26 luglio SMS
Finito “Amore, ma quanti siamo?” vivo e semplice
A me è sembrato sopratutto vivo… non lo definirei semplice.
Semplice come spontaneo naturale
Insisto…non è naturale…i personaggi si spaccano il culo…per vivere.
Ma è così che si vive!
Un piccolo libro, di Giuliana Indiani, opera prima.
Promette già bene la dedica, “A tutti quelli che cercano se stessi e, qualche volta, si trovano.”
L’accettazione di sè e degli altri. In questo leggevo la semplicità. La fluidità di un gruppo di persone che si frequenta da tempo. Accettare sè stessi è il lavoro di una vita, accettare gli altri non è da meno, e c’è chi non ci riuscirà mai, e sono gli sconfitti della vita.
Il romanzo è pieno di notazioni “umane”, cioè di reazioni che magari non siamo abituati a notare.
Un capitolo inizia parlando della famiglia “…le persone diventano quello che sono state… Il tuo essere muta e si trasforma in quello che è il riassunto della tua infanzia…”
“Sbagliare, perdere, dire no, tornare indietro, imporsi, scusarsi, amare qualcuno che non ti vuole, sono tutte cose che fanno parte del pacchetto omaggio che ti mettono vicino quando vieni al mondo. In mezzo ai regali che qualcuno scarta per te, c’è questo pacchetto invisibile. ….E’ la vita, la strada che farai. Sono le volte che sarai stanco e dirai “non ce la faccio più” ma potresti anche dire “domani provo un’altra strada”. Ecco la differenza! “
Ecco, non so perchè domani…e non subito.
Mentre leggevo, da un punto di vista lessicale, mi chiedevo cosa si capirà di questo libro se verrà letto ancora tra molti anni, tanti sono i riferimenti quotidiani… tipo “mettere una cassetta coi cartoni” … è il nostro linguaggio quotidiano., ma se uno si attiene al senso letterale della parole… e riflettevo su questa cosa. Magari non sappiamo, leggendo un romanzo “antico” cos’è un biroccio…e magari un giorno si cercherà sul dizionario anche cassetta. Nastro con registrazione di filmato con contenitore di plastica.
“mamma ti è arrivato un messaggio”oggi si pensa al cellulare, una volta c’era un latore con una bustina, ancora prima un messaggero in calzamaglia e piuma sul cappello, che srotolava una pergamena…
non ho capito niente, ma e’ normale.
la pragmatica del linguaggio è inevitabile
del resto tu attaccare i cavalli lo capisci ancora senza pensare di doverli prendere a fucilate, no?
Sì… ma certe cose tecnologiche di durata breve si perderanno… o modi di dire presi dalla TV
si capirà, si capirà..
dipende da chi legge, non da chi scrive.
lo sapevo che ti arrivava.
Beh Nos mi conosci bene ormai
mi conosci salvo per il fatto che ti aspetti che sia sempre allegra e gioiosa!
e se l’infanzia è stata orribile vuol dire che nn hai chance?
Io credo che la vita è divenire, che non dobbiamo fermare il fiume che scorre ,ma percorrerlo con le sue insidie e con la sua bellezza.
Non possiamo cambiare il nostro vissuto ma la percezione che abbiamo di esso,SI.
infatti il libro dice di provare..