ritorno dal lavoro

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Esco dalla metropolitana in Piazza Lodi  e noto una strana oscurità al capolinea del filobus.  Il mezzo è spento, lo sportellone del retro spalancato, un furgoncino bianco della manutenzione mi sfreccia davanti. Il malato deve essere grave.

La gente sulla banchina aumenta, si spazientisce, si scruta concorrenziale,  e scruta tra gli alberi della piazza se  intravede una sagoma arancione, illuminata, salvifica.

La 90 non si vede, come la legge di Murphy insegna,  passano  tre filobus 92.

Forse bisognerebbe fingere di aspettare la 92 per far arrivare la 90, o  accendere una sigaretta, ma non fumo.

Arriva un melobruco verde, che fa scendere  gli sparuti viaggiatori e riparte.

Uno scherno, faccio bene a detestare i melobruchi della linea 90-91, attrezzati con  posti da cui si scivola via o in alternativa dei troni da una piazza e mezza.

Ma il bello doveva ancora venire.

Un signore brontola, bisogna sempre e comunque  avere da ridire su ciò che è pubblico, i mezzi sono tutti vecchi e scassati. Veramente l’insopportabile melobruco è recente, come il filobus in cura , la cosa è ancora più trista, quelli vecchi si rompono meno.

Comincia ad alzarsi il vento, ed arriva finalmente una 90 dall’aria accogliente.

I passeggeri scendono tutti, le persone in attesa si affannano alle porte per salire quando un tizio vestito di blu con un berretto si mette a gridare

“ma ci vuole tutta, non vedete che termina a Isonzo? E qui dove siamo secondo voi? A I- S- O- N- Z. O ! E allora è inutile che  cerchiate di salire! Ci sono ritardi perché c’è traffico, la corsia preferenziale parte da qui. prima non c’è”

Il tono è saputo e sgarbato, e alcuni si stavano inferocendo pensandoyle Definitions */
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che fosse l’autista, lo avrebbero anche picchiato,  e raso al suolo l’Azienda Municipale.

Ho calmato un paio di persone, indicando il vero autista che si apprestava a lasciare il filobus..

“Quello è l’autista, è quello, questo col cappellino non è dell’ATM! Lo riconosco, conosco la voce! Lo sento spesso alla mattina, è uno che appena sale via via nomina  coscienziosamente tutte le fermate,  si fa sentire in tutto il filobus!”

Di personalità “insolite” ormai ne distinguo altre due sul filobus… di uno, voglio un giorno scriverne, inventargli il contorno di una storia; l’altro,  il più cattivello,  è intimamente convinto che il primo posto a sinistra sia suo, e guai all’ignaro malcapitato che s’era seduto magari un paio di fermate prima che salisse lui, quello si incavola proprio e gli  fa una scenata in pieno bus.


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 In ogni caso, subito dopo di filobus ne sono arrivati due, agibili.

6 pensieri su “ritorno dal lavoro

  1. kalekaiagathe

    io ho rinunciato ai mezzi pubblici nell’ultimo anno, uso la macchina per andare fuori città, i piedi, raramente la bici, per andare in centro. le ragioni son più o meno quelle che hai descritto, oltre ad un ammasso di puzze che alle sette del mattino mi strizzerebbero lo stomaco a sangue. bei tipetti in giro, neh? la dice lunga sul clima che ci avvolge e che non promette nulla di buono: se non ci diamo tutti una regolata.

    Rispondi
  2. Strato2006

    Sarebbe bello avere mezzi pubblici funzionali, e basterebbe poco, sarebbe un risparmio per tutti e un passo avanti contro l’inquinamento; ma si sa, da noi non si fa.
    Anch’io sono un gran pedalatore, magari un giorno finirò “arrotolato” da un SUV, ma intanto mi tengo in forma… mah…

    Rispondi
  3. tiptop

    Sono abituata a muovermi con i mezzi, in genere non mi trovo male, capitano le giornate così.
    Ultimamente meno la bici, per problemi contingenti… certo che da una caduta di fine giugno,mi fa ancora male il piede destro…

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  4. kalekaiagathe

    fin che si cade dalla bicicletta e “ci si fa male” ad un piede…pur con tutta l’attenzione del mondo, chi ci pensa ai mezzi pesanti che ti travolgono e ti schiacciano? la bici è pericolosa, molto pericolosa.

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  5. lorypersempre

    Stamattina in bus è scoppiata una litigata generale perchè l’autista ha saltato una fermata, non facendo scendere un tizio, che ha suonato tardi eprchè il bus era strapieno, che probabilmente data l’ora e la fila ha eprso la giornata di lavoro, con passeggeri divisi tra fazione pro-suonatore e pro-autista.
    Io, per una volta misericordiosamente seduta, mi sono rituffata nella splendida lettura di “Don Flor ed i suoi due mariti”…
    Leela

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