Ho finito di fare gli scatoloni, ho disfatto la casetta che mi piaceva tanto. Non è proprio ancora distrutta, ha una sua funzionalità stile campeggio, con slalom tra pile di scatole, per tornarci un ulteriore week end.
In questi giorni mi hanno fatto compagnia il caldo e la malinconia.
Il lago, non lo perdo, neanche le paperelle e gli svassi, che perpetueranno qui le loro stirpi.
Perdo un angolo mio, semplice e non lussuoso, dove stavo tranquilla, dove nessuno mi distruggeva nulla, a parte le oche del porticciolo scomparse, erano sette quando sono arrivata qui nel febbraio 2010, e le sparizioni dei cigni pulcini.
Un posto bello, e dico sempre che il bello fa bene.
Esci di casa, c’è la piazza, il lago, l’imbarcadero, una pianta di camelia fiorita anche d’inverno, le azalee in primavera, gli oleandri e le magnolie d’estate. L’ aria profuma di fiori o di legna dei camini, le rondini fanno casino al mattino, e verso sera i gabbiani, di notte l’usignolo.Spuntano in primavera, come le primule sui prati, le barche sullo sullo scivolo del lungolago, e quelle ormeggiate alle boe. d’inverno le sostituiscono i gabbiani, che restano a terra. I piccoli svassi, li vedevo ieri dal mio tavolo del bar dell’imbarcadero, hanno perso il piumaggio picchiettato e hanno ora le penne e i colori dell’adulto, un abbozzo di ciuffo, ma pigolano ancora chiedendo il cibo al genitore, sempre più spesso però si tuffano sott’acqua in cerca. Non ho fatto gite, escursioni, le nuotate le conto sulle dita di una mano. A me basta guardare il luccichio e i colori dell’acqua, i contorni del panorama che conosco sin da bambina, è uno strano senso di protezione che mi pervade, che non ho più da quando è mancato mio padre, tantissimi anni fa…è qui che ti ritrovo, papà, in questo mondo qui… per questo non sono mai venuta al cimitero, non eri lì, no.
Proprio per tutto quello che rappresenta per te ” il lago” , ti auguro con tutto il cuore e la sincerità possibile, di poter presto tornare. Io ho imparato a dire a me stessa “mai dire mai”.
anch’io penso sempre mai dire mai, e anche “domani è un altro giorno”
Solo, ci sono periodi in cui tutto sembra disfarsi…sarà l’anno bisestile, comprensivo di fine del mondo e un sacco di venerdì 13 o 17? rido, non sono supertiziosa per niente!
Triste e vero, questo racconto. Mio padre morì nel 1999, e anche io penso che sia qui, da queste parti, e non mica al cimitero.
Grazie.
Come mi dispiace, i tuoi post su Pallanza sono quelli che preferisco mi infondono serenità come se anch’io fossi lì
non avrò la casa… ma ci torno, sicuro che ci torno!
anch’io sono legato a un piccolo borgo toscano. anche se ci vado sempre meno spesso. più che altro mi trattengo poco. ma forse in futuro… ciao
E’ molto bello quello che scrivi, mio padre se n’è andato da quasi due anni, ma vive accanto a me, dentro i miei pensieri. Non ci lasciano mai del tutto e li ritroviamo nei gesti nelle cose nei luoghi che ancora hanno il loro odore.
Un caro saluto…