Archivio mensile:giugno 2009

Intervallo

A volte nell’intervallo vado  a mangiare da sola, nel baretto più vicino all’ufficio.

Non offre una  gran scelta, ma vado tranquilla sulla piadina o con l’insalatona.

Mi sono scelta il tavolino single, nella saletta del retro, la porta aperta sul cortile.

Mastico la mia piadina.

Arrivano due colleghi, marito e moglie,  e mi chiedono se voglio andare al tavolo con loro, faccio segno di no con la testa.

Finito di masticare, mi spiego meglio “Grazie, ma ho quasi finito”

Riaddento la piadina, stavo dando un occhio a Dnews.

Dal tavolo di fianco lei mi chiede:

“Come va?” sorrido masticando, crunch crunch

“E il nipotino cresce bene?”  sorrido masticando, crunch crunch

“Quanto ha? Non cammina ancora, vero?” sorrido trangugiando, glump.

“ha undici mesi, cammina sorretto, stamattina mi ha detto mia figlia che si stava portando via una bambina in passeggino, si era attaccato  e lo spingeva.”

Ho finito la piadina, nel silenzio, mangiavano.

louise – michel

                
Il titolo scritto col trattino tra i due nomi ha il suo perchè.
Se i francesi riescono bene nelle storie di sentimenti non detti, altrettanto bene riescono nel grottesco, che miglior aggettivo non mi viene  per catalogare questo film, del quale non voglio narrare nè la trama nè i colpi di scena perchè ne rovinerei la visione, già il trailer mi pare faccia vedere troppo.
Grottesco, perchè pervaso da umorismo noir, perchè i protagonisti sono due persone raccapriccianti non solo nel fisico, macchiette di se stesse, e macchiette anche tutti i personaggi che transitano nel film. Un paio di scivolate nel cattivo gusto, che comunque si perdonano, più la seconda della prima,  nel chiamare in scena una cugina malata terminale e poi le torri gemelle di N.Y.
Il film è curato nei particolari, e al di là di quello che può esser la risata, viene presentato un quadro non insolito del mondo del lavoro… per esempio quando nel rintracciare il "padrone" i protagonisti si ritrovano in una stanza piena di caselle per la posta e Michel esclama "Ho capito, siamo in un paradiso fiscale!"… realtà e amarezza denunciate con umorismo spietato.
E’ così… è un film dove la pietà non esiste.

VOTATE, VOTATE, VOTATE

Vi metto qui questo link dell’Ansa,  con tutte le spieghe e gli orari..
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_986905951.html

così magari è più comodo andare a votare….

andata a votare, ricordatevi: 

resistere resistere resistere….

pensate che ogni astensione  nell’opposizione
vale come due voti dati allo schieramento al governo….

votate secondo coscienza… votate
votate pensando che loro son tanti, e fanno quello che vogliono
 perchè hanno preso un casino di voti…

non tenetevi in tasca il vostro,
non polverizzatelo, il voto.

Aggiungo qui uno stralcio dell’articolo di  Scalfari, Le anime belle di fronte alle urne , pubblicato oggi su Repubblica, e ripreso dal blog di Mareprofondo:

L’analfabetismo politico degli italiani è molto diffuso tra quelli che parteggiano per la destra ma non risparmia la sinistra. Per certi aspetti anzi a sinistra questa assenza di educazione politica è uno dei suoi connotati, in particolare tra i sedicenti intellettuali che sono forse i più analfabeti di tutti.

Uno degli effetti più vistosi di questo fenomeno consiste nella ricerca di un partito da votare che corrisponda il più esattamente possibile alle proprie idee, convinzioni, gusti, simpatie. Ricerca vana poiché ciascuno di noi è un individuo, una mente, un deposito di pulsioni emotive non ripetibili. Le persone politicamente mature sanno che in un sistema democratico occorre raccogliere i consensi attorno alla forza politica che rappresenti il meno peggio nel panorama dei partiti in campo. La ricerca del meglio porta inevitabilmente al frazionamento, alla polverizzazione del voto, al moltiplicarsi dei simboli e di fatto alla rinuncia della sovranità popolare.

Aldo Schiavone ha scritto ieri che la polverizzazione del voto è frutto di un narcisismo patologico: per dimostrare la nobiltà e la purezza della propria scelta si getta nel secchio dei rifiuti la sovranità popolare. Non si tratta d’invocare il voto utile ma più semplicemente di predisporre un’alternativa efficace per sostituire il dominio dei propri avversari politici.
La destra sa qual è il suo avversario e fa massa contro di lui. La sinistra coltiva il culto della testimonianza, ma quando si trasferisce quel culto nell’azione politica il risultato è appunto la rinuncia ad una sovranità efficace per far posto al narcisismo dell’anima bella, pura e dura.

Poesia

Ieri sera, come quasi tutti i giovedì, sono andata all’ARCI "Martiri di Turro", si fa poesia,  e qualche volta musica, o prosa. E son sempre serate piacevoli. Ieri sera c’era Guido Catalano che ci ha letto un po’ delle sue poesie… insolite, esilaranti ma non solo.

Questa è una, con cui ha vinto un premio, organizzato da Le Trottoir di Milano, mi pare l’anno scorso.

come sfuggii a una trappola infame tesami dai milanesi una domenica d’Agosto)

quando mi hanno detto che c’era da scrivere qualcosa
sulla domenica
mi son detto, beh, io sulla domenica sono ferrato
io sulla domenica ci ho un sacco di roba da scrivere
io la domenica me la posso giocare bene
la domenica a me come concetto mi ispira

poi, mi son detto
mi metto a scrivere sulla domenica
una bella poesia
adesso che siamo ad Agosto
che per me Agosto è come una domenica di trentun giorni
magari mi metto a scriverla
una domenica
d’Agosto
mi sembra perfetto
non può che uscire un capolavoro
mi son detto

allora mi sono seduto
davanti al compiuter
l’ho aperto
ed eccomi li davanti alla pagina bianca
che poi non è propriamente una pagina vera
è una pagina virtuale
che io la vedo come fosse una pagina bianca
ma non è una pagina vera bianca
è un insieme di 0 e di 1
secondo me è una serie di 0 e di 1
che io vedo una pagina bianca
ma è una faccenda del tutto virtuale
ed è questa la cosa veramente affascinante della cibernetica moderna
che ti semplifica la vita
ma nel contempo un po’ ti inganna pure
che tu vedi una roba che in verità è un’ altra roba
è tutto un insieme di 0 e di 1 secondo me
l’ho letto da qualche parte

comunque
io mi sono seduto
ho aperto il compiuter
ho aperto la pagina bianca
virtuale
una domenica d’Agosto
e mi son detto, ora io scrivo una bella poesia sulla domenica dato che il tema in questione è proprio la domenica

che io sinceramente
a dirla tutta
fosse stato per me
io avrei scelto anche un altro tema
non che la domenica non mi vada bene
che sono ferrato io sulla domenica
ma potessi scegliere
magari non sarebbe proprio ai primi posti
non so,
la pizza
la bomba a mano
la masturbazione
l’aeroplano
il gatto
Gesù
l’autostrada
il vampiro
eccetera eccetera

però, ho pensato
magari si è scelto la domenica
che chi più chi meno
la domenica
ho pensato
chi più chi meno
un po’ a tutti
anche quelli meno bravi
quelli meno capaci
magari una cosa sulla domenica
ci riescono a scriverla
ho pensato

allora mi son messo lì
una domenica d’Agosto
seduto
ho aperto il compiuter
ho aperto la pagina bianca virtuale
e mi son detto

ora io scrivo una roba sulla domenica
una roba talmente profonda
una roba talmente innovativa
che la gente dopo averla letta
leverà gli occhi dalla pagina
e guardando nel vuoto per alcuni minuti
stringendo il foglio tra le mani
non potrà fare a meno di dire:

“porca vacca questo qui ha capito tutto ma proprio tutto sulla domenica, questo qui, io non so chi sia, che studi abbia fatto, quale sia il suo credo, quali i suoi gusti, ma questo qui, porca vacca, ha scritto qualcosa che io non ci avrei mai pensato sulla domenica, e dire che io di cose sulla domenica, un po’ come tutti, penso, di cose sulla domenica ne ho pensate a bizzeffe…”

ecco
questo era un po’ il mio fine
quando mi sono seduto
una domenica d’Agosto
davanti al compiuter
e dopo averlo aperto
e dopo avere aperto la pagina virtuale del compiuter
mi son messo lì per scrivere una poesia sulla domenica

però poi
non so com’è
non mi veniva mica
ero lì
tutto concentrato
non mi veniva mica
è impossibile, mi dicevo
è impossibile
e passavano i minuti
è impossibile, continuavo a dire ad alta voce
sempre più alta
e passavano sempre più minuti
è impossibile porca vacca!
che a un certo punto la mia fidanzata che stava nell’altra stanza
viene, un po’ preoccupata
e mi chiede: “ma cos’è che è impossibile?”
ed io che in quei frangenti lì mi viene su un nervosismo mica da ridere
“ma niente ma niente, fammi un po’concentrare che qui sta succedendo una roba veramente strana, sta succedendo”

e così
passavano un sacco di minuti
che poi divenivano mezz’ore
che poi divenivano tre quarti d’ora
che poi divenivano ore
e arrivava la sera
e io non ero riuscito neanche a scrivere una riga
sul tema “la Domenica”

e allora lì ho capito
in una domenica d’Agosto
davanti alla pagina bianca virtuale del mio compiuter
io ho capito
che si trattava di una trappola
che queste persone
che tra l’altro erano pure milanesi
che coi milanesi, si sa, bisogna stare attenti
queste persone milanesi
che gli era venuta in mente la domenica come tema
per una poesia
queste persone milanesi
mi avevano teso una trappola

una trappola infame
che loro hanno pensato di fregarmi
dandomi come tema la domenica
che me li figuro io
lì a Milano
con i loro ghigni tipicamente milanesi
attorno a un tavolo
con un’enorme pentola piena di Cassola nel mezzo
che loro tipicamente mangiano la Cassola quando devono creare un piano malvagio
ai danni di un poeta torinese
che loro odiano i poeti torinesi
soprattutto quelli bravi come me
che loro hanno paura che un giorno i poeti torinesi bravi come il sottoscritto
un giorno diventano famosi e oscurano Milano
con i loro versi immortali
che Milano deve essere sempre più importante di Torino anche nella poesia

e io me li immagino
lì nella loro stanza
con le luci soffuse
con le mani e i menti tutti unti di Cassola
che loro, i Milanesi, tipicamente la Cassola la mangiano con le mani

e me li immagino che tra un pezzo di Cassola e un sorso di Wiski
io me li immagino
che il loro capo
dice:

“diamogli come tema la domenica che lo fottiamo che lui è un poeta talmente profondo e innovativo che con un tema così banale e scontato, lo mandiamo in para – che loro usano questi termini tipo “mandare in para” – diamogli la domenica che vedrai che non gli viene mica una poesia profonda e immortale che lui è abituato a confrontarsi con concetti ben più alti e sicuramente la domenica non ce la fa”

e mi viene la nausea a pensare
a queste persone milanesi
che complottano alle mie spalle per fregarmi
tutte unte di Cassola

e così
io ho chiuso il mio compiuter
mi sono alzato dalla sedia
e sono andato nell’altra stanza
con un bel sorriso come di soddisfazione
sulla faccia
un bel sorriso di soddisfazione
per essere scampato alla trappola dei milanesi

mi sono fatto un panino al prosciutto cotto
mi sono accomodato sul divano
ho aperto la tele
dove tutti quei puntini luminosi
creano
immagini
meravigliose

 

e poi questa poesia d’amore:

quanto t’amo secondo te quanto?
in chili quanto t’amo?
il litri quanto t’amo?
quanto t’amo in metri?
quanto, dimmi quanto secondo te quanto
in iarde? (una iarda è 0,9144 metri)
quindi quanto t’amo in iarde secondo te?
e secondo te quanto t’amo in megatoni?
in mele?
in api?
in camions?
ma secondo te è possibile amarti in cani?
in cani ad esempio quanto t’amo in cani?
in fuchi?
in biglie?
in polpastrelli?
in delta di fiumi?
quanti delta di fiumi abbisognamio per esprimere quanto io t’amo?

in presidenti della repubblica italiana?
lo so, ti sembra strano
ma è plausibile esprimere quanto t’amo in presidenti della repubblica italiana
de nicola
einaudi
gronchi
segni
saragat
leone
pertini
cossiga
scalfaro
ciampi
napolitano

solo undici!
no
almeno altri cinquecento anni di presidenti
almeno

in umberto eco?
quanti umberti echi ci vorrebbero
per stabilire quanto t’amo?
impossibile dirai tu
infatti
ce n’è uno solo
ma immagina che uno possa moltiplicare umberto eco
quindi quanti echi quanti secondo te quanti?

è inutile
lo so
non esiste
un’ unità di misura valevole
per calcolare quanto t’amo

apparte
il vecchio vecchio
bum bum bum
del mio cuore aritmico
bum bum bum
quando ti vedo
che mi cammini verso