PRINCESS DIVENTI GRANDE.
La Princess ieri ha compiuto 17 anni, e oggi è partita, alla volta di Cecina, in campeggio, con la sua amica V, figlia sedicenne di una mia collega. Partenza alle ore 8.10.
Alle 7 recuperavo F, mio grande amico e tormento, sotto casa sua per accompagnarlo in stazione, meta Viareggio, stesso treno della Princess.E’ lui che l’ha battezzata Princess,alla vendemmia dell’anno scorso, vedendo che non alzava un dito. E lei ha detto che lui fisicamente dimostra 50 anni, invece dei 34 che ha. In mezzo, come al solito ci sono finita io, visto che un paio di volte che ero fuori con F mi hanno preso per sua madre.
Comunque sia, saputo che la Princess con V, viaggiava nella carrozza 4 posti 55 e 56, era intenzionato a chiedere in biglietteria il posto 54 o 57, dovendo fare il baby sitter. Dopo un rapido scambio di opinioni con la Princess, ha deciso che avrebbe chiesto carrozza 12 posto 3023.
Comunque sul treno non c’erano più posti, ed era un treno senza scompartimenti. F. meditava a voce alta, se salire lo stesso o no.
“Se almeno ci fossero gli scompartimenti, starei nel corridoio. Ma qui cosa faccio, sto in piedi in mezzo al treno? Posso dire Salve, sono l’animatore,adesso facciamo un gioco, scendiamo tutti e l’ultimo che sale ha perso.”
Morale, ho aspettato con lui il treno successivo. Più tardi, ero all?Esselunga di Broni, gli ho girato l’sms della Princess che diceva che il posto libero di fianco a V. a Viareggio era rimasto ancora libero. E’ bello volersi bene, tutti.
Ora vediamo come il sangue del mio sangue se la caverà. Benissimo, ne sono sicura. Ho come il sospetto che non sia andata a dormire alle 11 stanotte. Non hanno portato attrezzatura da cucina. Trovavano lì la compagnia di amici di V, che era già stata al campeggio a luglio.
Comunque è così, anche lei sta uscendo dal nido, per usare uno stereotipo.
E oggi pensavo, sonnecchiante, con mal di testa, nel prato davanti a casa sulla sdraio al sole saltuario, tanto per cambiare pensavo, che forse non dovrei sempre pensare. Potrei leggere,per esempio,o mettere a posto le scartoffie casalinghe. Ma avevo sonno e mal di testa, andava bene così.
Pensavo che saremo sempre più spesso soli, il capofamiglia ed io.Che partendo martedì ore 18 ho lasciato una maglietta sul mio lato del letto matrimoniale, e oggi sabato ore 15 era nello stesso identico posto.
Guardavo l’alberello con le mele, tante quest’anno, e lo scorcio della casa.
Il pensiero della maglietta era opprimente nella sua simbolicità. Se me ne vado, questa casa che fine fa?
Se me ne vado, decreto la sua fine?
Mi accorgo che è dentro di me questa sensazione di congedo, che mi muovo tra le solite cose, con abitudine, cercando di capire come sarebbe senza, come sarebbe diverso, cercando di capire cosa voglio veramente fare.
Penso al capofamiglia che è una brava persona, il problema è mio, forse nostro. Lui mi sta lasciando fare. Ma non so perché, come al solito non ho idea di che cosa gli passi per la mente. Mi dà per persa? Sa che poi non avrò il coraggio di andare? Ma perché non si incazza che sto su internet, che sto al telefono,che esco per conto mio? Non cambierebbe nulla dentro di me, ma non so neanche se ne soffre o se ha i miei stessi stati d’animo insofferenti. Non gli voglio male, non gli vorrei togliere la famiglia, penso che sarebbe solo… magari solo starebbe benissimo,è a questo che in effetti sembra tendere tutto il suo comportamento.
Devo capire, non ho tutta la vita davanti, ne ho solo un po’