Quasi amici

Il titolo italiano mi sembra privo di senso, meno peggio l’originale francese, Intouchables: probabilmente hanno preferito cambiarlo perchè non si pensasse che fosse un film sui  politici italiani.

Di questo film dello scorso febbraio, ormai arcinoto, tratto da una storia vera, campione d’incassi in Francia e in Italia tra i film francesi,  9 candidature al premio Cesar vinto da Omar Sy come miglior attore, e che  sta quasi uscendo dalle sale, posso dire le cose che dicono tutti, sulla bravura degli attori, sul giusto mix di humour, sdolcinature etc.: mi è piaciuto, mieloso q.b, mi ha fatto sorridere, ed anche scendere qualche lacrima.
E poi, per la scena della scorta della polizia, il miliardario ed il badante (veri) si sono certamente ispirati a “Quattro bassotti per un danese
Quelli che piuttosto intendo considerare del film, e tenerli a mente, sono alcuni particolari umani, tipo la serie dei  colloqui per la scelta del “badante” ,  una sfilata di ipocrisie. Professionali, gli aspiranti infermieri, erano  tutti pronti ad assistere il malato come fosse una pianta in vaso, in quanto “diverso”, in quanto condannato a non vivere.  E ti rendi conto,  improvvisamente, quanto quei luoghi comuni. quelle cure, la commiserazione, siano utili solo a soffocare con lentezza ogni barlume di desiderio di vita nel malato. L’infermiere con il camice, parla compitamente dei mali del fumo viene allontanato in malo modo, nulla può rispetto l’ex galeotto e manesco Driss che induce il tetraplegico Philippe a parlare di sesso, e gli passa lo spinello,  e lo porta da certe massaggiatrici. O si dimentica di tenergli il telefonino, e Philippe parla con il suo parente che lo mette in guardia contro quello sconosciuto ” Capisci che lui si dimentica che non posso tenere il telefono? che non mi pensa come uno malato” ecco, le parole non erano proprio queste, ma il senso c’è.
Allora mi  chiedo quante volte, anche involontariamente, manchiamo di rispetto, umiliamo altri semplicemente facendo avvertir loro commiserazione da parte nostra,  o che li trattiamo in modo diverso. Ma penso anche ai bambini, quando li trattiamo da bambini,  e gli diciamo ” tu sei troppo piccolo” senza magari spiegargli, non li aiutiamo a crescere. O chi non trova lavoro. O chi è troppo vecchio.
Solo pensieri così, non una rece.

8 pensieri su “Quasi amici

  1. Rear Window

    Quattro bassotti per un danese non lo ricordo bene… dovrei rivedermelo! 🙂
    Quanto al resto, si… sono d’accordo, anche se non è facile dover gestire le relazioni sociali senza incorrerere in errori del genere. Basta un pò di stanchezza a far mancare quella dose necessaria di lucidità per evitare di umiliare inutilmente un bimbo o una persona anziana…

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    1. tiptop Autore articolo

      In 4 bassotti per un danese c’è la bassottina che deve partorire, la Polizia insegue la macchina per l’eccesso di velocità, fraintendono che ci sia un bambino che deve nascere e li scortano fino all’ospedale. solo che la macchina non si ferma e prosegue fin dal veterinario! 🙂

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      1. Marco Spadini

        Ricordo il lontano 2006 quando ero io e altri 2 gatti a leggere questo tuo blog ma avevo intuito subito che avrebbe avuto prima o poi successo. E cosi’ e’ avvenuto.

      2. tiptop Autore articolo

        Beh, non è che abbia avuto tutto questo successo, un po’ era letto, qualche estimatore… ora siamo tornati ai due gatti, in particolare uno, Alfredo.

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