Siamo stati a vederla, prima che la chiudessero.
Arrivare di corsa sul sagrato della Chiesa, per sparire dietro l’altare, e concordare la lettura con il prete, e dirgli qualcosa di lei.
Risbucare da dietro l’altare, la Chiesa già affollata, per andare a sedersi al posto, che imbarazzo ho mormorato tra me, io che non oso attraversare un ristorante, ho la vocazione del topo che cammina contro i muri.
Ascolto la lettura (Sapienza, 3-3,9) leggo oltre, sono rimasta attratta da un’antifona per la Comunione, due righe sul male sofferto che fa parte del passato, che non potevo appuntarmi, e non trovo su internet. Tanti pensieri, pensieri e significati, i tanti che mi hanno avviluppato, ed a volte accarezzato.
Preoccupati, come stai? Sto bene… sapevo che non avrei pianto.
Che al dolore ed alla morte ci ho pensato nei giorni scorsi.
Non ci si può non pensare quando si tiene la mano di di un corpo che respira, e basta.
Non ci si può non pensare, al senso della vita e degli oggetti, quando esci da casa tua il dodici settembre per accertamenti medici, e dopo una decina di giorni sei malata terminale.
La sofferenza vera non è nel momento della morte, la sofferenza è stata di questi giorni, immedesimandosi in lei.
Non piango, sorrido grata alle persone presenti, arrivate da ogni dove e da ogni momento della sua vita.
Non posso non sorridere, vedono il nipotino e mi vengono a chiamare nonna.
Sembra che non comprendano le persone che ti vengono a chiamare nonna.
O forse vogliono darti una speranza attraverso il nipotino.
Ti sono vicina Cri.
Linda
Forza eh!
Giorgio
Non ho capito, in che senso pare non comprendano?
Veramente, ieri ero serena e non piangevo, e sorridevo a tutti, contenta di rivedere persone riemerse dal tempo, dalla fretta, dalla distanza.
Non c’è scritto che è obbligatorio essere tristi, davanti alla morte. Che la morte non c’era lì, per me, c’era stata quando andavo tutti i giorni da lei e vedevo scemare le sue forze.
Ieri vedevo affetto e presenza, poca ipocrisia, solo qualche traccia.
Allora ho interpretato male io.
Pensavo che le altre persone non avessero compreso il tuo dolore.
Scusami.
no no “scusami” non ci deve stare, da parte tua.
Il dolore era, e sarà.
Ieri vedevo solo l’affetto che in molti provavano per lei,e questo non era doloroso.
Forse perchè i funerali sono, per fortuna, degli eventi eccezionali: tanta gente, incombenze, decisioni da prendere.
A me è successo che momenti di sconforto siano giunti invece in momenti “normali”, quelli in cui chi non c’è più sarebbe dovuto esserci, pensare come se ci fosse ancora e realizzare che non sarà più così.
Mi succede ancora con mio padre che è mancato da molto tempo ormai.
Un abbraccio forte
Infatti Auxesia, funziono così anch’io, non c’è giorno che il pensiero non vada a mio nipote ed a mio padre, e quanto ne ho sentito la mancanza.
La tenerezza dell’altra mia sorella che dice “potremmo fare una corona noi tre sorelle” poi si ferma e dice sono proprio scema, è che non riesco a pensarlo. Noi tre sorelle ora siamo due…ed è questo il dolore che ci aspetta.
Anche in questo caso hai saputo esprimere con pudore e delicatezza i tuoi sentimenti, Cris…
… e il sorriso di Tip è stato di conforto a molti! Per fortuna esistono le zie 😀
è un piacere leggerti, vedere che è possibile prendere e godersi l’affetto,proprio mentre tutti sono distratti dal dolore, guardano il dolore come se fosse solo ed ora, in una concezione poco olistica del sè.
E’ bello conosere una persona così serenamente consapevole.
Grande dignità e compostezza in queste tue parole.
Bacione.
Un sorriso e una carezza …Renzo
io invece piango perchè riemerge un dolore simile.
papere
Cara Cri, mi unisco alle tante persone che ti sono state vicine, anche se in ritardo.
Un abbraccio forte
Nino
Il cerchio d’amore intorno.
lo chiamo così quando c’è la perdita di una persona cara e tutti ci stringiamo per fare come un girotondo senza muoverci.
L’ultima volta non ci fù ed io persi un po’ della mia anima.
Per altro, cri, io ti lascio solo un segno che ho letto tutto di questi tuoi giorni, forse comprendo o forse no, nessuno può arrivare dentro nell’anima dell’altro. Si può intuire ripensando al proprio passato. Le parole mi sono venute a mancare.
Ho fatto un po’ di confusione, scusami.
insomma volevo solo dire, presente.
Un abbraccio silenzioso per il tuo dolore
Un sincero abbraccio.
Come hai ragione! La sofferenza più grande è nel periodo del loro dolore, la nostra è e resta vita.
No…dopo arriva un altro tipo di dolore. Quello per esempio di ieri, vai a casa sua, le sue cose, e lei non c’è.
Lo strappo,quando c’è una malattia, è il declino, la morte ne è la inevitabile conclusione. E’ diverso in una morte improvvisa…
un abbraccio sincero
capitato per caso qui, ho scoperto una persona di una bella umanità,. Ti ringrazio di aver messo a disposizione tale umanità, attarverso il racconto tua madre è entrata un po’ nei miei pensieri
Scusami l’intrusione
Fulvio
E’ dura abituarsi all’assenza, certi momenti il rimpianto ti prende alla gola e ti impedisce di respirare. Ti aiuterà il nipotino, questa nuova meravigliosa vita che, nella sua inconsapevolezza, porta allegria nella tua casa.Ti sono vicina, ciao.
mi spiace, non dovrebbe essere così