Archivio mensile:dicembre 2008

basta 2008 anno bisesto

Un anno pesantino, a livello mondiale, a livello nazionale, ed anche nella mia sfera personale.
Ho continuato a dire, un anno di sfiga davvero, dominato dalla Legge di Murphy del tipo:
"La probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto" .

Ho continuato a dire ma che sfiga ma che sfiga anche ieri, quando in un breve lasso di tempo la colf mi ha detto che non veniva più per un mese, che il cucciolo che i miei vogliono prendere ce lo volevano dare per la Befana, e che dopo l’Epifania i ragazzi volevano andare via dieci giorni (cosicchè il cucciolissimo sarebbe rimasto solo in casa dodici ore al giorno in balia dei due gatti) e che nella mia macchina si accendeva la spia di guasto.
E oggi usciti per portarla dal meccanico si sono accorti che qualcuno nella notte aveva rotto il vetro dell’auto del ragazzo di mia figlia per rubare il navigatore, nascosto nel cruscotto.

Non mi sento alla fine di dire che questo sia stato un anno di sfiga.
E’ stato un anno come è la vita.
E’ stato un anno duro, difficile e tormentato, un anno di sensazioni forti, trascorso tra gioie e prove e scelte non facili.
E’ stato un anno che mi regalato dei momenti dolci e immensi, inaspettati, e  tutti per me.

Occhi chiusi,
dolcezza, la pelle.
Leggere le parole
una volta vere,  e vive
ora rantoli di agonia 
La testa piena
velata d’angoscia.
Altri parlano di cose
è la tua vita,
la mente  fugge via.
Non sanno.
Eri viva altrove.
Fine.
No, non può
Non sai,
ma lo sai..
Ora è silenzio.
Le ore passano, non ti accorgi,
sprecate,
pensare non  riporta nulla.

Passato il Natale, si stanno avvicinando gli auguri per l’anno nuovo, e cambia la domanda, da come passi il Natale a come passi il Capodanno.
Non so come lo passerò ancora, a dire la verità confido in una soluzione casalinga da mio nipote, come l’anno scorso,  che io vabbè dormivo sul divano, ilsuo però, perchè avevo un mal di testa spaventoso.
Non amo molto le feste danzanti ed il casino, non è solo una posa, e poi quest’anno non son proprio dell’umore.
Non voglio fare bilanci dell’anno passato,  tra cose brutte  e cose belle.
E’ retorica dire che dalle cose  brutte impari… un concetto simile a quello della religione oppio dei popoli, o a quello del porgere l’altra guancia,  ma c’è anche tanta sofferenza dentro, a volte troppa.
Sto pensando invece al futuro, alla prova non indolore che mi aspetta, che ho scelto, deciso  di fare, e che ho imposto alla mia famiglia, alla quale sono grata per per averla accettata.
Ci sono situazioni che ti sembrano insopportabili, ti senti come vampirizzata, pensi che così non reggi, che non stai bene, ci stai rimettendo  anche la salute… ora o mai più, il tempo passa.
Il dado è tratto, lo scenario si capovolge.
Cominci ad avvertire degli strappi, le cose cui rinunci,  la casa che lasci è comunque la tua casa, e il nipotino ride, ed il micione dorme con te.

primo match natalizio

Cena della vigilia di Natale, a casa della suocera.
"Se la zia però comincia a dirmi cosa devo fare,  m’incavolo subito"
"La sera promette bene, come clima natalizio"
"Scusa, è infermiera, e per di più fa parte della schiera di persone che sanno sempre quello che è giusto che gli altri facciano… noi andiamo lì, il capofamiglia con la febbre, tu con la bruciatura sul dorso della mano ed io con tensoplast  e stampelle… pensi che si tratterrà?  "
Siamo al citofono, targhette con i  numeri. La Princess è indecisa, il dubbio è tra due, io che di norma evito  l’edificio,  non ne ho la più pallida idea. Il primo, è silenzio. Il secondo, voci e cani che abbaiano, è quello, e ci aprono.
Un cane è legato al calorifero, stava esagerando con le sue attenzioni nei confronti dell’anitra all’arancio. Gli altri due transitano, il bassotto semicieco fa da inciampo, la dalmata ti frusta con la coda.
Il piccolo principe vestito di rosso riscuote immediata attenzione, e reagisce scrutando e silenzioso agli starnazzamenti belamenti e cose così, non so, li scruto anch’io , son più riservata coi bimbi, e di natura meno chiassosa.  Fortunatamente dopo un po’ si addormenta.
Un sospiro di sollievo, l’antipasto con patè, pomodori, salmone, salame di varzi e crostini a forma di fiori e di picche, niente cuori e quadri, comunque i semi col picciolo, anche se con minor superficie spalmabile, si rivelano pratici essendo muniti di impugnatura.
La zia infermiera disquisisce sull’allattamento.
L’anitra, ha vinto lei, che era meglio se il cane riusciva nei suoi intenti. Era invulnerabile,  o forse erano i coltelli d’argento che vulneravano poco. Io non l’ho mai cucinata, ma ero un po’ perplessa sulle risoluzioni matematiche dell’altra zia… " C’era scritto che cuoceva in tre quarti d’ora, le anitre erano due e le ho lasciate in forno  un’ora e mezza."
Le patate al forno erano un po’ crudine, sembra che la teglia con le patate ancora crude, preparate per la cottura, fosse scomparsa, e ritrovata sulla toilette in bagno.
Il piccolo principe si sveglia e la Princess lo tiene in braccio intanto che si aprono i regali.
La zia, quella delle anitre, continua a dire " ma quanto è bravo questo bambino, non piange mai, è impossibile che non pianga mai" e tanti ne ha fatte, di facce, e di versi, che alla fine il bimbo ha fatto le labbra imbronciate, ed è scoppiato a piangere. Lei "Ah ecco,,," ma l’abbiamo guardata tutti malissimo.
Devo ricordarmi di questa cosa, quando mi capita di dover spiegare perchè non la sopporto.

intanto auguri

Al navigante di passaggio…..
Sto cercando di scrivere un post mentre aspetto che cuociano le cose…
Intanto… auguri per una giornata serena in famiglia, ed un sorriso-pensiero alle persone che invece lo passano da sole, o che si sentono sole.

Il mio Natale

La leggera irritazione di novembre quando girando per la città senza ancora aver dimenticato il sapore dell’estate vedi apparire i primi segnali delle Feste, e luminarie, e fiocchi rossi e verdi color dei pungitopo, e cominci a trovare i depliants nelle caselle, delle straordinarie occasioni che ti si presentano, uniche nella vita.
Questo mese di dicembre mi è toccato e mi toccherà  passarlo quasi completamente in casa, in compagnia di pensieri più o meno allegri.
Non  sono sprofondata nella neve quando è caduta, e neanche nella folla dei negozi del centro, niente tragitti in autobus stracolma di pacchetti, niente bancherelle di Natale di via dei Mercanti. Anche niente OBei Obei, che non mi mancano però, ci arrivi al mattino presto che ancora cammini  sui tuoi piedi e ne esci pilotato dalla folla.
Il Natale è in anticamera, con l’albero fatto dai ragazzi, con le lucine, e con i regali in partenza ed in arrivo.
Nell’unica settimana di libera uscita, l’interregno della  sfiga, sono riuscita a pensare ai regalini per i nipoti, da nonna e da zia.
Sto sto sul letto, col tavolino, il pc, un paio di libri, i cellulari, una biro e  i cataloghi dell’Ikea,le stampelle appoggiate al comodino.
Ogni tanto ho con me il nipotino, un po’ comincia  a rotolarsi, e ci ridiamo, questi suoi sorrisi sono per me, e non esiste la cattiveria nella sua vita.
Mi guardo allo specchio dell’armadio di fronte, vista in una certa prospettiva non mi sembro neanche brutta, e mi faccio ciao col piede col tensoplast.
I gatti stanno con me, e dormono,non sempre però.
Il micione l’ho fatto impazzire mettendo palline di carta nella scatola vuota dei fazzoletti di carta, un gioco che faceva da micino e lo ha sempre appassionato molto, e per un po’ sul letto si è verificata un’apoteosi di salti ed agguati ai pallini stanati. Poi ha pensato bene di addormentarsi contro la mia gamba incuneandosi sotto il tavolino da letto, dopo aver sprimacciato bene il plaid con le unghie, che sotto c’era la mia coscia.
La micia assalta i pallini di carta solo quando cadono a terra, con la fulmineità di un attaccante. E quando vuole dormire  sprimaccia il mio braccio e ci appoggia le zampine, si addormenta così, come fosse al davanzale, facendo fusa rumorosissime.
Il Natale lo sto aspettando così.

abnegazione (esagerando un po')

Non so andare un granchè con le stampelle, e mi sento un po’ ridicola.
Il piede oggi non mi faceva tanto male, penso che andrò in ufficio in taxi, che almeno mi lascia davanti alla porta. Una volta che sono lì, c’è l’ascensore, e la scrivania. Insomma, non sono grandi percorsi. Ho anche una scarpa che togliendo la soletta ci sta il piedone con il tensoplast.
Intanto oggi ho cercato,  senza trovarli, campionari di colori per tinteggiare le pareti, mi sembra di ricordare che forse si mette un po’ del colore nel bianco. Non ho trovato nulla.
Allora mi sono cimentata nella progettazione della cucina I KEA, ma ho perso la pazienza già con  le misure ed  i piani di lavoro.  Ed in internet non c’era il frigo che c’era sul catalogo, e che costava meno.
Se non altro, i miei ragazzi sono andati in perlustrazione nella casa nuova,  hanno trovato la cassetta giusta delle lettere che non era il 13 ( non ho chiesto il numero, scommetto che sarà il 17….) ed anche il citofono, che però non funziona. E l’appartamento  a loro è piaciuto (anche a me piace).

OOOPS…. il commento di Chiaroilmattino mi ha fatto venire in mente che non ho aggiornato il post.
In realtà il mio medico non ha voluto neanche stavolta che rischiassi, e starò a casa sino al 5 gennaio. Il che vuol dire che potrò uscire il 6 gennaio. Che abbia inteso darmi della Befana?

abnegazione (esagerando un po)

Non so andare un granchè con le stampelle, e mi sento un po ridicola.
Il piede oggi non mi faceva tanto male, penso che andrò in ufficio in taxi, che almeno mi lascia davanti alla porta. Una volta che sono lì, cè lascensore, e la scrivania. Insomma, non sono grandi percorsi. Ho anche una scarpa che togliendo la soletta ci sta il piedone con il tensoplast.
Intanto oggi ho cercato,  senza trovarli, campionari di colori per tinteggiare le pareti, mi sembra di ricordare che forse si mette un po del colore nel bianco. Non ho trovato nulla.
Allora mi sono cimentata nella progettazione della cucina I KEA, ma ho perso la pazienza già con  le misure ed  i piani di lavoro.  Ed in internet non cera il frigo che cera sul catalogo, e che costava meno.
Se non altro, i miei ragazzi sono andati in perlustrazione nella casa nuova,  hanno trovato la cassetta giusta delle lettere che non era il 13 ( non ho chiesto il numero, scommetto che sarà il 17….) ed anche il citofono, che però non funziona. E lappartamento  a loro è piaciuto (anche a me piace).

OOOPS…. il commento di Chiaroilmattino mi ha fatto venire in mente che non ho aggiornato il post.
In realtà il mio medico non ha voluto neanche stavolta che rischiassi, e starò a casa sino al 5 gennaio. Il che vuol dire che potrò uscire il 6 gennaio. Che abbia inteso darmi della Befana?
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SFIGA

Ieri entrando alla Feltrinelli c’era un buco nel marciapiede e ho sentito una fitta lancinante al piede, quello già vittima della caduta in bici di fine giugno, e dell’inciampamento rovinoso del primo di dicembre.
Non è gonfio neanche stavolta però non l’appoggio proprio, mi sa che questa volta la radiografia ci vuole.
Sono stufa stufa stufa della serie di sfighe piccole e grandi, oggi avevo anche l’appuntamento con l’imbianchino e invece non cammino.
Che poi devo ancora prendere dei regali di Natale, dei pochissimi che faccio, e contavo in questo week end, che in ufficio devo farci notte con tutto il lavoro che c’è, tanto che pensavo di rinunciare alle ferie.
Uffi uffi uffi, e uffi.

Diagnosi: distorsione tibiotarsica
Prognosi: 20gg
Cura:  tensoplast, piede in alto, ghiaccio, stampelle,  antidolorifico….
e per le palle rotte?  non ci ho pensato a chiedere.

Ieri, consegna delle chiavi… siamo andati, il  soggetto locatore ed io, a leggere i contatori, per l’allacciamento del gas  e della luce.
L’appartamento è assolutamente vuoto, disabitato da tempo, c’è giusto per terra il citofono cambiato,  una saponetta in bagno, e lo scaldabagno.
Il mazzo di chiavi è solo al  mondo.
Passando davanti alla casella delle lettere "Ah qual’è la mia?"
"Non so, sai? Una senza nome, direi"
Ce ne era qualcuna, la chiavetta ha aperto la n.13. Sono soddisfatta, mi piace il 13, è un numero ricorrente nella mia vita, ci sono anche nata.
Oggi ho chiamato per gli allacciamenti.
"Va bene, per  la luce può togliere lei il blocco, ma per il gas viene un nostro tecnico,  a che nome deve citofonare?"
"Oddio, ma veramente non lo so… non ci ho pensato di guardare… secondo me il soggetto locatore  non  se lo ricorda; senta, facciamo una cosa, il gas lo facciamo in un secondo tempo, tanto subito mi serve la luce"
"Sì è anche  meglio che ci sia la cucina montata quando viene il tecnico"
In effetti è così… il soggetto locatore non lo sa… ho chiesto alla Princess se mi accompagna, per fare la prova del citofono…. provare quale di quelli senza nome suona su in casa, e spiccicarci il cognome su. E se non ce ne sono, immagino bisognerà provare quelli con il tasto meno consumato, visto che l’appartamento era vuoto da un sacco. La Princess vuole fare quella che sta su ad aspettare il suono, ha detto che giù a suonare si imbarazza.

cottura al forno

Suona il cellulare in ufficio,  è tardi, la Princess certo mi immagina sulla strada del ritorno.
"Mamy, nel ripieno dei peperoni secondo te va bene se ci metto un po’ di robiola?"
"Non li ho mai fatti, ma credo sia meglio  formaggio e pane grattuggiati, o la ricotta, la robiola mi sa che diventa un po’ liquida. Prezzemolo, magari."
"Va bene, va bene"
Uscendo mi fermo dal panettiere pastafrollaio, al mattino sperando di andare al Bookcrossing e Tarocchi organizzato da Le Belle Bandiere,  avevo ordinato una sperimentata torta al limone, sono le sette e mezza e devo attendere un po’, una pensionata indecisa indicava e questo o quello sul vetro del bancone.  La mia attesa viene addolcita da un orsettino di pastafrolla.  "Ormai non esco più stasera, magari ti pago la torta adesso e la prendo domani, così la mangiamo coi colleghi in ufficio… però mi porto a casa un po’ di quello strudel lì"  sento suonare il cellulare.
"Mamy come arrotolo il polpettone?"
"Come, arrotolo…fai un rotolo, ah, lo fai su nella carta forno, un cartoccello ben chiuso, ci cuoce dentro nsenza disfarsi, e non mettere condimenti, ci mette del suo"
Arrivo finalmente a casa, che sono le otto e mezza passate, ed entro…
"Ehi si sente un po’ odore di bruciaticcio"
"Si mamy sono io!" e la Princess mostra il dorso della sua mano passato al forno "guarda se il polpettone ti sembra cotto"
"Mica si vede, è fatto su… comunque si, mi pare di sì"
"A tavola allora"
" La cena è nel piatto" sento la sua voce dalla stanza dove mi sto cambiando.
Sui nostri piatti, un peperone intero imbottito di polpettone,  sul piatto del suo compagno, che non ama i peperoni, circa sei metri di polpettone nudo.
Mi fa tenerezza la mia bambina che impara a cucinare, abbiamo affrontato recentemente circa diciotto volte gli involtini, una specialità  ormai, ed ora ad un capitolo per volta l’infinita storia delle scaloppine.  E un intermezzo di peperone ci voleva.
"Ma di solito si dividono in due, tipo barchetta, e si riempiono"
"non lo sapevo, non li ho mai visti"
esagerata, non li hai ma visti, ma dai … penso. Ma sì che li avevamo mangiati insieme al mare.

E poi io i tarocchi invece volevo proprio farmeli fare, che quelli di settembre mi sa che non ci hanno preso.

pensieri sparsi

Finalmente, uscire per andare in ufficio dopo due settimane chiusa in casa.  Ero un po’ frastornata dalla gente in giro, e camminare. La luce calda di vapore del panettiere, la vetrina del tabaccaio stracolma di grattati e vinti, due inviti, due approcci diversi.
L’arrivo in ufficio,  e rispondere come stai, che poi diventa un ritornello, in effetti chiedono ci ripensano e sorridono, mica è da tutti inciampare nel piede della scrivania del capo, riprendersi dall’abbraccio di un altro tavolo provvisto di ciotola di caramelle, e botte e lividi che ancora non sono andati via, ed il capo precedente geloso, dice, non  ti ho mai fatto un effetto così io.
Nell’intervallo ho accompagnato una collega all’ Upimc he voleva vedere giochi da regalare. Sì  sì vengo, le ho detto, ma guarda che cammino piano, te che vai sempre come una lippa.
Guardarsi intorno tra le cose, e sentirsene stanca. Il rosa per le bambine, l’azzurro per i maschietti. I cuoricini per le bambine, le scritte per i maschietti, sulle tutine. E i giochi per i piccolissimi, quanti di stoffa con dentro suonerie, che i bambini li sbausciano e poi li buttano per terra, effetto cotoletta, che poi come li lavi ogni tre per due con il congegno dentro… Mi sentivo urlare dentro un potente non ho  voooooglia.  Fare un regalo è una cosa bellissima, è uno slancio, è dare, è  capire…. mi sento ribellare,  non  voglio regalare niente, ora, non mi viene. E mi aggiravo allora  tra i casalinghi, ma mi ritrovavo a guardarli con timore, come non dovessi dar loro tanta confidenza, come testimoni di uno strappo…  perchè domani, che vista l’ora ormai è oggi, avrò le chiavi di casa, e ho messo una torcia nella borsa per leggere i contatori della luce e del gas.
Vado a dormire che tra due ore mi sveglio, ma è che, come spesso mi capita, ho dormito sul divano sino a poco fa. Che poi  qui mi si sgrida e mi si dice che mi si vede sempre al pc, e invece no, il pc era acceso, ed io dormivo, dormivo invece di leggere, che sul divano finisco così.
In cortile si sente cinguettare, non credevo che anche in inverno i passeri o chi per essi si svegliassero già, che è freddo e buio, pensavo fosse una cosa della primavera.
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