Andare a trovare mia madre non riserva molte sorprese. In genere come arrivo ha da ridire se tengo la giacca aperta e prendo freddo, ho fatto più tardi di quanto ho detto, anzi, aveva detto lei, e si è dimenticata l’ora che aveva detto. In genere vengo accolta dalle esclamazioni dei tavoli vicini “ha visto signora che sua figlia è arrivata?” e mi siedo al tavolo con un certo imbarazzo. Se mangio, non devo mangiare, e tante altre sue preoccupazioni di questo tipo.
Oggi, ancora uno dei suoi temi preferiti:
“Tuo fratello, tsè, è un bugiardo. Dice che mi telefona un giorno si e uno no, invece non mi chiama mai. E’ da quando ha quella donna lì che non è più gentile con me. Adesso lei ha la gamba rotta lo sai? La vendetta del cielo. ” e comincia a venirle il magone.
“Mamma no, dai, ogni volta dici è quella donna lì, adesso hai riabilitato la precedente, e va male questa, che quando eri da lui veniva sempre a trovarti, e cucinava, stava lì pomeriggi con te.”
“See see lui non è più il bravo figlio affezionato di prima. Ma io quanti anni compio?”
“Il prossimo gennaio sono cento, mamma.”
Ha un’aria incerta “Ma io pensavo i cento di saltarli, di compierne 91. Ecco, compirò 100 anni senza avere rivisto tuo fratello, mai più, non verrà mai più a Milano”
“Mamma, lui abita in Veneto e non sta benissimo, è appena stato qui la settimana scorsa, certo che verrà ancora, non può farlo spesso come vorresti tu.”
“Passo le giornate aspettando che varchi quella porta” dice accennando con la testa all’ingresso.” e non mi chiama mai, se non lo chiamo io”
“Mamma sai che non è vero” ormai la mamma piange “mamma lo abbiamo visto anche l’altra volta sul cellulare, ti ho fatto vedere le chiamate, che avete parlato”
“No, no, è un bugiardo, lui non mi chiama più”
“Mamma, ti stai facendo male da sola, vuoi ascoltarmi? Lui ti chiama, è qui sul cellulare, ci sono le chiamate col suo numero, quelle ricevute e quelle perse. Lui ti chiama, se non rispondi, ti richiama.”
Il discorso, giocoforza ad alta voce, si fa difficoltoso, non c’è verso di farle capire che non è come pensa lei. Mia figlia mi fa segno di lasciar perdere. Anzi si fa aggressiva. Sorride solo al bisnipotino “I bambini sono innocenti” dice, e io non sono per niente d’accordo, a volte sono crudelissimi “Adesso non rispondo più al telefono, così non può più dire che mi chiama. Perchè lui fa finta, mi imbroglia, pensa di farmi passare per scema, perchè sono vecchia. Non ho più un figlio. Devo trovare qualcuno che tenga il telefono e risponda quando lui chiama, così sente che lui non parla, che fa finta di chiamare, che rimane scritto sul telefono che mi ha chiamato, e se lo dice un altro almeno gli credete, che non sono io che sono scema.”
Singhiozza, e mi sento gli occhi addosso, come fossi la carnefice della vecchietta, invece non so come uscire dall’impasse, spiegarglielo, che il suo dolore è fondato su cose che inventa lei, per starci poi male.
Chiamiamo il suo figlio mio fratello, risponde, parla con la mamma. Poco dopo la mamma riprende a dire che è un sacco che non lo sente.
“Mamma, ma lo abbiamo appena chiamato”
“Ah si? E cosa mi ha detto?”
“Non lo so mamma, ci hai parlato tu”
Ci pensa su “Cosa vuoi che dicesse? Si certo che ti chiamo, stai tranquilla. E’ un bugiardo, non si fa mai sentire”.
E’ persa in questo loop, la sua mente appare come un muro impenetrabile, penso si renda conto che non si ricorda più bene le cose, e allora nega questa evidenza con tutta la sua forza. Alza le braccia, in segno di resa.
“Giuro, che io muoia qui all’istante se dico bugie, che tuo fratello non mi ha mai chiamato una sola volta.” A quel punto, mi aspettavo un fulmine che, ZOT , la colpisse, invece no, interviene con intento salvifico mia figlia, sua nipote diletta.
“Nonna, davvero eri triste perchè hai litigato con la vicina di letto? Me lo diceva la Rocio”
“Chi io? Non litigo mai con nessuno, adesso anche la Rocio mi prende per scema”
Insomma, ce ne è per tutti. Anch’io sono definita stronza, anche se con aria titubante perchè la parolaccia ai suoi tempi era forte, perchè difendo mio fratello che fa lo stronzo: fortunatamente qualche minuto dopo vengo riabilitata, solo io naturalmente.
Sono tornata a casa esausta, continuo a pensare a queste ore passate con la mamma, nelle quali ha quasi sempre pianto, convincendomi che sta meglio quando non ci vede, e non le viene invidia della nostra vita a casa nostra, e sicuramente nel suo tran tran quotidiano si perde più via. D’altra parte come si fa a non andare da lei che è così contenta quando ci vede… per i primi cinque minuti, e comunque anche in quei cinque minuti manifesta la sua felicità brontolando su qualcosa che facciamo, se no non sarebbe lei, è il suo modo di sentirsi utile, immagino, non la ricordo diversa.
Credo che la perdita di autosufficienza pesi tantissimo sul suo umore, come è comprensibile che sia, prima non piangeva così di frequente come da quando sta sulla carrozzina.
Alla sera mi chiama da un altro numero telefonico, le hanno prestato il cellulare, pare che il suo non funzioni più: mi chiede se lo ho bloccato in qualche modo quando ero lì perchè era arrabbiata con mio fratello. Ovviamente no…
Mi riesce, al solito, difficile commentare cose così personali, ma mi piace leggerle. E mi piace vedere che ci sono ancora persone che credono nei Blog. Chissà se tornerà la “voglia” anche a me.
Grazie Dan…
Non so se il mio credere nel blog, quanto l’angolo dove scrivo, visto che non ho ambizione di pubblicare!
Mamma mia! ( tanto per restare in tema) Commozione, emozione, condivisione. E anche sensazione di rifiuto di mia madre quando ancora, con i suoi problemi immaginari, mi trascina nuovamente nell’angoscia, con la la sensazione di voler riannodare quel cordone ombellicale ancora forse non reciso completamente, quel volere quasi sottomemettermi ai suoi voleri.
Ho 60 anni e lei 89 e questa storia ancora esiste.
Sapessi quanto mi fa star male… Non credo però si tratti di cordone ombelicale quanto di rispetto per la figura, anche se mia madre è una figura molto particolare di madre, e anche rispetto per la persona, per la sua dignità affettiva.
Penso che invecchiare sia una cosa difficilissima.
io, così tanto, 99 anni, non me lo auguro. Poi, credo che al dunque, non sarò della stessa idea!
Lei 50 anni e io 25…..
Un dolore immenso ,un annaspare nel vuoto come essere chiusi in una stanza senza spiragli!
Averla ancora qui benchè noiosa ed affliggente e cercare a volte di immaginare come sarebbe da “vecchia”, ma inutilmente ….. io stessa ora sono la “vecchia” e lei sempre una giovane,bionda signora.
Anche mia madre credo si veda così… e me bambina.
hai scritto esattamete le stesse situazioni che passo io con la mia mamma.Lei ha 91 anni,sta in una casa di riposo perche’ le sue condizioni psico fisiche le rendevano impossibile vivere da sola.Ogni volta che la vado a trovare è uno strazio.Mi sento una vigliacca traditrice.Mio fratello va tutti i gg. ma lei è convinta che lui non vada mai .Oggi mi telefona dicendo che l’ho abbandonata,dovro’ andare da una pscologa.Ma questo maledetto cordone ombelicale si stacchera’ mai?O siamo noi che abbiamo troppo amore?
Più che andare dalla psicologa tu, o io (io non mi sogno neanche) mi chiedo se non siano invece depresse, e da curare per questo. Come si fa a non esserlo nel loro stato, con ancora una certa dose di lucidità?
Certo che ho ritrovato molto del rapporto con mia madre nel tuo scritto, solo che io sono l’unica figlia, quella con tutti i difetti, non ho neanche il fratello parafulmini! Poi veniamo da un difficile passato tutti quei paragoni, il bene detto a parole e smentito nei fatti! Che difficoltà continuare a scappare da una personalità così ambivalente e sentirsene comunque sempre soggiogata, quel cordone resta.
Ma come dicevo in un commento prima, il cordone ombelicale è tutto sommato affetto, dovuto, e rispetto per una persona, anziana per di più. Questa persona magari non rispetta noi… ma è anche la mente che non glielo permette, ora.
Cristina, cosa vuoi che dica? Siamo due figlie che potranno dire di aver visto andarsene le rispettive madri in due modi diversi, con sentimenti diversi … (mi ricollego al mio post su FB, che commenterò uguale)
Non è che tu dovessi dire niente, volevo solo farti sapere come sta la nonna, mi sembrava un quadro efficace. Due madri, una nonna, una sorella…
Questo post con i relativi commenti è si doloroso,alla fine, però mi è piaciuto perchè mi è sembrato di stare in “gruppo” di auto mutuo aiuto. Io ho fatto questa esperienza relativamente ai disturbi alimentari e leggendo i commenti ho ritrovato una condivisione e un’intimità che mi hanno fatto venir voglia di dire ” vogliamo raccontare le nostre esperienze di figlie? ” :-), ma capisco che non è facile… in questo spazio…. intendo.
Tu che mi leggi da tanto…più o meno il controverso rapporto con mia madre non è che me lo sono tenuto tanto dentro, nel corso degli anni!
Figlie, di genitori divenuti dipendenti da noi, intendi?