Ora la paura

Era stanca di stare al pc,  anche un po’ annoiata, voleva andare a letto a leggere un po’; inoltre sentiva un indolenzimento al ginocchio, quello col menisco che fa un po’ gli affari suoi, ed aveva voglia di allungare le gambe. Le solite tappe prima di raggiungere il cuscino,  preparare le tazze e le caffettiere per la colazione, il  bagno, questa volta senza bucati da stendere, accendere la luce del comodino,  mettere in carica l’esoso android.
Conquistate finalmente le lenzuola, il libro di Rossana Campo da cominciare, stava leggendo la quarta di copertina, un po’ impicciata dalla fascetta rossa e dalle cartoline di Minimal Incipit che le avevano regalato comprandolo,  quando il capofamiglia, che era già a letto, si sveglia prestissimo la mattina, si gira brontolando dall’altra parte del letto, bofonchiando contro la luce, e dice di andarsene a leggere in salotto, ma lei dice di no, che dopo si addormenta là e ci dorme male. Tanto, sapeva che non avrebbe resistito a lungo con gli occhi aperti, la stanchezza prevale sempre.
Tempo tre minuti, si alza risentito e va sul divano in salotto, apostrofandola e portandosi la sveglia:  lei rimane un attimo interdetta, le viene da piangere, ma non è giusto che lui dorma scomodo che per andare al lavoro ha un viaggio lungo.  Lo raggiunge in salotto, ma lui non vuole saperne di tornare a letto.
Lei si siede al suo pc, ed accende la lucina smorzata che illumina i tasti:
“Dai vai a dormire comodo nel letto, sto qui, ascolto un po’ di musica come faccio di solito” lo diceva per convincerlo a tornare di là, pazienza se non leggeva, pazienza per la gamba, lo diceva piangendo, non le sembrava giusto che fosse così arrabbiato per una cosa così stupida e che non ci fosse verso di rimediarvi, se non con lui incavolato e scomodo sul divano, che non voleva tornare nel letto sgombro.
In risposta si alza dal divano “Ora ti spacco tutto!”  come, ti spacco tutto, e lei pensa al  cellulare in carica, che non potrebbe permettersi di ricomprare, lo segue, lui appare sulla porta del ripostiglio con un attrezzo in mano,  e si dirige al salotto,  la figlia esce dalla sua stanza, lo apostrofa, perchè la mamma  non deve poter leggere a letto se è stanca, tu lo fai sempre e lei non dice niente, lei sempre piangendo disperata corre nel salotto a prendere il pc, chiude il coperchio, lo stacca, resta immobile sulla sedia, chiude gli occhi, è esausta, ha paura, paura, paura…
Lui si sistema sul divano, lei torna nel letto, in preda a un pianto che sembra inarrestabile, piange il pianto di tutto il mondo, che quando ci si sente così, ci si prende addosso la tristezza di tutto.
I litigi, il dialogo impossibile, le minacce, sono cose di sempre… ultimamente  però la violenza non è più solo quella ricattatoria, psicologica, onnipresente,  da un po’ di tempo, è comparsa la paura, quella lacerante, e fisica.

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