Archivio mensile:Maggio 2006

I responsabili sappiano che ieri sera mio figlio ha esordito in chat
con la sua mammina con

Ciao  TippeToppe
altro che  "mamma mia adorata", "diletta madre" e cose così, con il rispetto che mi sarebbe dovuto.

Tanta selvaggina catturata dalle chiavi di ricerca… certo che fanno riflettere.
Tiptop:   qualcuno mi spia.Che sia il capofamiglia? no… abita ancora qua.
Princess alla:    viene sempre fuori è qualcosa che centra col s e x— per cui credo la troverò a vita.
Mamma rompiballe:    mi fa pensare,  che trovino me.
Come si smaltiscono  i carboidrati:   mi riempie di sensi di colpa.
Senza occhiali non ci vedo un accidenti:    ma è una chiave di ricerca? Quasi quasi provo con "senza scarpe i sassi mi fanno male ai piedi" e voglio vedere mo’ che trovo. Magari me, l’ho scritta qui. E’ un circolo vizioso.
Va o vitellio al suono di guerra del dio romano: a qualcuno gli hanno fatto il giochino
Quando i padri separati devono vedere i figli:  una premonizione?
Mcchine per ponpon: non mi sembra di aver parlato di ponpon,… però c’è modo e modo per segnalare un errore di battitura!
Piccio Paccio: è una cosa che si cerca in Internet?!

Ineffabile Princess.
Sabato di ritorno da scuola annuncia
"mamma devo uscire subito, devo andare con J e S a volantinare in Duomo."
"Per le elezioni?!"
"No, per pubblicizzare una maglietta"
"Una maglietta? E ti pagano?"
"Ci danno la maglietta e poi sì ci pagheranno"
Non mi sono scomposta più di tanto, anche Primo Figlio si era fatta una carriera da volantinatore, diventando managerialmente coordinatore di volantinatori in breve tempo. Gli istudi bocconiani mica sono uno scherzo, eh. Aveva avuto un minimo crollo delle sue certezze quando per distribuire il giornalino gratuito City dell’Azienda Trasporti Pubblici, indossando maglietta City e cappellino City, gli avevano assegnato il marciapiedi antistante detta università, e già meditava di recarvicisi con nasone finto e baffi finti.
Così la Princess  è stata via tutto il pomeriggio, ed è tornata tutta contenta indossando una maglietta bianca aderente con su scritto S.E.X.
"Questo significa che la mia bambina è stata tutto il pomeriggio a dare volantini  S E X con una magliettina con scritto S E X in pieno centro? "
"Non erano volantini, erano adesivi"
Ah beh, allora…. questo sì che cambiava tutta la situazione…
"Che differenza fa?" 
"Che i volantini non li vuole nessuno e li buttano via e ti rispondono magari male,  invece gli adesivi li prendono e li attaccano dappertutto! Adesso è tutto pieno di S E X sui pali e così."
 " E quanto ti hanno pagato?"
"Niente, ci hanno dato la maglietta che in negozio la paghi 25 euro e sabato prossimo se andiamo ancora ci daranno 15 euro"
Ho pensato, sì sabato prossimo andrà qualcun altro che si accontenterà della maglietta.
Poi l’ho guardata, la maglietta, non era niente male. L’aveva pensata un ragazzo amico di S, e gliela avevano presa in un negozio di cose americane, e ora pare avesse buone possibilità di entrare nei templi della moda adolescenziale.  Perchè la maglietta nella sua semplicità non era affatto male: la S era un serpentello, la E una mela sbocconcellata nei punti chiave, la X un accoppiamento,  stilizzato e non volgare, tra due J. Dietro, su una spalla ,  una specie di timbro con su scritto Dal giorno della crazione,peccato originale, in inglese.

Come sempre con lei le cose vengon fuori a poco a poco.
Anche le vacanze, "Mamma posso andare una settimana al mare con F.?
"Piccola, chiedi anche a tuo padre… mica che poi rogna a me
"Papi posso andare una stttimana al mare con F?" 
  " Dove?"  "Al mare…"
"Ah, al mare!
E non ci furono altri commenti da parte sua.

Come la sera prima:
" Mami se andiamo in campagna per il w.e. lungo, può venire anche F?"
"Sai che per me non ci sono problemi devi sentire tuo padre"
"Papi se andiamo in campagna per il w.e. lungo, può venire anche F?"
"Quando?"
"Il due giugno"
"Ah"
E non ci furono altri commenti da parte sua.

Meno male che sto così bene con i mie ragazzi, anche ieri sera, mentre eravamo a tavola, al telegiornale stavano dicendo che nell’antica Roma i pendolari c’erano già  e ci mettevano lo stesso tempo di adesso per raggiungere il posto di lavoro, e inquadravano colonne di auto… e ridevamo come due sceme, la Princess diceva immaginati un traffico di carretti tutti in colonna , la gente in piedi nella metropolitana con la tunica. Sciocchezze, ma almeno si sorride un po’.

e allora anche questa

English Lesson N.2

Tant ma tant temp ago, ce stava ‘na little Red Cappucciett.One mattin her mamma dissed: "Dear Cappucciett, take this cest to the nonn but warning to the lup that is very ma very kattiv! And torn prest! Good luck! And in boc at the lup!".
Cappucciett didn’t capl very well this ultim thing but went away, da sol, with the cest. Cammining cammining, in the cuor of the forest, at a cert punt she incontered the lup, who dissed: "Hi! Piccula piezz’e girl! ‘Ndove do you go?".
"To the nonn with this little cest, which is little but it is full of a sacc of chocolate and biscots and panetons and more, more, more and mirtills" she dissed.
"Ah, mannagg ‘a maruschella (maybe an _expression com: what a cul that I had)" dissed the lup, with a fium of saliv out of the bocc.
And so the lup dissed: "Beh, now I dev andar because the telephonin is squilling, sorry."
And the lup went away, but not very away, but to the nonn’s house.
Red Cappucciett, who was very ma very lent, lent un casin,continued for her sentier in the forest.
The lup arrived at the house, suoned the campanel, entered, and, after saluting the nonn, magned her in a boccon.
Then, after sputing the dentier, he indossed the ridicol night berret and fikked himself in the let.
When Red Cappucciett came to the fint nonn’s house, suoned and entered.
But when the little and a bit stupid girl saw the nonn (non was the nonn, but the lup, ricord!) dissed: "But nonn, why do you stay in let?".
And the nonn-lup: "Oh, I’ve stort my cavigl doing aerobics!"."Oh, poor nonn!", said Cappucciett (she was more than a bit stupid, I think, wasn’t she?). Then she dissed: "But… what big okks do you have? Do you bisogn some collir?".
"Oh, no! It’s for see you better, my dear (stupid) little girl" dissed the nonn-lup.
Then Cappucciett, who was more dur than a block of marm: "But what big oreks do you have, do you have the orekkions?"
And the nonn-lup: "Oh, no! It is to ascolt you better".
(this girl is veramente rincoglionited) said: "But what big dents do you have!".
And the lup, that at this point wanted to dir: "Cossi ti mai?" (maybe an _expression com: to buy to you the little machine, never?) dissed: it is to magn you better!
And magned really tutt quant the poor little red girl.
But (ta dah!) out of the house a simpatic, curious and innocent cacciator of frodo (maybe a city near there) sented all and dissed: "Accident! A lup! Its pellicc vals a sac of solds. And so, spinted only for the compassion for the little girl, butted a terr the kils of volps, fringuells and conigls that he had ammazzed till that moment, imbracced the fucil, entered in the stanz and killed the lup.
Then quarced his panz (being attent not to rovin the pellicc) and tired fora the nonn (still viv) and Cappucciett (still rincoglionited). And so, at the end, the cacciator of frodo vended the pellicc and guadagned (Honestly) a sacc of solds.
The nonn magned tutt the leccornies in the cest.
Red Cappucciett … beh!, let her stay, because she had capit.
And so, everybody lived felix and content (maybe not the lup!).

Una di quelle cose che stanno facendo il giro del mondo via mail….
ed è passata a trovarmi

Autentici rapporti di classe e personali riportati sui registri scolastici.

1) L’alunno S. C. lascia l’aula prima dell’orario di uscita dopo aver fotografato la lavagna con il cellulare sostenendo che avrebbe riesaminato la lezione a casa sua.

2) L’alunno A., assente dall’aula dalle ore 12.03, rientra in classe alle ore 12.57 con un nuovo taglio di capelli.

3) Gli alunni M. P. e D. A. dopo aver rubato diversi gessetti dalla lavagna di classe, simulano durante la lezione l’uso di sostanze stupefacenti tramite carte di credito e banconote arrotolate, tentando inoltre di vendere le sopraccitate finte sostanze ai propri compagni. A mia insistente richiesta di smetterla vengo incitato a provare pure io per non avere così tanti pregiudizi.

4) La classe non mostra rispetto per l’illustre filosofo Pomponazzi e ne altera il nome in modo osceno.

5) L’alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori riconsegna il pagellino firmato 2 minuti dopo. Sospetto che la firma non sia autentica.

6) Il crocefisso dell’aula è stato rovinato. Il Cristo ora porta la maglia della nazionale.

7) L’alunno A. durante l’intervallo intrattiene dalla finestra dell’aula gli alunni dell’istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all’istituto che sta dall’altra parte della strada.

8) Dopo aver fatto scena muta durante l’interrogazione di geografia astronomica V. chiede di avvalersi dell’aiuto del pubblico.

9) L’alunno M. G. al termine della ricreazione sale sul bancone adiacente la cattedra e dopo aver gridato "Ondaaaa energeticaa!!!", emette un rutto notevole che incita la classe al delirio collettivo.

10) Facendo l’appello e notando l’assenza dell’alunno S., mi viene detto dall’alunno C. di non preoccuparmi. Quest’ultimo estrae il portafoglio, lo apre e simulando di parlare ad una terza persona urla "Scotty: teletrasporto!". Con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca, l’alunno S. fuoriesce dall’armadio.

11) L’alunno L.P. durante l’ora di educazione fisica insegue le compagne di classe sventolando in aria lo scopino del water.

12) L’alunno L.P. durante la lezione di educazione fisica usa la pertica come simbolo fallico.

13) Si espelle dall’aula l’alunna M. I. perché ha ossessivamente offeso la compagna Sabatino Domenica chiamandola Week End.

14) L’alunna B.R. fa sfoggio della sua biancheria intima lanciandola sul registro del professore.

15) La classe nonostante i continui richiami del professore continua imperterrita durante le ore di c.t.a. a emanare flatulenze senza che i colpevoli si dichiarino e l’aria ormai è resa irrespirabile da tali esalazioni. Si prega di fare nota ai genitori di tale maleducazione.

16) Gli alunni M. e P. incendiano volontariamente le porte dei bagni femminili per costringere le ragazze ad utilizzare il bagno maschile.

17) L’insegnante di latino: "L’alunno è entrato in aula, dopo essere stato per 20 minuti al bagno, aprendo la porta con un calcio; ha fatto una capriola e ha puntato un’immaginaria pistola verso l’insegnate dicendo "ti dichiaro in arresto nonnina!"

18) L’alunno giustifica l’assenza del giorno precedente scrivendo "credevo fosse domenica".

19) T., L. e B. chiudono in bagno una loro compagna perché ritenuta da loro "cesso".

20) Gli alunni B. e B. durante l’ora di italiano compiono irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di carta e saliva (stoppini) contro il ritratto dell’Onorevole Presidente della Repubblica . Si giustificano dicendo di necessitare un bersaglio.

21) L’alunno M.B. sprovvisto di fazzoletti si sente autorizzato a strappare una pagina della Divina Commedia per soffiarsi il naso.

22) P. non svolge i compiti e alla domanda "Per quale motivo?" risponde "Io c’ho una vita da vivere".

23) Gli alunni B. e N. simulano un omicidio in classe, il primo si è steso a terra, il secondo disegna la sagoma".

24) L’alunno M. ha fatto l’ennesima scena muta dicendo che risponderà solo in presenza del suo avvocato.

25) Ora di religione: "Si segnala mancanza del Crocifisso, occultato dalla classe, al suo posto cartello recante le parole "torno subito"".

26) L’alunno M. (egiziano, n.d.r.), continua a ripetere la parola "ano" poiché R. l’ha convito che significhi "dito".

27) Gli alunni P. e A. alle ore 10:25 escono dall’armadio

 

Ecco, il tempo si sta annuvolando, meglio così, per me ovviamente, egoisticamente. Tanto ho sempre tutte le mie imprese casalinghe da affrontare, con uno sprint ed un entusiasmo degno di un bradipo. Chissà se i bradipi provano o manifestano entusiasmo, non ce li vedo. Tipo il capofamiglia praticamente, che non so mai cosa pensa.
Dicevo meglio così.
E’ un periodo in cui sono di poche parole, o per lo meno, mi accorgo che anche in ufficio sono tendenzialmente taciturna e poco partecipe, e sono veramente pochissime le persone di cui in questo momento  gradisco la compagnia.
Meglio così perchè quando c’è il sole va sempre a finire che mi sento sola, non è un gioco di parole.
L’amico F che adoro, quello degli scazzi fequenti per intendersi, mi direbbe " se nessuno può vai da sola, finisce che alla fine non fai niente", ma non è la stessa cosa. Lo so che se volessi potrei andare da sola, ma tante cose è belle farle in compagnia, tipo la mostra di foto de Newton, almeno si parla di quello che si vede, da sola penserei ah, oh, e immagazzino sensazioni, e alla fine non è il massimo, per come sono fatta io.
Ad esempio mi piacerebbe andare al laghetto del "Bosco in città", dove una volta  andavo spesso perchè i miei figli  vi frequentavano le settimane organizzate durante le vacanze estive, "Avventure nel bosco".  Come lo ricordo, è un laghetto artificiale, in certi punti circondato dalle canne, quanche penisolina, un po’ di prato, un punto con le panchine. Ricordo che c’era un punto cespuglioso dal quale spesso fuoriuscivano suoni di bonghi… evabè. E nel laghetto affioravano musetti neri e rossi di tartarughe probabilmente mordaci… tutte tartarughine lasciate libere da chi se era stancato… con grade rabbia dei "creatori " del bosco che volevano un’oasi naturalistica con fauna e flora tipica della zona (mi sfugge il termine tecnico scientifico, non indigeno, non autoctono…boh).
Ma quello che volevo riuscire a rivedere, che mi era sembrato spettacolare, erano pesciolini minuscoli,   pesci ragazzini, non proprio neonati, che balzavano tutti insieme fuori dall’acqua e si vedevano queste continue nuvolette argentate… era uno spettacolo che mi aveva affascinato tantissimo e mi ero fermata lì tanto a guardarli.
E in un giorno di sole vorrei stare lì’ sul bordo del laghetto magari a tirarci dentro sassolini con qualcuno con cui sto bene e parlare del più do del meno, o anche  o tacere del più e del meno.
E’ che poi alla fine non c’è mai nessuno che può. Minimo c’è in ballo il raffredore allergico.
Quello che è bello del rapporto con i miei figli, è che anche con loro starei bene così, ed anche loro, potendo, ci verrebbero, ne sono sicura.  Ma tanto oggi il sole non c’è a far luccicare i pesciolini , la Princess deve studiare come una matta e io sono qua al pc invece di pensare alle faccende che mi aspettano inesorabili.

Sono andata a votare…e sono riuscita anche a tornare a casa, sì, perchè la scheda elettorale grande come un lenzuolo ha cercato di inghiottirmi nella lotta per ripiegarla.
Chissà chi vincerà… Bruno non è tanto popolare, però l’idea di un ex prefetto può dare sicurezza… conto sulla dose di antipatia che emana dalla Leti.
Certo che la massa di carta distribuita dalla C D L  è stata ingente, i cestini erano pieni e anche per terra.  Venerdì tornando a casa ho visto un loro gazebo in piazza Corvetto, facevano intrattenimento musicale. Non la L ega naturalmente , non so perchè, ho l’impressione che  in quel quartiere non si allarghi… o per lo meno io non la noto.
 

Adesso un carissimo amico  starà  suonando la sua musica su un palco e mi piace pensarlo…. è un momento molto importante e mi sento tanto… direi lieta se non fosse un termine desueto.  Poi un pensiero tira l’altro come le cilegie e mi è venuto da pensare come  lo stavo pensando, e pensavo alle stranezze del blog, questi rapporti che si instaurano con persone di cui magari conosci l’anima ma non il volto. E allora pensi a un palco qualunque un scena di folla qualunque  e ai  suoi sentimenti, dentro alla sua musica in mezzo alla gente. Ma soprattutto la sua musica.  Sono le parole che ha detto e le sue lotte che si muovono su quel palco, la sensazione di forza e di  fiducia che dà., senza un volto eppure lo conosco, e il volto  non importa.

ore 21… il concerto è andato alla grande!!! non è che non ho parole… non avevo dubbi!

Visita rinviata a giovedì prossimo il dottore sta ancora operando…

Ho tempo una settimana per digiunare asceticamente e  pedalare come una forsennata; per l’aquagym la vasca da bagno non è sufficiente.

Ho paura del dottore… oggi pomeriggio devo tornare  dall’ortopedico con la risonanza magnetica  fatta al ginocchio in dicembre. Un imperscrutabile referto sul mio menisco, non ci ho capito niente, l’ortopedichese mi è incomprensibile.

Dovevo perdere peso, non sono riuscita a tenere la dieta, troppo nervosa e troppo di corsa per  essere regolare; dovevo fare la cyclette, non ci penso mai e quando mi ricordo mi stufo subito, ne ho già abbastanza in genere di "pedalare" per non arrivare mai a niente; ottimo che facessi aquagym, ho smesso di andarci, sempre troppo affastellata la giornata del sabato.

Dovevo tornare con l’esame fatto ai primi di gennaio, casini sul lavoro, aspettiamo un attimo, poi mi dimenticavo sempre di telefonare al dottore, passava l’ora giusta, dovevo chiamarlo la sera sul cellulare e invece mi addormentavo sul divano, nel w.e. non puoi rompere, e le settimane passavano.

Ho giustificazioni? NO. Quando si tratta di curare me sono un’irresponsabile.

MEMO
Ricordarsi di vivere a lungo.
Ho un sacco di libri da leggere, quelli che mi compro, quelli che mi regalano, quelli che nominano al corso e mi sembrano interessanti. La cosa sconfortante è che nominano un sacco di libri che ho già letto e non me li ricordo più. Rileggere anche quelli.

MEMO
Buon Cavil alla pianta 10 €.
Era scritto oggi  su un cartello appoggiato a un furgoncino carico in via Torino, stavo andando al corso di scrittura creativa.

GENEROSITA’
Ora di cena, suona il telefono, risponde come al solito the Princess che  me lo porta in cucina "Mamma è la nonna per te" .
La mia ineffabile mammina novantaduenne tuona (dobbiamo tenere il vivavoce se no  non si sente nulla)
-Mi si è rovesciata per terra una scodella di minestra, ma non ci sono dentro i cocci!
– ?! Ma non c’è lì L.?
– Non importa L, volevo sapere se quando uscivate con il cane volevate venire qui a fargliela leccare, è buona.
– Ma mamma! Non siamo ancora ridotti così!
– Non dicevo per voi, dicevo il cane, a che ora uscite col cane?
– Ma neanche per il cane! Poi è appena uscito e esce di nuovo con  M. alle 23, mica può stare per terra per tre ore.
– Ah  no così tardi no, peccato perchè era buona e non c’erano dentro i cocci della scodella.

Malavita milanese… l’altro giorno su Metro c’era una notizia tragicomica, un tizio aveva rapinato una farmacia armato di phon, e l’anziano titolare gli aveva sganciato duecento euro… mi sembra degno del miglior film di Woody Allen, Prendi i soldi e scappa, che potrei rivedere un milione di volte continuando a ridere come la prima volta. Mi immagino la scena, ammetto che magari ad essere lì di persona ci si spaventa lo stesso, però… un phon…
Invece una cosa più inquietante è successa qualche giorno fa vicino a casa mia,  due o tre numeri civici prima, con la mia consueta trasognatezza me ne sono accorta solo ieri. Tempo fa sul muro di questa casa era comparsa una scritta, dico in arabo per dire con caratteri sconosciuti, con una freccia lunga un paio di metri verso l’ingresso. Ora l’ingresso è bruciato, cioè, la porta c’è, e penso tenga, ma è tutta nera e scartocciata. Una mia vicina mi ha detto che è successo da una settimana, che le finestre sono sempre chiuse, che c’era un cartello vendesi che adesso non c’è più e che è un sacco che non si vedono i padroni, secondo lei si sono separati e hanno venduto la casa.
Il cartello non lo avevo mai visto… ma io sono una che trova sempre i quadrifogli, le cose grandi non le noto. Però i l proprietario  mi sembra di averlo visto ancora la settimana scorsa, lo conosco perchè il suo lupo aveva masticato il mio cane, ma era stato corretto, con l’assicurazione e tutto. Lui e la moglie col lupone Ciak al guinzaglio parlavano con il capofamiglia,  il nostro cane era libero, ed era andato a sedersi  vicino a mio marito; il lupo aveva  strattonato il padrone aprendo  un bel taglietto orizzontale sul fianco del mio segugino svizzero del Giura. Ricucito, era diventato per i bambini del giardinetto vicino "il cane con la maglietta" ne indossava una  di mia figlia bullescamente annodata sul fianco, per non che si mangiasse i punti.
Comunque la storia mi fa effetto, perchè li conosco come persone educate e non me lo spiego… mi spiace… chissà cosa ‘è sotto.
Certo che questa piccola via sembrerebbe così tranquilla, invece… tre anni fa mi è capitata una storia, cui avevo già accennato brevemente in un commento ad alex 321… repetita iuvant, ma fa troppo ridere… beh, ridere…fino a un certo punto.
Nella via deserta, era novembre ed era buio, avevo lasciato la macchina posteggiata di traverso sul passo carraio mentre scaricavo la spesa grossa del super  fino all’ascensore, mia figlia l’avrebbe portata in casa; mio figlio invece  era a casa con mal di gola e febbre. Esco dal portone per andare a parcheggiare quando vedo le portiere che si chiudono… la sottoscritta deficiente aveva lasciato le chiavi dentro, un pensiero lampo "se me la rubano non ho i soldi per comprarne un’altra!" sono corsa ho aperto la portiera e mi sono buttata di traverso sul guidatore, che ha fatto un paio di metri di retromarcia con le mie gambe che spenzolavano fuori, per fortuna si è fermato. Io cercavo di strappare il volante ( la soluzione più ovvia, certo…) e il passeggero mi dava ombrellate col mio ombrello che avevo lasciato sul sedile. Poi finalmente ho pensato di gridare, una banalità tipo Aiutooooooooo!, e il passeggero è sceso, e quello sotto di me si divincolava, ho capito che voleva andarsene e l’ho lasciato sgusciar fuori e l’ho tenuto un attimo per il giubbotto, poi ho avuto un po’ di paura e allo stesso tempo ho pensato "che me ne faccio, mica riesco a tenerlo e chiamare la polizia da sola"  ho mollato, e sono corsi via, intanto è arrivato qualcuno , piovigginava, io ansimavo appoggiata alla macchina. i classici attimi che durano un’eternità. Col cuore che sembrava ancora impazzito ho posteggiato,  sono salita in casa, e mi sono fatta la doccia. Qualche livido sul torace,  uno piccolo in faccia e un graffio… meno male. Mio figlio aveva sentito che gridavo e ha detto alla sorella "Cos’hai fatto!guarda che ti chiama la mamma". Poi, ha detto che si sentiva più tranquillo adesso che sapeva che aveva una mamma da guardia. Invece il giorno dopo in ufficio il mio amato collega di fronte di scrivania aveva provveduto a diffondere l’episodio "e dovevate vederla, se non la trattenevano li faceva fuori a morsi" . E’ fatto così che ci volete fare? E’ riuscito a far precipitare da me un collega  milanista  a comprare biglietti per la partita facendogli credere che io li vendevo, e un giorno mi ha fissato un puntello per andare alla partita con il commesso all’ingresso…entro,  e questo che mi fa "allora a che ora ti passo a prendere?"