L’Angela

Stamattina molto presto sul balcone stendevo ad asciugare le due lunghe tovaglie di Fiandra che mi ha appena dato la mamma. Pensavo quanti anni dovesse avere questa tela… magari settanta, ed era candida e senza una macchia.

Ho pensato che quando la useremo noi, sicuramente qualcosa di indelebile ci cadrà, o qualche brace.  Mi è tornato in mente l’enorme appartamento di via Sangiorgio dove abbiamo abitato, prima che mia madre perdesse al gioco e fosse costretta a venderlo. Erano tre stanze da letto, due bagni,un’anticamera enorme, dove stavo a giocare; uno studio, che era la stanza di mio fratello, un ingresso chilometrico, un soggiorno triplo, e poi la zona di “servizio” con il bagno, la cucina , la camera della  domestica e il guardaroba.

L’immagine del bagno di servizio, poco luminoso, senza lavatrice. Già, intorno al  1960, quando ero piccola, non avevamo la lavatrice. Angela lavava tutto a mano, tutto di tutta la numerosa famiglia. Io passavo molto tempo con lei, quando non avevo voglia di stare da sola con i miei giochi. Io lavavo i fazzoletti. Sull’asse, col sapone di Marsiglia, li strofinavo con la spazzola. Che pazienza doveva avere Angela, e quanto bene doveva volermi, per tollerarmi lì, con tutto il daffare che aveva. O forse semplicemente senza di me sarebbe stata sola anche lei, dal lato opposto dell’appartamento. Due mondi. Chiacchierava tanto, mi raccontava di sua sorella suora che faceva i pizzi all’uncinetto. Mentre lei stirava in guardaroba con la porta aperta io fingevo di dormire sul suo letto con gli occhi chiusi,  e mi ricordo ridevo dicevo “ambarabà ciccì coccò tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore. Angela e poi cosa c’è?”

Poi un giorno alla settimana  veniva la signora Teresa a cucire, rammendare, fare orli, e io stavo lì  a giocare coi bottoni, una  grossa scatola di latta piena di bottoni di ogni tipo. Mi sembrava vecchissima, piccolina, gobbina, sempre vestita di nero.Prima di andare via, nel tardo poeriggio, cenava. Ricordo pastine in brodo e mele. La spilorceria su queste cose tipica di mia madre,o meglio ancora, piccineria.  Angela non c’è più da molti anni, ma ha fatto in tempo a vedere i miei due bambini, li ho portati a salutarla anche nella casa di riposo dov’era. Ed il giorno del funerale c’eravamo in tre fratelli,  ma  mi sono vergognata per mia madre e l’altra mia sorella che non sono venute.

20 pensieri su “L’Angela

  1. tiptop

    ma sai, penso che ne farò un po’, quando mi sento in vena… non so ricordi quello che ho scritto in uno degli ultimi post, quelllo con la foto del lago maggiore…
    ci sono tante cose che sento vive ancora adesso, e tante “storie”… Userò il tag happy days. Ho una mezza idea… che li butto giù nei post, e magari un giorno li cucio insieme.

    Rispondi
  2. Seigradi

    Quando fai così non ho paura di scrivere che sei la migliore scrittrice del mondo! Se scrivessi la tua autobriografia io penso proprio che riuscirei a leggermela in una sola notte, passandola in bianco! Sembra di entrare in quei luoghi, conduci per mano il lettore!

    Rispondi
  3. AiLund

    effettivamente questo post mi ricorda un romanzo (di cui ho rimosso il nome)…è bello da leggere…rende l’idea di ricordo…ha (se posso usare/osare questa metafora) il sapore di qualcosa che non c’è più ma che è comunque ancora importante…

    dài cuci il tutto! che tanto i lettori li hai trovati, ed altri ne troverai…
    insomma, in fin dei conti ci sono tanti che non sanno scrivere e scrivono, perchè non puoi farlo tu che lo sai fare?

    Rispondi
  4. pigio00

    Vedi che in tanti la pensano come me.
    E poi potrò vantarmi di conoscere di persona l’autrice e potrò venire a chiederti la dedica: “Maestra, me lo rende unico?” presentandoti il libro (cfr. Il Postino di Troisi 🙂 )

    Rispondi
  5. scaramouche

    Molto bello, questo breve racconto…sarà che quando si parla di vecchie case io parto per la tangente dei ricordi, e dei sogni…
    Il Padreterno ha esaudito in parte i miei desideri, dandomi la possibilità di possedere una casa nel quartiere dove sono nato…però io sogno, in modo lieve e veniale, di riavere un giorno la casa dove sono nato, pocoi lontano da qui…
    🙂

    Rispondi
  6. tiptop

    http://tipto[..] In questi giorni sono stata un bel po’ alle prese con la mamma. Devo dire che alla tenera età di 93 anni e 10 mesi ( diventando vecchi si torna bambini, ma mi sembra di no, mica poi tanto) è ancora piuttosto in gamba, ho già parla [..]

    Rispondi
  7. tiptop

    http://tipto[..] In questi giorni sono stata un bel po’ alle prese con la mamma. Devo dire che alla tenera età di 93 anni e 10 mesi ( diventando vecchi si torna bambini, ma mi sembra di no, mica poi tanto) è ancora piuttosto in gamba, ho già parla [..]

    Rispondi

Scrivi una risposta a chiaroilmattino Cancella risposta