Giornata di sensazioni diverse.
Un grosso senso di sopraffazione lavorativa… la nuova proprietà intende archiviare il cartaceo delle pratiche e farci lavorare solo a video, e questo per me è già un grosso problema. IO AMO LA CARTA. E poi, a video nel pc non ho la visione di insieme che un foglio mi dà, e ci capisco la metà di quello che ci leggo. Poi ci vorrebbero togliere le stampanti singole, una ogni tot di persone, e sembravano volerlo fare fin da subito, quando dobbiamo continuamente stamparci etichette. E già, perché adesso stiamo facendo un fantastico lavoro, che ha la priorità su tutto: vagliare ogni nostra pratica per scegliere la documentazione clou da far scannerizzare. Numerare i fascicoli, etichettarli, compilare dati e quesiti su ogni singola pratica in un programmino. Così ho preso coscienza che gestisco 410 posizioni, ne ho vagliate 130 ad oggi e non ce la farò mai per il 31 gennaio, termine ultimo per questo lavoro. Non sarò la sola, a non finire in tempo, ma io con i piedi non riesco a lavorare, in tutti i sensi (anche che forse dovrei imparare ad usarli, dev’essere quello che vogliono). E poi è la prima volta nella mia vita che non faccio fronte ad un termine lavorativo. Girano battute che lo fanno per liberare gli armadi, negli armadi metteranno i letti per noi, come in Giappone. Non posso immaginare cosa sarà quando ci avranno portato via il cartaceo, certo le pratiche non saranno presenti a video il giorno dopo… Quando ci telefoneranno, o ci arriverà posta da evadere, inventeremo? La fantasia non mi manca, la cortesia neppure… forse sopravviverò.
Per fortuna c’è stato l’intervallo “diverso”. Da quando ci hanno chiuso la mensa – aveva di buono che tutto il nostro gruppone trovava posto tutti insieme- si va a mangiare in un self service che se posso evito. Si esce che si sa di pizza e oli vari, è seminterrato ed accende la mia vaga claustrofobia.Così oggi Kebab doveva comprare un libro davanti alla Statale e ne abbiamo approfittato per incontrarci con Tenebroso, splendente nella sua nuova veste e collocazione lavorativa di neoassunto a tempo indeterminato, che ci ha condotto a mangiare in un self service seminterrato, però quando sono rientrata in ufficio non hanno detto che sapevo di self service. Comunque un’altra volta con lui esigerò un panino in un bar: in questo posto con divanetti irremovibili e tavolini invadenti per sedermi a mangiare ho dovuto lasciare il seno sul vassoio, e meno male che avevo preso solo antipasto di verdure e bresaola, con un piatto di lasagne mi sarei trovata in una trappola d cui non sarei uscita fino al loro smaltimento calorico. Pensavo orgogliosa come affascino i miei più giovani amici seduti di fronte a me quando ho scoperto che sulla parete alle mie spalle c’era un maxischermo con vicende calcistiche, me ne sono accorta quando hanno commentato la mollezza di Adriano- beh, almeno la mollezza non era la mia
Mentre raggiungevamo il luogo dell’appuntamento a passo di impiegato nell’ora di pausa lontano dall’ufficio, un senegalese ha abbordato Kebab per vendere il solito opuscolo di Terre di Mezzo. Alla fine l’abbordato sembrava il senegalese, si sono messi a parlare in francese, qualcosa ho colto, il senegalese è uno studente all’ultimo anno di scienze politiche a Montpellier; poi hanno parlato di Mali e povertà dell’Africa e della speranza di ritorno in patria per lavorare. E’ finita che Kebab non ha comprato nulla ed io ho dato un ticket restaurant. L’ho fatto volentieri perché mi ha chiesto se ero la sorella di Kebab: altre due volte in compagnia dell’Impaziente mi avevano preso per la madre. Se Kebab è un po’ brizzolato precoce, Impaziente non brilla per foltezza di capigliatura, insomma, non sembra quel che si dice un ragazzino.
Così tra una cosa e l’altra l’ora di intervallo – rimpatriato in ufficio Tenebroso, che è nel periodo di prova – è diventata un’ora e quaranta minuti, si lavora in zona Corvetto – ed al rientro ho appreso che a momenti sarebbero passati in visita pastorale per gli uffici dei rappresentanti della nuova dirigenza. Pensiero gentile da parte loro, sicuramente, se non fosse per la sensazione di animale nello zoo che mi viene in queste circostanze.
Nuovo senso di sopraffazione lavorativa ansia ed angoscia, dalla quale mi ha alleggerito Impaziente andando verso casa insieme nel metrò, con la sua parlantina e le nostre punzecchiatine, un cazzeggio affiatato e distensivo.
Mi sono accorta che ho scritto su un documento word dove non si può togliere il correttore automatico, meglio rileggere, mi correggeva cazzeggio con pazzeggio.