Archivio mensile:agosto 2006

UNO NESSUNO CENTOMILA.

Ti ho riconosciuto, in uno stand eri indeciso se prendere a due euro la t shirt "credo nel futuro" o quella "credo nella pace". Poi sei andato via con un piatto da pizza illustrato da Staino. 
Eri esattamente come pensavo che tu fossi
.

Questa sera Festa dell’Unità,  con R. ex collega a tempo determinato (sigh!) e con  M.amicocollegacompagnodiconcerti al concerto di Davide Van der Sfroos.  R. è venuto a prendermi a casa, e l’appuntamento con M. ha destato le solite incognite. "Vado lì prima così faccio un giro tra le bancarelle, col cellulare ci troviamo" ma avendo un tantinino di coda di paglia aveva insistito per darmi anche il n. di cell dell’amico con cui andava. Con R. c’è stata un po’ d titubanza a posteggiare la macchina nell’unico posto libero, vicino a un camper con bombola regolarmente parcheggiata (la bombola) . Fatte le dovute considerazioni, che poteva scoppiare solo quando noi non c’eravamo, una sfiga pazzesca se scoppiava proprio quando venivamo a recuperare la Pandina, abbiamo chiamato M. Ovviamente non raggiungibile. Sguardo di intesa con R.: chiamo l’amico di M. "Si è qua dietro di me te lo passo" In coda alla Piadineria, oh,stava aprendo il cellulare in quel momento… alla grande,  di solito o è incidentalmente  senza soldi o si è incidentalmente appena scaricato. In attesa del concerto decidiamo di fare un giro, ma ci fermiamo subito ai libri, dvd, videocassette di vecchie trasmissioni Rai al costo di euri 1! Bottino: 1 videocassetta L’innamorato della Sig,ra Maigret, 1 "Salsicce mezzanotte" (Nero Wolfe) Davide Copperfield , 4 dvd con due puntate ognuno.Chissà se Davide Copperfield piacerà alla Princess, daragazzina ne andavo matta.  M. prende cinque libri… tutto finisce nella mia borsa. Il concerto è già cominciato, e scendiamo nell’arena, no cioè volevo dire davanti al palco, anzi, un po’ a sinistra , ecco sì esattamentre davnati agli amplficatori. La musica dal vivo … me la sento scendere nella gola e ritmare il torace. Brrr, che bello!  Chissà se riesco a linkare qui una canzone,

L’audio e’ stato cancellato dallo spazio su Splinder

dopo ci provo.* Non penso che mi faranno problemi di diritto  d’autore, Van der Sfroos si produce da solo  ed in fondo è solo pubblicità…
I ritmi erano come l’anno scorso, e come l’anno scorso una buona parte del pubblico saltellava a tempo come cangurini. Scenari di danza collettiva, che io mi permetto invece in assoluta solitaria in cucina quando sono particolamermente felice, Rock’round the clock in the air, e non soprattutto non mi vede nessuno, tranne i gatti perplessi per il rito tribale con cui gli apro la scatoletta.
A dir a verità  mi sono poi lasciata un po’ andare al ritmo, volevo sgranchirmi un po’ dopo tutta la serata in piedi,  ci sono riuscita cercando di astrarmi dalla folla intorno, immaginarmi sola,  o forse no…poco più in là credo si stessero facendo una canna, sentivo l’odore. E se domani M. racconta in ufficio qualcosa delle mie tersicoree oscillazioni,   ledendo la rispettabile serietà della qui presente  Asset Manager… vede.  Io racconto le sue, che aveva su anche i bermuda.

*ce l’ho fatta, è Nona Lucia, preziosissima: l’album è pieno, non ci sta più nulla, resterà l’unica canzone di tutto il blog (si accettano suggerimenti per sistemi alternativi di linkaggio) e non posterò neanche più foto. Beh qualcuna posso toglierla.

PS mi sento sorda dall’orecchio sinistro, lato amplificatori. Passa, vero?

MEA CULPA
Però non  lo so. Un sacco di tempo perso. C’era tempo. C’è tempo.
pensi sempre che ci sia tempo, poi non è vero, perchè il tempo è passato e non sei più la stessa di quando l’hai pensato.
Quante cose sto rimandando da una vita. Quante cose penso di fare, e non mi affretto. E dovrei affrettarmi, ormai.
Mi sembra di aver vissuto scivolando sulle cose.  Ieri ho scritto vorrei ricominciare dalla aste e dai puntini. Non era poi tanto uno scherzo. Spesso penso di poter ricominciare. Ma ora non so se c’è tempo.
Curiosa curiosa curiosa, devo sempre cacciare il naso ovunque: devo capire. Ma non posso fermarmi troppo,  là c’è un’altra cosa che si muove, devo andare a vedere.
Il risultato: una cultura frettolosa, lambita. Non mi torna mai in mente nulla, solo ricordi senza forma, della cui precisione non sono sicura. " Mi sembra…"   "sento…"
Sento, sento tantissimo, devo  affidarmi ai sensi. Il suono di una parola, un odore, un profumo, la carezza di un colore, una musica che mi mette la mano sull spalla. Devo lasciarli lavorare dentro di me, le cose ci sono ce le avevo messe, non so più come si chiamano, io i titoli non me li ricordo mai.

Stasera scrivevo, commentando un blog,  alcune considerazioni sul corso di scrittura che ho frequentato e al quale penso mi iscriverò ancora.  E ho fatto un discorso simile, in chat, sul gusto che provo nello scrivere.
Pensavo una cosa.
Ho sempre avuto molto forte l’impulso ad esprimermi per iscritto, cecando di provare soddisfazione perfino  nella corrispondenza  di lavoro.
Mi piace lasciarmi andare sull’onda dei pensieri, lasciando campo anche alle incongruenze.
Mi piace scrivere, rileggere, cercare le parole, soffermarmi a pensare ai loro diversi significati , al loro suono.
Una cosa è certa, scrivere è un piacere per me, ma scrivo non per me stessa, ma per essere letta. da sempre ho scritto pensando che qualcuno poi avrebbe letto.
Penso al mio enorme desiderio di comunicare, alla gioia di conoscere persone. Ovunque mi trovi.
E allora pensavo che forse la mia passione sono le persone e la comunicazione, e  lo scrivere in realtà è un mezzo.
Perchè non  invento con facilità  storie situazioni romanzi, ma vivo rivivo riporto rielaboro rendo partecipe… ma non fabbrico.
Boh, ci devo pensare ancora un po’ su.
Intanto scrivo.

UFFIIIIII…..
so chi è il 10000 ma non è valido…
ero al telefono con un mio amico e lui ha continuato fino al 10000…
ha detto che non avevo scritto che non si poteva!
uffi….
e il caso?   e il destino?
Dispettoso! ok, vedrò di salvare il sentimento profondo di  amicizia che ci lega.
Che frasona. Da Tiggì.

Pensavo, mentre tornavo a casa coi sacchetti della spesa, che sempre più spesso dico che me ne voglio andare. Ma dove vorrei andare? Ho voglia di stare sola, e di silenzio. Però ho paura della solitudine. E ho paura di avere paura della solitudine.
Vorrei vivere al mare. Poter raccogliere conchiglie, alla mattina presto, cercando tra quello che il mare nella notte ha portato sulla riva. Ricordo da bambina, tra le alghe saltavano i gamberetti trasparenti, e i paguri correvano al’indietro verso il mare, e granchiettini minuscoli minuscoli. E ora forse dovrei tenere gli occhiali…

SCENE DA UN MATRIMONIO

Una guerra che si consuma da anni.

Non so come si chiami, lo definirei un “riduttore”… quel cosino che si mette sui fornelli perché non ballino le caffettiere.

Nella casa al lago e qui in campagna lo uso, a Milano non serve.

Il capofamiglia regolarmente lo fa sparire

Non so perché lo odii così tanto, se me lo ha detto non ricordo.

Ieri sera lo avevo usato, stamattina non sono proprio riuscita a trovarlo da nessuna parte.

Ho trattato con delicatezza la caffettiera in bilico.

Poi ho preparato la colazione per il capofamiglia.

Gli ho messo il cucchiaino brutto.

SCENE DA UN MATRIMONIO
Sono sempre la prima a svegliarmi alla mattina; a Milano preparo sin dalla sera prima la colazione sulla tavola per il giorno dopo. Nessuno di noi mangia uguale all’altro, e mi piace vedere la tavola pronta, mi sembra accogliente per un risveglio.
Qui in campagna non  lo faccio, ci sono più insetti e poi la cucina è piccola, e preparo quando mi alzo.
Ieri mi sono alzata alle dieci, avevo dormito molto tardi. Il capofamiglia aveva già fatto colazione, la cucina era sgombra.
Adesso sto aspettando mio figlio, il capofamiglia forse andava dai vicini, e gli avevo detto se andava di lasciare la luce accesa fuori per i ragazzi.
Mi sono accorta per i gatti e per il cane che volevano rientrare, di essere a casa da sola. "ciao vado" era esagerato forse.

A rischio di essere retorica. E’ un po’ di giorni che ci giro intorno, e non riuscivo a mettermi lì a scriverne. Felicità e serenità. Delle considerazioni magari un po’ scontate,  ma a me sembra di non averne preso coscienza prima.

Ci si chiede sempre se si è felici, e la risposta è tanto spesso NO.

Il contrario, se si è tristi, la risposta è tanto spesso NO.

Se ci si chiede se si è sereni…la risposta è più difficile da dare. Per me è SI’.

Nonostante tutto, SI’

S persegue tanto la felicità , non si vuole essere tristi- O lo si vuole per farsi male.

Ma la felicità e la tristezza sono picchi dell’anima, non sono sensazioni che perdurano.

Qualche volta mi sento triste, qualche volta felice, poi succede un qualcosa che repentinamente cambia il mio stato d’animo. Ma nell’affrontare la vita… mi sento serena.

Anche se è difficile, anche se dico che non so cosa fare di me stessa per il futuro, le decisioni che non mi decido  a prendere.

Ho le mie debolezze, i miei dubbi, le mie “seghe mentali”, ma sento anche dei valori dentro di me, e credo di seguirli con coerenza, mi sento in pace con me stessa.

CHIAVI DI RICERCA
Fresca fresca di oggi.
CONSIGLI DELLA NONNA PER ALLONTANARE LE ZANZARE.
Sono soddisfatta. Il mio blog si distingue per il contenuto sociale, è utile alle famiglie, concilia il divario generazionale, salvaguarda le antiche tradizioni.
Mica come quando avevo trovato tra le chiavi di ricerca
mamma rompiballe.

PRINCESS DIVENTI GRANDE.

La Princess ieri ha compiuto 17 anni, e oggi è partita, alla volta di Cecina, in campeggio, con la sua amica V, figlia sedicenne  di una mia collega. Partenza alle ore 8.10.

Alle 7 recuperavo  F, mio grande amico e tormento, sotto casa sua per accompagnarlo in stazione, meta Viareggio, stesso treno della Princess.E’ lui che l’ha battezzata Princess,alla vendemmia dell’anno scorso, vedendo che non alzava un dito. E lei ha detto che lui fisicamente dimostra 50 anni, invece dei 34 che ha. In mezzo, come al solito ci sono finita io, visto che un paio di volte che ero fuori con F mi hanno preso per sua madre.

Comunque sia, saputo che la Princess con V, viaggiava nella carrozza 4 posti 55 e 56, era intenzionato a chiedere in biglietteria il   posto 54 o 57, dovendo fare il baby sitter. Dopo un rapido scambio di opinioni con la Princess, ha deciso che avrebbe chiesto carrozza 12 posto 3023.

Comunque sul treno non c’erano più posti, ed era un treno senza scompartimenti. F. meditava a voce alta, se salire lo stesso o no.

“Se almeno ci fossero gli scompartimenti, starei nel corridoio. Ma qui cosa faccio, sto in piedi in mezzo al treno? Posso dire Salve, sono l’animatore,adesso facciamo un gioco, scendiamo tutti e l’ultimo che sale ha perso.”

Morale, ho aspettato con lui il treno successivo. Più tardi, ero all?Esselunga di Broni, gli ho girato l’sms della Princess che diceva che il posto libero di fianco a V. a Viareggio era rimasto ancora libero. E’ bello volersi bene, tutti.

Ora vediamo come il sangue del mio sangue se la caverà. Benissimo, ne sono sicura. Ho come  il sospetto che non sia andata a dormire alle 11 stanotte. Non hanno portato attrezzatura da cucina. Trovavano lì la compagnia di amici di V, che era già stata al campeggio a luglio.

Comunque è così, anche lei sta uscendo dal nido, per usare uno stereotipo.

 

 E oggi pensavo, sonnecchiante, con mal di testa, nel prato davanti a casa sulla sdraio al sole saltuario, tanto per cambiare pensavo, che forse non  dovrei sempre pensare. Potrei leggere,per esempio,o mettere a posto le  scartoffie casalinghe. Ma avevo sonno e mal di testa, andava bene così.

Pensavo che saremo sempre più spesso soli, il capofamiglia ed io.Che partendo martedì ore 18 ho lasciato una maglietta sul mio lato del letto matrimoniale,  e oggi sabato ore 15 era nello stesso identico posto.

Guardavo l’alberello con le mele, tante quest’anno, e lo scorcio della casa.

Il pensiero della maglietta era opprimente nella sua simbolicità.  Se me ne vado, questa casa che fine fa?

Se me ne vado, decreto la sua fine?

Mi accorgo che  è dentro di me questa sensazione di congedo, che mi muovo  tra le solite cose, con abitudine,  cercando di capire come sarebbe senza, come sarebbe diverso,  cercando di capire cosa voglio veramente fare.

Penso al capofamiglia che è una brava persona, il problema è mio, forse nostro. Lui mi sta  lasciando fare. Ma non so perché, come al solito non ho idea di che cosa gli passi per la mente. Mi dà per persa? Sa che poi non avrò il coraggio di andare? Ma perché non si incazza che sto su internet, che sto al telefono,che esco per conto mio? Non cambierebbe nulla dentro di me, ma non so neanche se ne soffre o  se  ha i miei stessi stati d’animo insofferenti. Non gli voglio  male, non gli vorrei togliere la famiglia, penso che sarebbe solo… magari solo starebbe benissimo,è a questo che in effetti sembra tendere  tutto il suo comportamento.

Devo capire, non ho tutta la vita davanti, ne ho solo un po’