sabato 16

Sabato è stato il giorno della preventivata escursione sul Trebbia, incontrandoci con mia nipote, blogger incallita pure lei ormai, andata come la zia, ed in effetti il bloggare ha colmato distanze  chilometriche e temporali diventate altrimenti insormontabili. E devo dire che è una delle persone con cui mi trovo più a mio agio in assoluto, che in fondo è sempre stato così, non sono mai stata una zia nei canoni della zietà, credo.
Insomma siamo partiti da SMV per trovarci nelle vicinanze di Bobbio, dove nipote e famiglia sono in vacanza.
Ho pensato bene di portarmi dietro i sacconi,per buttarli strada facendo, con il riciclo del vetro e della plastica, per scoprire dopo chilometri e chilometri  che il riciclo non è molto diffuso in semi-montagna  nei piccoli gruppi di due o tre case, un po’ isolati. Però alla fine siamo riusciti. Un’idea del paesaggio di questi chilometri è nella foto qua sotto, morbide colline verdi ( e qui chi legge canticchierà Marcella Bella) e sullo sfondo, non sono stata capace di coglierlo meglio dal finestrino della macchina in movimento, la catena delle Alpi piena di neve,da tempo non la scorgevo così bianca in questa stagione, Ci sono punti anche di scorcio sulla pianura padana che di notte penso sia uno spettacolo, con le luci delle case e delle strade.

Ma anche quando ci siamo trovati con mia nipote, poco più giù del Penice, lo spettacolo non era niente male, un mare di verdi, ondulato e riposante…

La sorpresa è stato il Trebbia, la nostra meta, che avevo sentito tante volte decantare.
E’ stato soprendente anche arrancare, andata e ritorno,  con  zoccoli sopra sassi di tutte le dimensioni e in tutte le posizioni, che mi ha riacutizzato il male al piede postumo della caduta in bicicletta di quasi un mese fa,  a parte il guado del fiume su sassi scivolosi acciuffata al volo da mio figlio, dove nonnetta mi sono sentita veramente a tutti gli effetti.
Insomma mi sono trovata davanti questa pozza d’acqua, una delle tante del Trebbia comunque, dove la gente nuotava e si tuffava come fosse in piscina, solo che era piena di pesci e pescetti, mi sembra di aver riconosciuto un barbo ed una trotina, tutti gli altri non mi hanno detto chi erano.

Un sacco di ragazzi, ed anche non ragazzi, salivano sulla roccia e si buttavano, qualcuno anche di testa. Una peculiarità del luogo è che tutti nuotavano con le scarpe. Io sono riuscita a buttarmi solo poco prima di andare via, l’acqua mi era sembrata sempre troppo fredda, e si che nella mia abituale piscina di Milano è anche peggio, ma non so, buttarmi mi dava una sensazione strana.
Ma dopo le cinque, con le luci diverse, ho familiarizzato e non sarei più uscita.

Dopo, un giretto per Bobbio, che mi è parsa un gioiellino, con il suo ponte di memoria romana e tutti i monumenti ben tenuti. Nel passeggio nelle due vie principali, chissà se anche lì si dice " fare le  vasche"  negozi con i saldi, negozi di specialità di salami e di miele, si avverte un’atmosfera mista di montagna e località balneare, gente in riposo,  gente vestita per le passeggate in montagna e gente col costume sotto (tra cui la sottoscritta). E’ proprio un bel posto, una bella zona, ricca di tutto, per chi vuole fare una vacanza rilassata ma anche attiva.
Preciso che non sono stata pagata dall’Azienda di soggiorno (esiste ancora?)

16 pensieri su “sabato 16

  1. tiptop

    oh accidenti mi scoccia da morire darti ragione Mimmo. Montagne… colline verdi è l’agenzia immobiliare che c’è qui in paese (alla quale comunque non pensavo affatto)

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  2. mysya

    sai tip, poco più su di bobbio ci sono le anse di s.salvatore che hemingway definì tra le più belle del mondo.
    e a ragione secondo me.

    il bagno si fa con le scarpe per via dei sassi.
    salut.

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  3. tiptop

    Si, le scarpe anche perchè si arrampicano sulla roccia per buttarsi!
    però al mare a chiavari ci sono i sassi e non si usano le scarpe, e neanche sugli scogli, mi pare.

    Dovevamo passare, da S.Salvatore, ma ormai era tardi.
    Contenta di rivederti!

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  4. Sonorson

    Ah, abbiamo rischiato di incontrarci….
    Io a Bobbio in moto il 15, a trovare mia madre lì in vacanza (lì è nata)….
    Una meraviglia la strada da Genova a Bobbio, e una meraviglia Bobbio e il trebbia.
    Per l’entusiasmo ho persino rivisto il film “I pugni in tasca”, di Bellocchio……
    La prossima volta che vai dimmelo… 🙂

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  5. tabatha4ever

    Son tornata solo ora … ma non potevo lasciar passare questo post così!
    La Val Trebbia è stata una meravigliosa scoperta. A parte Bobbio, il resto è ancora abbastanza rurale, e quindi piuttosto apprezzabile da una cittadina come me. Il fiume poi è una risorsa che rende accettabile anche un lungo soggiorno “solitario” in campagna.

    P.S. Hemingway, ha proseguito poi il suo viaggio di pesca in Val d’Aveto (verso Chiavari) dove, dopo essersi scolato la bellezza di sette bottiglie di vino bianco frizzante del Piacentino ha dovuto affrontare un avventuroso viaggio di ritorno sulla strada allora non asfaltata!
    Ho letto l’articolo scritto dal suo compagno di viaggio, trovato appeso sul muro della locanda di Salsominore dove sostarono.

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