corso di scrittura di ieri sera

Simpaticissimo Piero Degli Antoni.Giornalista e scrittore di thriller "emotivi", mi riprometto di leggerlo quanto prima. Non avendolo ancora letto, sarà giusta la defnizione "emotivi" che mi è venuta dopo averlo ascoltato?

Il titolo della lezione era “Il poliziesco come romanzo sociale”  e lui pensa un po’ che combinazione , per strada pensava se si può scrivere un poliziesco senza ambientazione sociale.

Io non so mai ricostruire tutti i perchè e per come perchè non prendo appunti, tanto so che raccolgo l’essenza delle cose, che poi mi resta dentro indicibile, proprio nel senso che non riesco a dirla bene come quando l’ho sentita ma torna fuori quando mi serve.

Gigi è intervenuto dicendo che in un poliziesco il delitto è solo il chiodo a cui si appende il quadro.

Comunque la risposta era ovvia ed era no. In ogni caso, da qui si è spaziato allo scrivere, alla creazione di una storia, ed è stato ancora una volta evidente come non esista un metodo universale, c’è chi comincia a scrivere senza sapere dove la storia lo porterà, e chi  addirittura scrive prima il finale. Lui è quadrato, ha detto, annota tutto quello che gli viene in mente e che pensa potrà servire e da cui pescare, non necessariamente con un ordine predefinito, e traccia anche il ritratto dei personaggi. Ogni volta che ripiglia a scrivere, si rilegge cosa ha scritto prima, per mantenere l’omogeneità, e per questo consiglia di scrivere il più possibile in tempi ravvicinati,  si riduce il rischio di slegature ed incongruenze.

Ha consigliato la lettura di Stephen King, On Writing, e di un manuale di sceneggiatura, In viaggio con l’eroe, di Chris Vogler…quasi quasi…. perchè mi sta  venendo un po’ voglia di mettermi a scrivere “creando”, ho una storia in mente da tempo e cominciata per una manciata di pagine, che si presta ad essere di molto ampliata, se non fossi sempre così succinta: E poi ho sempre poco tempo, il tempo libero che ho è quello sottratto al sonno, o sono brandelli tra una cosa e l’altra. 

Non è succinto Rinaldo, che sta scrivendo una specie di trattato di storia, che non è che abbia molto a che fare con un corso di scrittura creativa, e comunque ha cominciato a leggercelo… “E va bene, se vi stufate dite basta”, io ho detto basta dopo le prime due parole, hanno riso tutti ma lui è andato avanti lo stesso, così abbiamo imparato che Carlo n.8 di Francia  è morto picchiando la testa contro l’architrave di una  porta

14 pensieri su “corso di scrittura di ieri sera

  1. woland23

    Anche la mia testa ha ripetutamente interferito con architravi, tanto in antico castagno che in c.a.
    Un antropologo inglese ci ha battezzati “The hard people”: infatti sopravvivo

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  2. tiptop

    Woland….in che senso “ci”? ti… Ma quanto sei alto?

    Anthony…certo! A me piace il mio, non è un corso molto “corso”. mi sembrano conversazioni, incontri, confronti.

    Zaag… esagero, nella lunghezza del post?

    Bic….cosa c’entra azzeccagarbugli col tuo lavoro?

    Ah sì la tua sceneggiatura…. a me vengono meglio le sceneggiate, credo, comunque provwerò a prenderlo.

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  3. davidia69

    interessante…….io gli unici polizieschi che conosco e che ho amato tanto da andare a Marsiglia apposta per l’occasione, sono quelli di jean claude izzo……

    però è interessante sapere il criterio di scrittura, come si evolve una storia…..menno male che poi di regole-regole non ce ne sono….

    saluti!

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  4. woland23

    “Ci” siamo noi carnici, indomiti abitanti delle Alpi orientali (ricordi Bravehearth? la faccia dipinta di blu? le facce cattive? Il sangue che scorre a fiotti?). Il guaio é che cent’ anni fa i nostri avi misuravano all’ incirca 1 metro e 60 e gli architravi delle porte delle nostre vecchie e belle case spesso non superano gli 1,80. Se sei un po’ irruento e per professione giri per i cantieri edili i sinistri non sono infrequenti…. 🙂

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