Verso il Carroponte

Laura passa a prendermi sotto casa, l’aspetto al semaforo, così salto su e via, verso il Carroponte, dove Guido Catalano declamerà poesie – o farà il cabarettista, a seconda che lo ascolti un cabarettista, o un poeta.
Come decido che è meglio aspettarla dall’altro lato del semaforo, Laura arriva e si ferma giusto dov’ero due minuti prima, si ferma anche perchè c’è il semaforo rosso, e questa è già una buona cosa che non è detto si ripeterà sempre. La vedo, ma lei agita le mani e spiaccica i palmi contro il vetro,  le faccio un segno, riattraverso, la raggiungo, mi siedo in macchina  e lei mi dice ridendo: “ti stavo facendo segno di aspettarmi l! “…” e io ho capito di venire lì, vedevo segni strani”  Il finestrino è completamente giù, no, non mi dà fastidio, solo che Laura mi caccia in mano un navigatore, che non so come riesco a far sì che prediliga la direzione Sesto S.Giovanni, probabilmente era già impostata,dall’ultimo utilizzo, invece dei WXZ che mi scappavano digitati.  L’aggeggio parla, ma mica si sente molto quello che dice coi finestrini aperti, e così comincia il viaggio, con me che faccio la ripetitrice  del navigatore, ci dice sempre dove andare, ma tante volte ci sembra che sbagli, e allora facciamo qualche altra strada, in conflitto  con lo strumento, che non si arrabbia mai. E’ incredibile! Siamo arrivate! “Il Carroponte,  lo vedi? ” Mi dice Laura. Vedo infatti una strisciolina di rosso dietro  a delle costruzioni. Postaggiata l’auto, ci entriamo, ci sono delle aiuole e queste gigantesche impalcature, nel mio immaginario carroponte mi faceva pensare a una specie di nave petroliera, ed invece dicasi carroponte un argano installato su un carrello o un paranco, ed un ponte costituito da una trave,  i cui usi più comuni .sono all’interno delle fabbriche e dei magazzini per il trasferimento di semilavorati e di prodotti finiti tra un reparto e l’altro o verso l’area di carico e scarico; vi sono anche carriponte destinati all’uso siderurgico con funzioni di parco rottami, carroponte da carica o per movimentazione billette: così in sintesi da  Wikipedia.   Lì effettivamente c’era la Breda. Un attimo di commemorazione compunta. Gli operai, la fabbrica, le considerazioni sull’adesso.C’è una prima parte coperta, escono voci e musica, ma costeggiando la costruzione color infuocato, si arriva al prato, a un gazebo dove si sta esibendo Andrea Cola, e alla base di un pilone è seduto solitario il Poeta, con fogli bianchi tra le mani, che aspetta le ore 22.00, che sono anche passate. Il prato è occupato da tavolini e da divanetti fatti con  pallets, e assi per schienali.  Non ce ne è uno libero.  Laura segnala la panca lontana, occupata da un solo individuo. Che però si alza. La panca è libera! con passo felpato e velocissimo ce ne appropriamo.  La spostiamo in centro, sul  fondo. No, meglio che andiamo un po’ più avanti.
Ci sediamo. No, un po’ più a destra adesso. Ora c’è Catalano nel gazebo, implora che la gente vada più vicino al palco, obbediscono in tantissimi, il prato si è riempito, e noi.. zac, là vicino con la panca. E poi che dire? l’aria era fresca, si stava bene, Guido Catalano ha dato il suo meglio tra foglietti svolazzanti , e, per il veloce ritorno nella notte,  come  cavalli verso la stalla, il navigatore l’abbiamo lasciato dormire nel suo angolo

3 pensieri su “Verso il Carroponte

  1. tiptop Autore articolo

    Ignoro come si sia ingigantito il carattere, ignoro anche come riportarlo a dimensioni normali…. se qualcuno che passa lo sa, come si fa.. grazie!

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  2. Maria Paola Seminara

    Ma io lo conosco bene, Guido Catalano! È simpatico, paradossale. Viene da Genova o mi sbaglio? Di sicuro lo vidi a Genova, in uno di quei locali nei vicoli, qualche anno fa, ma non tanti.
    Tu racconti in modo spassoso: tornerò a visitare queste pagine

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    1. tiptop Autore articolo

      Grazie, racconto in modo spassoso quando capitano cose spassose…..o quando magari lo spasso lo vedo solo io! Guido è di Torino,,, però gira tantissimo, sicuramente lo avrai visto anche a Genova!

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