivo e semplice
A me è sembrato sopratutto vivo… non lo definirei semplice.
Semplice come spontaneo naturale
Insisto…non è naturale…i personaggi si spaccano il culo…per vivere.
Ma è così che si vive!
Un piccolo libro, di Giuliana Indiani, opera prima.
Promette già bene la dedica, “A tutti quelli che cercano se stessi e, qualche volta, si trovano.”
L’accettazione di sè e degli altri. In questo leggevo la semplicità. La fluidità di un gruppo di persone che si frequenta da tempo. Accettare sè stessi è il lavoro di una vita, accettare gli altri non è da meno, e c’è chi non ci riuscirà mai, e sono gli sconfitti della vita.
Il romanzo è pieno di notazioni “umane”, cioè di reazioni che magari non siamo abituati a notare.
Un capitolo inizia parlando della famiglia “…le persone diventano quello che sono state… Il tuo essere muta e si trasforma in quello che è il riassunto della tua infanzia…”
“Sbagliare, perdere, dire no, tornare indietro, imporsi, scusarsi, amare qualcuno che non ti vuole, sono tutte cose che fanno parte del pacchetto omaggio che ti mettono vicino quando vieni al mondo. In mezzo ai regali che qualcuno scarta per te, c’è questo pacchetto invisibile. ….E’ la vita, la strada che farai. Sono le volte che sarai stanco e dirai “non ce la faccio più” ma potresti anche dire “domani provo un’altra strada”. Ecco la differenza! “
Ecco, non so perchè domani…e non subito.
Mentre leggevo, da un punto di vista lessicale, mi chiedevo cosa si capirà di questo libro se verrà letto ancora tra molti anni, tanti sono i riferimenti quotidiani… tipo “mettere una cassetta coi cartoni” … è il nostro linguaggio quotidiano., ma se uno si attiene al senso letterale della parole… e riflettevo su questa cosa. Magari non sappiamo, leggendo un romanzo “antico” cos’è un biroccio…e magari un giorno si cercherà sul dizionario anche cassetta. Nastro con registrazione di filmato con contenitore di plastica.
“mamma ti è arrivato un messaggio”oggi si pensa al cellulare, una volta c’era un latore con una bustina, ancora prima un messaggero in calzamaglia e piuma sul cappello, che srotolava una pergamena…
25 luglio mattina PENSIERI SPARSI
Non so se alla fine questa vacanza sia un bene o un male.
Innanzitutto non mi posso godere il sole pienamente, senza vincoli, dopo l’arrossatura della schiena che mi fa ancora male. Secoli che non mi succedeva, ho la pelle chiara ma di solito non mi scotto.
Dormo molto, ma è un sonno interrotto, faticoso.
Sono però contenta di alcune foto che ho fatto.
Il silenzio e la solitudine in cui soprattutto alla sera mi ritrovo mi lasciano tempo per pensare, che è una cosa che mi fa malissimo.
Alla sera giusto due passi, la distanza dell’albergo dalla migliore gelateria, da sola, a prendere il gelato, un cono con tre gusti,come facevo ogni sera da bambina con la mamma, e l’Angela, a Rapallo. Limone fragola pistacchio, da 30 lire, come la bandiera italiana, ci tenevo patriottica che ero, mi lasciava con la cameriera, che portava in vacanza in albergo perché badasse a me, e andava a giocare a carte.
Qui ancora pistacchio, e vaniglia, ho trovato il gusto cannella e ieri ho sperimentato il pannosissimo gusto meringa, da affondarcisi dentro, morbido e dolce come una vasca piena di schiuma. Questa è stata la sensazione clou della serata.
Perchè poi sono risalita in camera, un breve scambio di sms, due parole al cell con un amico, ho preso in mano il libro da leggere e invece leggevo i miei pensieri e mi sentivo triste da morire.
In questo albergo manca un tavolo da ping pong, secondo me. Ci gioco piuttosto bene.
E’ una strana cosa, la solitudine.
Soli in mezzo alla folla, vero, è un luogo comune ormai.
Sento una folla affettuosa intorno a me, affetto pienamente ricambiato.
Mi piace stare sola, adoro conoscere persone.
Come dicevo in un sms ieri, sono da sempre un cane sciolto, la vita di branco, che ti protegge ma però ti detta le sue leggi, non fa per me. Accetto le briglie e il morso quando sono io a mettermeli, e sono pronta a toglierlo per un nulla, una sfumatura.
Mi piace il mio blog porto di mare, non amo i blog tipo corte del re sole.
Ma certe volte mi sento sola. Non dovrei, però.
22 luglio – In vacanza con la Princess
Sul letto “Non vedo, ho già tolto le lenti.” si gira e prende il portaocchiali. Gli occhiali però sono a Milano.
In spiaggia ore 11 “Ho perso una lente in mare, vado in albergo”
Ore 11.30 “Mamy mi è caduto il tappino del liquido delle lenti nel buco del lavandino”
Sera “Mamy esco”
“Prendi la chiave”
“Hai preso la chiave?”
ore 23 sms “hai lasciato qui la chiave”
ore 24 mi suona il cell “mamy non ho la chiave”
Mamy infila vestito e scende ad aprire.
Mercato sui lettini in riva al mare.
E’ giovane, con la faccia simpatica, minuto. Si ferma con le collane.
Calamita? Collana? Caviglie?
Questo arginti, questo vinti. Senti peso.
Troppo. No no no sguardo scherzoso feroce
Questi tre vinti. No no no arginti.
La Princess spunta tre braccialetti a 15 euri.
Ripassa, mi saluta, sorrido, si ferma. “Sei riuscito a vendere altre cose?”
Sorride e fa segno verso se stesso. “Io vinti anno, di Bangladesh, poco italiano, un mese.”
Torna la Princess, lo vede allontanarsi e le riferisco di quel simpatico ragazzo. E lei “Come fai a saperlo?”
“gli ho chiesto se aveva venduto altre cose”
“ e non sai come si chiama?”
“ no, non so che domanda gli devo fare”
La voce i colori del mare, le nuvole che giocano, le luci
la finestra della nostra stanza
22 luglio notte
Sono sola nella stanza, sto meglio, al ritorno dalla spiaggia rabbrividivo, ero rossissima, un leggero senso di nausea. indolenzimento ovunque. Insolazione credo. Fatta la doccia, cenato, San Nimesulide, spalmata di crema. Sola…chiudo gli occhi, mi sento avvolgere. Sola, sono sola.
STAZIONE, ATTESA
22 luglio 2007
Ora che ho scritto la data, mi è venuto in mente che forse oggi è l’anniversario di matrimonio, il venticinquesimo, le nozze d’argento, e sono al mare con la Princess, e quando avevo fissato l’albergo manco ci avevo pensato a questa data e tutto sommato è meglio. In questo matrimonio anomalo, dobbiamo ancora fare il viaggio di nozze.
Non mi sento sposata, non voglio essere sposata. Non penso in due. Penso alla famiglia, ma essenzialmente la famiglia sono i miei figli, il loro presente, il loro futuro, la speranza che negli anni a venire pensino anche di non aver avuto un brutto passato.
Mi chiedo se so cosa voglio invece.
So che quando si è vecchi, e noiosi perchè si dicono sempre le stesse cose, con le dita nodose e gli occhi sbiaditi e si è magari ammalati, è solo il coniuge che ti sta vicino, i figli, se hanno tempo. E l’idea di affrontare la singletudine alla mia età mi spaventa per questo.
Vorrei essere importante per qualcuno che sia importante per me, se è questo l’amore.
Eppure, non sono capace di darmi, se l’amore deve essere un qualcosa di assoluto, totalitario, non sono di nessuno.
I “miei” uomini, storie, storie sospese, storie finite, storie che avrebbero potuto essere e non sono state…ognuno era per me qualcosa di speciale, ognuno ha pensato di essere unico… Si unico, tanti unici…nessuno mi possiede, nella vita restano, e resto.
21 luglio
Sto pensando di chiudere questo blog e riaprirne un altro. Un po’ perché non vorrei lo avesse trovato mio fratello, un po’ perché vorrei ricominciare da zero. Avrei già anche trovato un nome e un nuovo nick.
Ricominciare con tutto quello che ho imparato qui dentro. Ricominciare senza amici e senza link. Vedere chi resta. Poi penso che va bene così, tenere una certa seria leggerezza. Massì gli “amici” in un blog non sono i pilastri della vita, sono persone con cui scambiare qualche pensiero e qualche sorriso.
Certe volte avverti rivalità. Certe insensibilità. Mi stanno sulle palle quei discorsi avvitati su se stessi, senza uno sguardo, senza un pensiero per chi ti vive intorno, o ti legge, a meno che non sia finalizzato alla tua persona.
Non mi aspetto mai troppo dagli altri. Vorrei potermi aspettare sincerità e rispetto, che è quello che mi sforzo di dare, ma non è da tutti, soprattutto il rispetto, presente in tutte le sfumature del vivere. La sincerità in fondo è sempre uno dei suoi aspetti.
Non mantengo la parola il cielo è grigio e piove….per cui posto.
La mia prima volta in un internet point…