Cose da salvare prima di innamorarsi

A Milano Cristina Di Canio, una libraia sicuramente  determinata,  ha creato un angolino lilla, e se ne inventa di ogni, e sono  convinta, dacchè l’ho conosciuta, che  Il mio libro diventerà un punto sempre più importante per le nostre letture. E facciamoli, anche i nomi dei librai!
Oggi intanto vi si parlava del libro ” Cose da salvare prima di innamorarsi” Ed. Newton Compton.
Davanti a un pubblico decisamente numeroso, comprensivo di cagnino bianco silenzioso e di bimbina che silenziosa andava, veniva e curiosava le cose,    Rossella Canevari,  l’autrice Daniela Grandi e Andrea  Pinketts si sono vicendevolmente introdotti.
Rossella Canevari, assai composta, Daniela Grandi non che fosse scomposta, ma i suoi occhi e il suo sorriso si vedeva che  brillavano mentre parlava,  sì che non c’era neanche buio, e faceva una gran simpatia, mentre  Pinketts, al solito, conoscitore disincantato delle umane debolezze, ti faceva ridere, ma diceva tutt’altro che  sciocchezze.
Della trama si è accennato, ma senza troppo svelare: il libro, lo si leggerà.  C’è una storia d’amore, ed un noir, la scomparsa di un industriale dei prosciutti,  si parla di cibo,  ed il tutto è ambientato nel mondo giornalistico della provincia, per l’esattezza  della  natia Parma, co-protagoniste le Ghise, un gruppetto di amiche  che cercano di scoprire cos’è successo all’industriale.
A parte i sorrisi provocati da Pinketts, con uscite tipo “L’uomo della poesia si dimostra anche quello della prosa”, efficacissima, ” in ogni romanzo si sa che ci sono tempi morti, qui sono tutti vivissimi” e l’esilarante prassi dell’innamoramento, quando uno si innamora dell’altro, e quindi vuole farlo cambiare ” quando succede a me, che si innamorano, subito vogliono togliermi e vizi e quant’altro, ma se ti sei innamorata così, perchè poi mi vuoi diverso? allora pigliatene uno già così”, ho trovato interessanti le notazioni  che riassumerei nel termine ” di mercato” .
Il romanzo infatti,  che Daniela Grandi desidererebbe che  venisse letto come un romanzo tout court,  senza etichette, si presenta confezionato  in tutto e per tutto come  “rosa” , vuoi per il titolo misterioso,  con piglio per di più  manualistico,  in linea con la casa editrice, vuoi per il colore della copertina – rosa- con l’immagine di una donna bionda tampoco allegra, che appare in contrasto con il clima e i personaggi  del libro che, ho la sensazione, affrontano qualunque evenienza in positivo. Si considerava come  il romanzo verrebbe considerato picaresco, o noir, ad un altro livello, se solo la stessa storia fosse volta al maschile. Pinketts stesso, raccontando di Rossella Canevari che gli aveva proposto la lettura del libro, ha detto che era stato preso da gran spavento, vedendo il titolo fuorviante,  ma fidandosi di Rossella, ha potuto apprezzare il libro, leggendolo anzi due volte, la prima di impatto  e la seconda scientificamente, rilevando l’amicizia saldissima delle Ghise, in modo quasi maschile, quando le amicizie femminili sono solitamente caratterizzate, dice, da delicati equilibri. Tre donne insieme parlano male di una quarta che non c’è, una va via, le altre due cominciano a parlare di lei… insomma, un po’ vero è.  Solo un po’, perchè a generalizzare si sbaglia.
Aspirazioni per il futuro, dell’autrice? Ride ( e ridono anche gli occhi). Fare la comparsa nel film che si sta girando da uno scritto di Rossella Canevari, e forse – forse – scrivere il terzo libro, il seguito di questo, che termina  con un finale aperto. Già, il terzo, esiste già un primo romanzo, Il Club dei pettegolezzi, titolo scelto dall’editore in luogo de Il bacio sulla bocca, con Amanda e le Ghise, queste ragazze cosi soprannominate perchè  si concedevano poco. Ma per forza, Ghise, il più delle volte  è un senso di solitudine e di vuoto che spinge a concedersi facile, e loro non erano sole, erano semmai solide, in gruppo di 6, e non si sono perse mai.
Mi son fatta l’idea che sia un libro scorrevole, scritto con sguardo divertito, quel divertito un po’ affettuoso di cui è capace chi presta attenzione alle persone.
L’autrice  era arrivata alla libreria ben munita di salame e lambrusco,  ma la blogger quando cominciano questi momenti, col bicchiere in mano, di norma si intimidisce e scappa, è scappata con l’assaggio di lambrusco, però.

6 pensieri su “Cose da salvare prima di innamorarsi

  1. Sandra Bolelli

    Che bel pomeriggio dev’essere stato, cara. Pensa che io avevo letto il primo libro della Grandi, tanti anni fa, in vacanza al mare, a Lignano. Non sapevo ne avesse scritto un altro ma, grazie al tuo post, andrò a comprarmelo prima che posso.
    Pinketts non mi è mai stato molto simpatico. Mi sembra uno sciocchino, anche se è grande e grosso e sempre col sigaro in bocca. Quando abitavamo con mio marito in XXIV Maggio, me lo ricordo, sempre mezzo ubriaco, fuori dal Trottoir.
    Però che brava, la Grandi, che è arrivata col salame e il Lambrusco. Io, sarà perché mi ricordo quando da bambina andavamo in vacanza a Noli, preferisco però il Vermentino. E tu? Se posso chiederti, eh.

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    1. tiptop Autore articolo

      oh, hai vissuto a Milano?
      Guarda, a me piace il vino dei vicini di casa a Santa Maria della Versa, che sia riesling o barbera o bonarda, loro so come lo fanno. In questi giorni caldi vado volentieri di rosati, e vorrei un fragolino bello freddo. Anche il moscato è piacevole d’estate. Non sono certo un’intenditora!

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      1. Sandra Bolelli

        Sì, appena dopo sposati, siamo stati qualche anno a Milano.
        A me, non so, il vino piaceva quando non stavo da sola. Ora mi mette la malinconia addosso. Ogni tanto, se invito qualche amica a casa, bevo la bonarda. Ti piace?
        Che magari, una volta, mi piacerebbe invitare anche te.

      2. tiptop Autore articolo

        Volentieri, ma non so in che zona del mondo abiti, ma ci posso anche venire. Dall’autunno (il mio?) sarò forse un po’ più libera di muovermi

  2. ele

    vorrei leggerlo solo per sapere cosa bisogna salvare…
    anche di me s’innamorano poi voglion cambiare tutto. addirittura l’ultimo consiglio è stato di “resettarmi”. non so se rendo l’idea della gravità di tale affermazione…nel senso di gravissimo

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