Questo video debbo averlo già postato nel blog, anche se non lo trovo.
Mi rifugio qui, quando mi sento un po’ con le orecchie basse: nel 1969 si voleva cambiare il mondo, si pensava a un futuro. Oggi questa vitalità, questo slancio mi sembra smorzato assai, tutt’intorno, perfino l’uso delle droghe ha cambiato significato, da esaltante, ora mi pare solo un sintomo di frustrazione.
Nel 1969 avevo 14 anni, frequentavo la quarta ginnasio con risultati alterni, ero sempre stata custodita in famiglia e non avevo grande idea del mondo esterno. Avrei fatto conoscenza con il rock, con chi usava il fumo, e anche LSD, avrei visto il mio compagno primo della classe, farsi crescere i capelli, poi tossico, andarsere a vivere, alla fine del liceo, in una casa okkupata.
Non sono mai stata hippy nè contestatrice sessantottina, nè ho mai apprezzato la ricerca di alternative in sostanze estranee, però osservavo, leggevo, ascoltavo, ci rimuginavo, e l’ipocrisia, e il sesso, l’anarchia, e la natura, e la spontaneità… insomma credo di aver rielaborato, di essermi fatta tutta una mia scala di valori, che mi porto dietro tuttora nella mia vita borghese, sempre stata borghese, e mi piace, la mia testa libera, almeno, così me la sento. Le cose si cambiano anche standoci dentro, non occorre per forza essere contro.
L’ho vissuti anche io, quegli anni, tale e quale a te, molti di quei figli dei fiori, amici miei, sono morti, molti si sono trasformati in ottimi padri di famiglia, dopo il ragionevole periodo di contestazione. Sembrava che le cose dovessero cambiare in meglio, invece siamo stati come pietre rotolanti
Però credo che essere cresciuti in quel periodo, e non restando indifferenti a quel che si muoveva, siamo diventati dei “grandi” di buona qualità, no? 🙂
Io, nel 1969, avevo quattro anni. Ho perso quelle sensazioni. Però, dopo, abbiamo mirato molto più in basso.
Condivido la scelta del verbo perdere… e il perchè vedo che l’hai colto!