Giocando stasera col nipotino ho scherzato sulla nonna brutta, lui mi ha però detto “no tu sei bella”.
Una di quelle frasi che ti riempiono di immenso.
I bambini vedono al di là dell’apparenza.
Oggettivamente, non sono bella, probabilmente lo pensa perchè lo faccio ridere, perchè andiamo abbastanza d’accordo., e perchè sono la sua nonna.
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Il piccione Pinguino
Oggi mi sono ritrovata a fare la nonna: hanno danneggiato il tetto della scuola materna per rubare delle lastre di rame, ed oggi è stata dichiarata inagibile.
Così il povero cinquenne mi ha dovuto seguire dalla commercialista e in Banca, ma ha ripreso vita quando dopo la Banca gli ho ventilato l’idea di pranzare al Mc Donald’s di Piazza Duomo.
Non sono mancati momenti emozionanti per Luca quali
la stragrande quantità di piccioni (dopo andiamo giù a conoscerli, Luca?),
la Madonnina che è d’oro (fosse stata di rame non sarebbe più lì da un pezzo, immagino),
il pullman a due piani, col piano di sopra senza tetto (piove, il tetto lo hanno poi montato, credo che i sedili fossero ormai come catini ricolmi)
Certo il ragazzino è di una spigliatezza… avevamo quasi finito il nostro pranzo, quando due studentesse si sono sedute al tavolino vicino, al posto di una signora giapponese sempre al telefono, ed hanno cominciato a parlare di Università e di una laurea da rimandare a luglio. Luca si è fatto attento e quando ha sentito “luglio” ha dato segni di voler intervenire, dicendo “luglio è il mio compleanno” prima piano, e poi ripetendolo con voce un po’ più alta sino a quando le fanciulle non gli hanno dato retta, e sono così cominciati gli scambi culturali: le studentesse si chiamano Alice e e Nancy, e tutte e tre abbiamo inserito nei desiderata la stessa sorpresina dell’Happy Meal, uno Snoopy in veste egiziane. Al momento del commiato hanno ricevuto in dono il foglietto delle soprese.
Dovevamo ora conoscere i piccioni.
Oh, Luca, guarda, Martino, e quello lì si chiama Ernesto, visto come va svelto?
E quello marrone nonna? Ah quello è Sergio.
E quelli Luca sono Napoleone e Bruna, Napoleone è molto innamorato di Bruna e le cammina sempre dietro, vedi come gonfia il collo, vuol far vedere come è forte. E là c’è Boris, e anche Alice, come la ragazza di prima
Anche quelli nonna?
No, sono quelli sono Enrico e Bianca, sono solo dei chiacchieroni. E sta arrivando di nuovo Martino.E quello là che è tutto incerto che va un po’ di qui un po’ di là, sai perchè fa così? Si chiama Pinguino.
Pinguino?
Sì l’hanno chiamato così, e gli dicono Pinguino!, e lui resta incerto, non sa se rispondere, gli viene sempre da pensare, ma io sono un piccione, e quelli ripetono Pinguino! Arrivi? , e lui si sente in confusione, non sa più se è un piccione o un pinguino.
Luca si fa pensieroso, ne approfitto per prendere la direzione di casa.
Attraversando la strada, Luca mi dice:
“Nonna, senti, io però lo chiamo piccione”
Quattro generazioni a pranzo – e anche dopo pranzo.
Non è facile parlare di qualcosa con la mamma, orma fa confusione con le nostre stesse parentele, ogni argomento si complica. I suoi favoriti sono questi: la divisione dei gioielli e degli argenti rimasti, come faremo con tutti i suoi vestiti, quanto è preoccupata per mio fratello, la morte e l’ultimo arrivato, l’acqua minerale che è diventata amara.
Oggi, a pranzo con lei, mia figlia Michela e il nipotino Luca, cerco di parlare – almeno – del tempo, aggiorno il meteo sul cellulare fermo al venerdì, e annuncio:
– Sarà bel tempo sino all’altro martedì.
– Che data?-chiede mia mamma
– Il 10 dicembre
– Ah, ma io sarò morta, devo morire il primo.
Faccio finta di nulla – Oggi mamma? Oggi è il primo dicembre, hai scampato novembre, che noi di solito muoriamo a novembre.
– io quando muoro?- chiede Luca.
– eh te ce ne vuole! -gli rispondo
– E’ vero – dice serafico – prima devo diventare grande!
Quando mia madre dice il primo, come data, in realtà intende il 20 gennaio prossimo, il suo centesimo compleanno. Teme che, compiuto 100 anni, le tolgano la pensione, forse perchè l’ha presa per troppi anni. E comincia la tiritera dei gioielli, nella quale il nipote Lorenzo è suo marito, mio figlio suo figlio, per fortuna lasciamo cadere il discorso complicato:- Ma muoio e poi vedete voi!
Mia figlia le chiede: -Nonna che regalo vuoi x Natale?
La nonna: -Voglio morire
Interviene l’esperto, Luca: – Ma Babbo Natale non te lo porta! Quella la porta l’Angelo della Morte che viene dall’oscurità profonda.
La nonna tergiversa, l’Angelo della Morte non lo vuole, e Luca insiste: – Ma l’hai detto tu che vuoi morire!
insomma, questa faccenda va sistemata: lo vediamo correre verso la finestra del salone della casa di riposo, e si alza sulla punta di piedi, fuori ci sono gli alberi del giardino di una scuola media. Sentiamo la sua vocetta gridare sottovoce, chiama: – Angelo della Morteeee Angelo della Morteeeee.
Poi cambia postazione alla finestra, l’Andreina, una compagna di banco della bisnonna, lo va a salutare – Luca bellissimo cosa fai?
– Chiamo l’Angelo della Morte per la nonna.
Andreina arriva da noi ridendo, poi arriva anche il Luca, e prende il berretto della sua mamma – Mamma dammi questo, mi serve!
Torna alla finestra, e sventola il cappello, come per farsi vedere, e di nuovo “Angelo della Morteeee”
Insomma, lui era tranquillo, aveva fatto il suo dovere per accontentare la bisnonna.
La bisnonna era diventata insolitamente lucidissima e temeva che il bambino di notte sognasse queste cose. Anzi, sembrava scaramanticamente imbarazzata.
Discorsi allegri e sereni, a pranzo e dopo pranzo, tanto da toccarsi quegli attributi che noi donne non possediamo.
Un libro per tutti.
Un quarto d’ora fa:
-Luca, puoi dare alla nonna quel libro lì sul divano vicino alla mamma?
Luca lo nota, lo prende, dice “Lo leggo”, e viene da me, che gli dico:
“Guarda, vedi le pagine? non ci sono figure”
Pare che non gli importi, apre la copertina, spiegazza i risvolti, mi toglie dalle pagine il segnalibro, e mi dice tieni.
Rimetto a posto i risvolti, ma lui lo vuole ancora e si sdraia per terra, ed apre la pagine, e borbotta qualcosa.
“Qui dobbiamo stare fermi qui, a questa casella”
“La volete smettere? ancora dovete stare fermi a questa casella” dice con voce più forte, direi allarmata.
“Luca, è il libro della nonna, non il gioco dell’oca”
Si alza, porta il libro alla mamma “Oh mamma dobbiamo ancora stare fermi qui” e le fa vedere una pagina.
Ora, si è incantato sul divano, a vedere i cartoni animati dei Pirati su Sky, con il libro tra le mani.
Anch’io ero attratta sin dalla copertina di Romanzo per signora, quindi capisco, però lo stesso non so se glielo chiedo più, di portarmi qualcosa.
Cos’abbiamo nel negozio
Luca (tre anni e mezzo): Papà, tu cos’hai nel tuo negozio?
Papà: Il papà c’ha la…. benzina.
Luca: Mamma, tu cos’hai nel tuo negozio?
Mamma: La mamma ha macchinari per fare cose di plastica, le macchinine e le siringhe!
Luca: Nonno, tu cos’hai nel tuo negozio?
Nonno: Il nonno ha telefoni e cavi.
Luca: Nonna, tu cos’hai nel tuo negozio?
Nonna: La nonna ha tanti tanti fogli di carta. E tu Luca che cos’hai nel tuo negozio?
Luca, ci pensa un po’, sorride che gli vengono le fossette sulle guance e dice: Non lo so.
Ma si sa, che quando qualcosa diverte un bambino, questo lo ripeterebbe all’infinito, ed allora si ricomincia.
Luca : Papà, tu cos’hai nel tuo negozio?
Papà: Il papà c’ha la…. benzina.
Luca: Mamma, tu cos’hai nel tuo negozio?
Mamma: La mamma ha macchinari per fare cose di plastica, le macchinine e le siringhe!
Luca: Nonno, tu cos’hai nel tuo negozio?
Nonno: Il nonno ha telefoni e cavi.
Luca: Nonna, tu cos’hai nel tuo negozio?
Nonna: La nonna ha tanta tanta carta. E tu Luca che cos’hai nel tuo negozio?
Luca: Bombe!
Ora, siamo tutti più tranquilli.