Una delle frasi introduttive del libro di Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio.
Un libretto – libretto perchè la mia letteratura ha un comune denominatore, la dimensione del libro che, pervicacemente cartaceo, deve starmi in borsa – che su anobii ho definito piacevole sfizioso gustoso come un gelato in estate.
Anche un romanzo che ho adorato, La scomparsa di Patò, di Camilleri, è costruito attraverso "reportage" in varia modalità, dalle lettere anonime ai verbali di polizia.
Anche qui c'è un'analoga costruzione, e non a caso alcuni capitoli si intitolano "La verità di…"
Una piazza, un condominio, un morto inviso a tutti in vita, un ascensore, ed il personaggio centrale di Amedeo, che quasi tutti credevano italiano, amichevole, pronto a correre in soccorso, e che non voleva avere un passato. Viene creduto dalla polizia colpevole dell'omicidio, ma nessuno dei frequentatori del condominio lo ritiene possibile. Così tra pizze, cagnolini scomparsi e portiere napoletane, ognuno dice la sua, a modo suo, ed i capitoletti dedicati agli ululati di Amedeo fanno da contrappeso, come in un diario a sua volta descrive gli incontri con i condomini. E tutto ruota intorno all'ascensore, che è la civiltà, e la differenza tra i civilizzati ed i barbari consiste in primo luogo nella salvaguardia dell'ascensore, lo dice il Prof. Marini.
Il sorriso accompagna la lettura, dalla quale non possono non nascere alcune riflessioni, la più elementare delle quali è anche la regola più importante per la convivenza. Magari se gli altri ci sembrano strani o diversi, non è che non abbiano le loro ragioni, sono solo cresciuti con credenze diverse, non dobbiamo per forza vederci il male. Un po' come il gatto scontento scodizola, ed il cane contento scodinzola, sono linguaggi diversi, eppure all'occorrenza convivono benissimo.
Si fa per dire, il libro che possiedo è della 15esima edizione, e l'anno scorso ne hanno fatto un film (di questo però non me ne sono accorta, il che non depone bene).
Anche a me è piaciuto "La scomparsa di Patò", soprattutto nel suo italico finale, però il suo libro che preferisco resta "Il re di Girgenti". L'hai letto?
Leela
Mi pare di no… Ma la Biografia del figlo cambiato? 🙂
piazza vittorio è proprio in questa città… e negli scorsi anni ha cambiato completamente scenografia, etnograficamente parlando.
di piazza vittorio ricordo anche l'orchestra, eterogeneo complesso di gente e musiche antropologicamente diversissime, un miracolo di come potessero armonizzarsi… dopo lo sforzo epico di metterla insieme hanno fatto spettacoli un pò dovunque in giro… per cui capendo lo scontro di civiltà che potrebbe originarsi a piazza vittorio mi incuriosisce leggerlo, questo librino…
Interessante, me lo segno.
Grazie