Le scale mobili per me bambina erano quelle della Rinascente, o della Stazione Centrale, poi sono arrivate quelle della Metropolitana, Linea Rossa.
Erano emozionanti, quasi magiche, ma… c’era un ma. Quel mostro coi denti che ti aspettava alla fine della scala, era pronto a farti male, perchè tutti mi dicevano attenta, salta… ancora oggi lo guardo con apprensione, io arrivo, il mostro mi aspetta, sinora non mi ha avuto.
“Miguel fermati” grida la mamma sulla scala mobile della metropolitana gialla di Brenta, ma il bambino non l’ascolta, saltella, sempre più lontano dalla madre, la madre lo minaccia, “dopo vedi cosa ti faccio” ma Miguel è sempre più in basso. Poi si ferma, si volta e guarda la mamma, resto col fiato sospeso, si sta avvicinando al mostro coi denti, non torna indietro, gira le spalle al mostro, non lo vede… eccolo sul mostro, Miguel barcolla, non cade, la mamma lo raggiunge, lo prende per il braccio “Devi stare vicino alla mamma” e gli allunga uno scapellotto.
Dopo anni di attesa, oggi ho visto cosa può fare il terribile mostro coi denti.
alla fine non è così terribile:-D
Appunto! anni a scrutarne ansiosamente i denti che si approssimavano…
anche io conservo ancora il timore instillatomi continuamente da mia madre… sto sempre molto attenta, nel salire ma soprattutto nello scendere… non si sa mai che venga risucchiata e appiattita scompaia nelle viscere degli scalini… comunque c’è il pericolo che qualcosa, tipo un vestito, si impigli nelle righe di ferro, ne sono sicura.
tu mi capisci!:)
Vabé, è un raccontino breve, ma anche molto orrorifico. Non per niente, piace molto, come dire
E’ ridicolissimo questo timore ancestrale, ma ho scoperto di non esser l’unica!