Archivio mensile:ottobre 2006

Lo dicevo, e finalmente l’ho fatto, sono venuta in ufficio in bicicletta.

Tempi: ore 8 sono davanti alla porta del box, alle ore 8.51 badgiamento in ufficio, percorso di Alice Tutto città  km 7,3. Tanto traffico nel pezzo di circonvallazione tra la Bocconi e l’inizio di corso Lodi, pouff pouff cough cough. Bleah!

Non è primavera, ma autunno… ma ho il il mio fanalino per il ritorno.

E mentre pedalavo, pensavo che gi uomini in macchina sono meno carogne delle donne. 

LEZIONE DI DISEGNO
Il chiaroscuro. Forse per me lo scurochiaro, viso che come modello avevo scelto la la foto di una giovane schiava che allattava la figlia di un anno, ammantata di azzurro… schiava…pazzesco, e schiava la bimba…Non so di dove sia, ho preso la  foto da un giornale, era una forsennata ricerca, mi ero dimenticata che dovevo cercare un modello, che sarebbe stato usato per ogni tecnica. Una immagine dolcissima, ma  la didascalia l’ho letta mentre copiavo.
L’insegnante ha detto che il chiaroscuro mi stava venendo bene!

La prossima  settimana ci sarà l’uso della sanguigna, lezione a cui tenevo, la sanguigna ed il carboncino mi piacciono tanto, e sarò assente.. ma mi ha promessso che in qualche maniera recupererò le spiegazioni.
Sono andata a lezione in bicicletta, alle otto di sera, col mio fanalino…è bello il senso di indipendenza ed autosufficienza che mi dà. Poi il custode della scuola me la ha lasciata mettere nel corridoio sotto i suoi occhi vigili (almeno speravo lo sarebbero stati) e alle dieci alla fine della lezione sono scivolata via pdalando, sarei andata avanti ancora un bel po’ non c’era neanche traffico. E mentre pedalavo pensavo che non ce n’è, gli uomini sono tutti comodini.

INVECE
sono andata al cinema con mio figlio e dei suoi amici.
Devo essere sopravvissuta perchè in TV non l’avevo seguito.
Brutto, troppo tutto un film, qualche risata sì…  il conto alla rovescia della partenza del fascello spaziale, detto in numeri romani    x!   ix!  viii!  vii!  vi!  v! iv! iii!  ii!  i!
Fascisti su Marte, di Guzzanti.

Stamattina c’è il sole, niente aria fosca grigia come ieri. Passerò tutta la giornata in casa, devo impormi di fare il "cambio di stagione" dei vestiti, anche se con questo tempo pazzo finora mi sono arrangiata. E’ che sabato vado a Berlino, il freddo un bel momento si deciderà ad arrivare e restare,  e dovrei aspettare il week end successivo. Devo devo devo , non ho voglia ma devo.
Praticamente ho il divano in salotto pieno di tutti i sacchetti dei golf tirati fuori domenica scorsa, durante la settimana no, non ce la faccio a fare anche quelle cose lì, ne ho abbastanza dell’ordinario.
E’ che mi sto anche disamorando della casa, la casa bella spaziosa lumosa che avevo sempre sognato.Diverse sensazioni… Un senso di provvisorietà che ormai vivo da oltre due anni, è inutile che sposti che compri tanto chissà dove f iniremo, e una sensazione mista di rabbia e inutilità… Sono profondamente stufa di inseguire  e riaccoppiare le scarpe di mia figlia per casa, sono stufa dei pezzi di giornale con il sudoku che si ammonticchiano sul tavolo in salotto e in camera da letto sul comodino. Non posso buttarli via, ho solo la facoltà di eliminare quelli già fatti, dovrei anche mettermi a fare questa selezione? Sono stufa che passi la colf e sistemi il divano e arrivo a casa che sembra che sui cuscini sia passato un branco di cinghiali. In fondo cosa interessa ai miei? Mangiare e trovare i vestiti nell’armadio. E questo faccio. Si accumulano i libri comprati che non trovano posto sugli scaffali, le carte dell’ammistrazione casalinga.
Avrei invece voglia di uscire in bicicletta. Ieri mattina sono andata a fare le cosucce che dovevo con la bicicletta, invece che a piedi. E’ rassicurante, mi da un senso di indipendenza, la bicicletta va perchè io pedalo.Quanto mi piace.. Non posso dire il vento tra i capelli, perchè non vado così veloce e i capelli li ho corti…mi piace l’aria in faccia, mi piace pedalare. C
on la mia borsa zingara comprata alle bancarelle domenica scorsa  ieri pedalando pensavo che gli uomini sono ben presuntuosi. 

Ci sono cose che devo capire di me. Mica cose da poco.Perchè la vita viva davanti cala…intendo non so come dire, la vita dove sei ancora in grado di costruire  e creare, non la vita in cui vivi di rendita.. se si ha  un passato che dia una rendita…
Devo capire quanto sono forte per affrontare da sola la vita, ormai invecchiamento e non maturazione….
Quanto sono disposta a lasciare questa vita di compromesso per cercare la mia serenità, la mia vita propria, con le sue difficoltà.
Non so questo sto pensando in questi giorni.
In cui apparentemente tutto è calmo. Apparentemente. Sembro calma, si litiga meno, semplicemente perchè da tempo mi sono allontanata, e non ho paura di quello che potrebbe succedere.
Anzi, succedesse,  non starei qui così.
Vorrebbe dire che anche lui ha realizzato, e tira fuori la testa da sotto la sabbia.
Non voglio restare, voglio andare, ma andare con le cose tutte bene a posto. Mah.
Cercavo un’illustrazione, questa è bella, chi l’avrebbe. immaginato? Non lo sapevo proprio…  posta pr ioritaria…

P.S…. credevo fosse un servizio informativo delle poste, vista l’immagine. a quanto pare sono solo categorie in ordine alfabetico… mi sembrava strano!

Certe volte esprimersi per iscritto diventa pesante, non si ha voglia di descrivere e di pensare,ci  si ricorda che esistono gli sguardi, le espressioni, i  toni.

Vita. Silenziosamente, niente racconti e spiegazioni, ma semplici sensazioni. Naturalezza. Un sorriso. Una risata.

Stanotte, pensando ora vado a dormire, ho guardato fuori dalla  finestra… le tapparelle non le tiro mai giù, comunque non tutte. Detesto la sensazione di chiuso, la mancanza di visuale….sia fuori che dentro di me.

Fuori dalla finestra la prima nebbia, proprio tanta… dentro di me, neanche un po’.

Piove piove. Mi si arricciano i capelli. La solita fauna con la pioggia si stipa sulla 90-91,  che viaggio umidiccio. Oltretutto mi gira la testa, è da ieri, anche ieri mattina  tra le bancarelle di via Washington con la Princess. Tra poco la lezione di  disegno, ma ma mi pesa con la testa che va per gli affari suoi. Uno sforzo e via, stasera bisognava portare dei fogli lucidi, non mi ricordo perchè. Il gatto mi sta entrando nella borsa di disegno…  Ho cenato con il caffelatte, panino burro e un filo di marmellata, volevo prendere una solenne dose di caffè. Piacevole… un panino così non me lo concedo mai, e mi ha ricordato quando ero piccola, ogni tanto alla sera si cenava con il caffelatte. Leggi: quando la domestica era via. Già, sono cresciuta in una famiglia dove c’era anche una domestica, ho certo passato più tempo con lei che con mia madre. E sono andata a trovarla alla  casa di riposo, e al funerale. E non ho mai usato il copriletto matrimoniale all’uncinetto che mi aveva fatto fare da sua sorella suora per quando mi fossi sposata. E per me il caffelatte era una festa.  Innazitutto perchè era concesso il cacao invece del caffè, e mi piaceva mescolarlo con lo zucchero, e poi aggiungere il latte tiepido,  poco per volta per non fare i grumini. E poi il burro. Ora credo che il cacao si usi solo per le torte… c’è il Nes quik e il Cio bar… però non danno la stessa soddisfazione.

Primi effetti dello scambio delle postazioni di lavoro.

Il mio collega G, dopo sette anni di scrivania matrimoniale, oggi è asceso al quarto piano,ed io ho occupato la sua postazione, ora non do più le spalle alla porta.  Come stavamo constatando la mancanza delle sue risatone, è comparso. 

Ha un piccolo problema. Se invia la stampa, l’output è ancora qui da noi. Era sceso  a prendere la stampa di una delibera. E  la risatona c’è stata ancora, io piegata in due…

Ieri sera incontro in pizzeria tra compagni del corso di scrittura, appuntamento prestissimo, ore 19.30, ma c’era chi doveva rientrare a casa col treno, ricordavo che mi avevano detto che la pizzeria aveva un’insegna rosa.
Chi ben comincia…Ero a rischio di  leggero ritardo, aspettavo l’autobus 61 la cui frequenza è un’incognita universale, stavo avvisando S. che sapevo già nei pressi, infatti se riuscivo ad anticipare avrei dovuto raggiungere lui e FC alla Feltrinelli.Una macchina strombazza, continuo a parlare. Scende FG… sono sorpresa… m rimprovera di non averlo visto… ma io sono una seria, mica do retta alle strombazzate, e poi soprattutto… chi pensa che sono per me? Comunque pochi metri e.. già la coda per Piazza Piemonte. Certo che Milano a volte… FG era partito alla 19.10 da Pavia…mezz’ora prima insomma. Arrivati in zona pizzeria, mi accorgo che di insegne rosa  se ne vedono in tre diverse direzioni. Richiamo S…"E’ un’insegna rosa no! verde no! rosa no!  verde no! rosa no! verde…" No era rosa fissa, ed erano a venti metri da noi. Li raggiungiamo, baci abbracci, c’è anche AA.  Mancano AS e C, l’organizzatrice. L’organizzatrice mi aveva telefonato circa un’ora prima perchè le indicassi la strada, e per dirmi  contemporaneamente no è inutile che me la dici perchè tanto non mi ricordo niente. Evabè. Il fatto che mancasse era preoccupante di AS si sapeva che tardava. Dopo quasi mezz’ora ci decidiamo a chiamare C. Era già dentro. Evabè 2, la vendetta.
Nel locale, un’acustica micidiale, non si capiva nulla. Mi sono a stento accorta che FG ordinava il vino, ed allora mi sono accodata, lui li conosce e sceglie sempre bene. Poi ho visto che gli portavano la birra. Ordinava il vino per AA, di fianco a me, ma c’era un tipo solo che non lo ispirava…infatti non era granchè, proprio no. Sigh… nel vociare  mica avevo capito… Ho ordinato la pizza n.130 (che non era il numero più alto) rifiutandomi di risalire oltre nella lista, ero già stufa. Pizza ai 4 formaggi con sesamo e noci. Buona ma su pane carasau. Tagliandola temevo di ferire con le schegge impazzite i commensali. Mi sentivo anche un po’ andata con quella specie di vino, quindi non ‘è stata difficoltà a ridere di qualunque cavolata, quelle che riuscivo a sentire o quelle che mi immaginavo. Spero non a spropositio. La serata si è conclusa sotto casa di AS,  a due passi dalla pizzeria, che munitasi di rosa rosa dal primo venditore notturno di rose, è  riuscita così ad evitare al gruppo i successivi 7 venditori. Abbiamo anche saputo che chi sbaglia gli accenti di leccornia, ubbia, guaina. edile è inutile che cerchi di avere avventure con AS,  avrebbe lo stesso effetto del calzino corto.

E’ fatta. Ieri mi hanno comunicato che resterò col mio capo. Divorzierò dal mio consorte di scrivania, giusto la crisi del settimo anno. Mi trasferirò sulla sua postazione… vedrò tutto l’ufficio, il monitor sarà tutto mio, alle mie spalle ci si dovrà venire apposta, avrò solo i miei armadi, e nessuno, tipo il mio amico F che ci godeva come un riccio (però è un po’ pelatino… si appunto punge un po’), potrà più venire in punta di piedi a farmi sobbalzare, mentre quello stronzolone del mio dirimpettaio restava impassibile… No… questo mi mancherà, un ridere dopo…  mi spaventavo tutte le volte,  non c’era verso… Tanto che volevo prendere  uno specchio retrovisore…

Ma non credo avrò tempo per nulla, lavorerò ancora nel mio ambiente confortevole ed amichevole, e questo per me è importante, ma il lavoro decuplicherà, spero solo di non passare dai chewing gum agli psicofarmaci…

Adesso mi sto affannando a mettere a posto tutte le pratiche gli appunti i sospesi le cose da archiviare…per fare un decente passaggio di consegne…bisogna vendersi bene, che apprezzino come sono ordinata e collaborativa e non notino la data da era glaciale di alcune cose da evadere…

P.S. non ho avuto promozioni, solo un cambio di portafoglio da gestire con procedure diverse, e rubo la scrivania al mio collega che se ne va al piano di sopra.

Il metodo; una questione soggettiva?
(corso di scrittura creativa)
Lezione con  Pietro Grossi
Appunti:
Non prendere nessuno per oro colato, per lo scrivere non esistono regole.
Hemingway smetteva di scrivere quando aveva ancora cose da buttar giù, almeno quando riprendeva non faceva fatica a riprendere il filo del racconto.
Un buon testo deve essere credibile, non necessariamente verosimile.
Più che un corso di scrittura. è un corso di lettura: lasciandosi andare allo scrivere, scrivendo "di stomaco", si scrivono le cose vere, originali. Poi, bisogna rileggere con la testa.

Questi alcuni appunti che ho preso, tra vari testi ed esempi citati. Niente di che, ma a me piace per la partecipazione, ognuno porta le sue esperienze e le sue considerazioni.