Ero in autobus stamattina ed una signora parlava con un’altra… aveva in braccio un cagnolino che suo figlio aveva regalato alla sua ragazza e quando si erano lasciati lei glielo aveva reso.. ma certo lei, la signora, mica glielo avrebbe lasciato. E questo cagnolino aveva il paltocino, fa freddo sono i giorni della merla!

I giorni della merla… quanto tempo non ci pensavo…un’altra cosa familiare, un po’ magica che mi accompagaava nell’infanzia… un po’ come l’Estate di san Martino, o come le bandiere tricolori alle finestre nelle Cinque Giornate di Milano…adesso non si vedono quasi più… 18/22 marzo?  le case di adesso non le costruiscono più col portabandiera sopra i portoni, tanto si usano i balconi, poi le preferenze sono diverse, chi ci mette il Milan, chi l’Arcobaleno della Pace, chi la Ferrari… 

I giorni della merla:

Gli ultimi tre giorni di gennaio, il 29, 30 e 31, capitò a Milano un inverno molto rigido. La neve aveva steso un candido tappeto su tutte le strade e i tetti della città. I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla e i loro tre figlioletti…..

Erano venuti in città sul finire dell’estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato in Porta Nuova. Poi, per l’inverno, avevano trovato casa sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante.
Il gelo rendeva difficile trovare le provvigioni per sfamarsi; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i cortili e i balconi dei dintorni. La neve copriva ogni briciola. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore.
Tre giorni durò il freddo. E tre giorni stette via il merlo. Quando tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine.
Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un’eccezione di favola

11 pensieri su “

  1. PierangioliEuge

    Mi vengono in mente le festivita’ tipiche del meridione. Ancora legate alla tradizione popolare. La madonna adolorata vestita di nero, san Teodoro e le sue reliquie racchiuse in uno scrigno in cristallo.

    Ero uno dei 4 ragazzi quindici anni fa che lo portava in giro fino alle Colonne al termine di Via appia (La piu’ antica del mondo).

    Ricordo ancora le vecchiaccie in nero che mi palpeggiavano nella speranza di raggiungere il sarcofago per dargli un bacio. Prima dell’accendersi dei Fuochi…

    Mi chiedo spesso se hanno resistito al tempo queste ricorrenze Brindisine…

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  2. Stardust781

    l’avevo dimenticata la storia… me la raccontava sempre un benzinaio vicino a casa, anni fa – quando ero piccola – il benzinaio aveva un merlo parlante in gabbia…

    Li avevo “dimenticati”, fino a oggi…

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  3. lunafragola

    che bello tip. I nostri ricordi sono comuni e questa storia la raccontavano a scuola e ci facevano fare pure il dettato sull’estate di san martino e sul 12 ottobre 1492. Ora non si fanno più nemmeno a scuola. Ricordiamocelo noi e raccontiamolo. Fa bene.

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